FAL NUOVI TRENI PER I PENDOLARI

Nella conferenza stampa tenutasi nella stazione Fal di Bari scalo il 18 u.s. l’assessore alle infrastrutture e mobilità Guglielmo Minervini ha dichiarato che ” il conto alla rovescia è iniziato: le Ferrovie Appulo Lucane, che da trent’anni non rinnovavano il parco mezzi, da fine settembre metteranno in in servizio i primi due nuovi treni”.

Nell’occasione, insieme al presidente del Cda Fal, Matteo Colamussi, è stato presentato il concorso “Comunicazione di servizio. La nostra voce sei tu” che ha l’obiettivo di selezionare tra i pendolari la persona che presterà la propria voce alle comunicazioni di servizio che attraverso i nuovi impianti di diffusione sonora, di cui finalmente le stazioni sono state dotate, informeranno i viaggiatori. Nelle giornate del 21 e 22 maggio, in stand allestiti nelle stazioni Fal di Bari e Matera, i viaggiatori potranno partecipare al concorso registrando la propria voce. Alla voce prescelta due anni di abbonamento e buoni libro. Il 30 marzo 2011 “in tempi record – sottolinea Minervini – è stato siglato il contratto con l’azienda svizzera che si è aggiudicata la gara (Stadler) e avremo presto le prime consegne del materiale rotabile”. Una ulteriore buona notizia per i pendolari FAL riguarda il numero complessivo dei treni che arriveranno entro la fine del 2013. “Grazie al reperimento di altri 10 milioni di euro, saranno acquistati due treni in più rispetto alla commessa iniziale. Complessivamente – spiega Minervini – saranno 11 i nuovi treni per un investimento di 60 milioni di euro realizzato quasi interamente con fondi strutturali. Sarà un segno tangibile e incisivo di rinnovamento per una azienda che pone sempre più al centro il viaggiatore e i servizi di cui necessita “. Una azienda che negli ultimi anni sta facendo grossi passi avanti anche attraverso l’ascolto dei comitati e l’utilizzo dei social network stabilendo così un filo diretto di comunicazione con i viaggiatori.

OM Carrelli Elevatori, nuovo incontro al Ministero per salvare i 400 posti di lavoro

Lo scorso 15 maggio si è tenuto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico per affrontare la situazione dello stabilimento della “OM Carrelli Elevatori” a cui hanno preso parte la Regione Puglia, una delegazione composta dalsindaco Domenico Gatti, dall’assessore Roberta Chionno e dal consigliere Lucia Blasi per il Comune di Modugno, i rappresentanti della OM STILL, della Società Hybrid, le organizzazioni sindacali e le RSU.
“In questa sede la società OM Still – si legge in una nota del Comune di Modugno – ha confermato la propria volontà di favorire la reindustrializzazione del sito anche attraverso l’implementazione di attività di scouting di cui darà conto al Ministero dello Sviluppo Economico quale coordinatore del tavolo di confronto. Il Ministero e la Regione continueranno a monitorare la vicenda e ad indirizzare, come stanno già facendo, alla società OM Still eventuali manifestazioni di interesse che dovessero pervenire al fine di favorire la ripresa di attività industriale e la conseguente occupazione”. Nel contempo le organizzazioni sindacali incontreranno a breve i rappresentanti aziendali al fine di valutare tutte le possibili misure alternative alla procedura di mobilità in corso.
“La partecipazione del Comune di Modugno ai tavoli di confronto – ha dichiarato il sindaco Gatti – esprime la volontà di sostenere e supportare i lavoratori dell’OM in questo percorso di riconversione industriale a tutela degli oltre 400 dipendenti che rischiano la perdita del posto di lavoro sul nostro territorio già vessato dalla crisi. La situazione allo stato attuale – ha continuato – è difficile per la mancanza di liquidità immediatamente disponibile. Faccio appello alla categoria imprenditoriale affinchè si proponga e si candidi con fattive soluzioni al progetto di riconversione sapendo di poter contare sulla serietà e professionalità dei lavoratori e sulla volontà degli enti coinvolti a creare le condizioni più favorevoli”.

Modugno – ulteriore risposta a CGIL CISL e UIL

OGGETTO: RISPOSTA  AL DOCUMENTO DELLA CGIL, CISL e UIL. CHIARIMENTI.

 

 

 

 

 

AL SINDACO

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
      
ALLA GIUNTA COMUNALE

AL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

ALLA DELEGAZIONE TRATTANTE
    

A TUTTI I DIPENDENTI

AGLI ORGANI DI STAMPA

 
 Prima di tutto riscontriamo che solo nel nostro Comune, queste GRANDI organizzazioni sindacali sono timorosi e pavidi nei confronti della nostra parte pubblica, al contrario nelle altre città, lottano e sbraitano fino all’inverosimile per salvaguardare i diritti dei lavoratori, per non parlare della CGIL che a livello nazionale si sta opponendo, il più delle volte da sola, contro le ingiustizie, a favore della equità.
 A proposito di chi rappresenta nel nostro Ente la parte pubblica, giusto per ricordare a noi e rammentare a tutti voi, fino a poco prima di iniziare l’impegno dirigenziale era un iscritto della CISL e un valoroso attivista nel direttivo della segreteria aziendale della CISL, finanche eletto nella RSU insieme all’altro componente, Segretario Aziendale CISL e Funzionario Responsabile del Servizio Finanziario, che da oltre 10 anni ha il potere di gestire il Bilancio Comunale, nonché il fondo del salario accessorio dei dipendenti. 
 La CGIL e la UIL preferiscono iniquamente “salire sul carro dei vincitori” con chi ha il “potere di decidere” anche a danno dei lavoratori.
 E ora parliamo dei radicali cambiamenti… (omissis) e del ruolo concertativo con la parte pubblica.: le norme citate dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL nel documento sindacale sono autentiche, invece  i commenti inseriti di sicuro, non corrispondono al vero. Infatti relativamente alle leggi recentissime, soltanto i provvedimenti per l’organizzazione degli uffici e dei servizi prevedono il potere di decisione conferito solo ai dirigenti;  tutt’altro prevedono le nuove normative legislative e contrattuali per i provvedimenti economici, che continuano ad essere attribuite alla contrattazione tra le parti.
 Infatti, si sta discutendo proprio in questi giorni,  (strano che tanto fior fiore di sindacalisti locali, non lo hanno sentito in televisione o letto sui giornali) ed è una notizia rilevante, il nuovo Ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi,  ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali la riforma del lavoro dei dipendenti pubblici e dell’organizzazione degli uffici e dei servizi statali. Il protocollo è stato firmato il 3 maggio da Funzione pubblica, Regioni, enti locali e sindacati sulla riforma del pubblico impiego.
La novità che ha fatto piacere anche alle organizzazioni sindacali confederali è la valorizzazione della contrattazione, sia quella nazionale sia quella locale delle rappresentanze sindacali “E per ribadire il principio si introduce accanto all’informazione anche l’esame congiunto di determinate materie”  e, infine, una revisione del modello di valutazione voluto da Brunetta in tre fasce, infatti il colpo più duro è quello assestato con il «superamento del sistema della ripartizione dei dipendenti nelle fasce di merito», che secondo il disegno dell’ex ministro della Pubblica amministrazione avrebbero dovuto individuare i dipendenti da premiare pienamente, quelli a cui riservare una quota ridotta della retribuzione di risultato e quelli da lasciare a secco. Nella valutazione delle performance, spiega il nuovo documento, andrà riservata maggiore attenzione ai risultati dell’ufficio rispetto a quelli individuali, e andrà salvaguardata anche la specificità di Regioni ed enti locali nella contrattazione.
 Scrivono sui giornali i tre rappresentanti nazionali confederali della CGIL,CISL e UIL:
Il protocollo firmato da Funzione pubblica, Regioni, enti locali e sindacati sulla riforma del pubblico impiego (si veda anche Il Sole 24 Ore) rimette in discussione i tre capisaldi della riforma Brunetta.
«Con questa intesa – rimarca infatti la Cgil per bocca del segretario generale Nicola Nicolosi – si ha un primo segnale di discontinuità che riapre, dopo le macerie prodotte dalla legge Brunetta, un percorso sindacale che riguarda il mondo del lavoro pubblico». Sulla stessa linea, anche se con parole più sfumate rispetto alla Cgil, si colloca la Cisl, con la dichiarazione di Giovanni Faverin (Funzione pubblica) e Francesco Scrima (Scuola): «L’intesa definita – spiegano – rappresenta un passo importante perché stabilisce che la riorganizzazione del pubblico impiego si fa insieme ai lavoratori pubblici, con più contrattazione, più partecipazione e più trasparenza». Soddisfazione anche dalla Uil, che rileva come il protocollo restituisca «un ruolo attivo alle parti sociali, attualmente bloccato dalla normativa vigente».
 Dunque è un disguido o una scorrettezza, la circostanza che i loro rappresentanti sindacali locali, qualche giorno dopo, nella stesura del documento sindacale di risposta al nostro comunicato, invece di incoraggiare i propri iscritti e sopratutto di informare tutti i lavoratori dell’Ente di questa importante riforma in controtendenza al passato e quindi finalmente di poter festeggiare l’Addio alla «Brunetta», si mostrano piuttosto preoccupati, timorosi e pavidi nei confronti della nostra parte pubblica e se la prendono (ancora una volta) con il più debole.
 Le altre sigle sindacali, disapprovano la nostra condotta nelle relazioni sindacali aziendali e ci accusano  . Innanzitutto è noto a tutti che la CISL e la UIL nazionale, contesta la CGIL di questi comportamenti.
 Al contrario, la nostra Organizzazione Sindacale, con il proprio comunicato, ha voluto spiegare chiaramente la nostra proposta, inizialmente unitaria tra tutte le sigle sindacali territoriali e la  RSU, mentre nell’ultima delegazione trattante siamo rimasti da soli a sostenerla e ribadiamo è concreta e fattibile.
 E ancora le altre sigle sindacali, ci accusano di fare solamente demagogia e populismo. E’ l’esatto contrario in quanto la nostra azione sostiene con fermezza la partecipazione e denota una genuina democrazia. Difatti vogliamo ricordare ai nostri colleghi sindacalisti, che il sindacato non si fa nelle stanze dei bottoni a mediare con il potere forte, per sostenere esclusivamente posizioni individuali e/o gratificazioni personali, ma si fa principalmente con le manifestazioni di piazza per difendere gli interessi della collettività.
 Infine le altre sigle sindacali, ci incolpano di aver fatto pregiudiziali che assorbono quasi tutto il tempo negli ultimi tre incontri. Vogliamo semplicemente rinviare al mittente questa accusa,  e rammentare a Loro, l’atteggiamento della UIL. 
 Al contrario la nostra Organizzazione Sindacale nell’ultima riunione ha contestato la parte pubblica, poiché da oltre tre mesi non risponde a nostre precise richieste, che sono indubbiamente argomenti di delegazione trattante e concernente l’ordine del giorno da trattare (destinazione fondi salario accessorio 2011 e 2012) e inoltre la DICCAP ha stigmatizzato l’oblio della parte politica sempre presente alle riunioni di delegazione trattante, ma perennemente assente, perché sprovvisto di un proprio atto di indirizzo, ma richiesto insistentemente dalla nostra organizzazione sindacale dall’inizio dell’anno.
  Concludendo, constatiamo dalla stesura del documento sindacale di risposta al nostro comunicato, che  non  è ancora chiara la vostra soluzione che non produca un eccessivo disagio al dipendente…omissis, quando invece “di fatto” lo si è già prodotto e oltre ad essere eccessivo è anche ingiusto, poiché si vuole incentivare le posizioni organizzative perché mancano i dirigenti, senza riconoscere la maggiore produttività ai dipendenti di categoria medio-bassa, che devono sopperire ai posti vacanti nella dotazione organic
a e/o sostituire i funzionari perché a loro volta sostituiscono i dirigenti che mancano. Nel nostro Comune, ancora oggi a pagare sono solamente i dipendenti appartenenti alle fasce medio-basse, proprio come sta facendo questo Governo penalizzando tutti i cittadini appartenenti alle fasce medio-basse (che dite voi della CGIL?).
 Ed è per questo, che siamo davvero noi a chiedere all’Amministrazione una delegazione trattante in cui siano ripristinate le regole democratiche…..omissis….senza subire forme di pressione psicologiche e che sia foriera di decisioni possibilmente condivise, 
> pertanto, la partecipazione dei dipendenti come uditori potrà rassicurare il rispetto di tali regole;
> e soprattutto dovendosi fare riferimento al buon senso ed ai principi generali di correttezza e buona fede nei rapporti reciproci tra chi conferisce l’incarico ed il destinatario dello stesso, si chiede  all’Amministrazione, di individuare un presidente di delegazione trattante (parte pubblica) terzo, che non sia direttamente coinvolto da aspetti personali (incentivo ICI, posizione organizzativa) e sussistenza di particolari rapporti con una OO. SS., che abbia anche la capacità di trovare il punto di sintesi tra le diverse posizioni e tra le diverse esigenze,  a tutela e rispetto di tutti i lavoratori del Comune di Modugno. 
Modugno,  12 maggio 2012
Il Direttivo Aziendale

La RSU   

Il Segretario Aziendale
Giuseppe Debenedictis

Zona Industriale: ancora due arresti per furto di materiale ferroso

Sono stati sorpresi a rubare materiale ferroso accantonato in un capannone in disuso. Si tratta del 31enne rumeno Ion Lapadat, già noto alle Forze di Polizia e di un suo connazionale 47enne incensurato, entrambi domiciliati a Bari, arrestati a Modugno dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della locale Compagnia con l’accusa di furto aggravato in concorso.

I militari, durante uno specifico servizio finalizzato a contrastare il fenomeno dei reati predatori, in transito in via della Camelie, zona industriale, hanno sorpreso e bloccato i due mentre stavano rubando del materiale ferroso accatastato in un capannone. La refurtiva è stata restituita all’avente diritto mentre i due, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, sono stati associati presso la locale casa circondariale.

 

(fonte: Comando Provinciale Carabinieri Bari)

Minacce ai giocatori del Bari, un modugnese tra gli ultras in manette

Procura della Repubblica di Bari

Uno dei capi della tifoseria del Bari è modugnese. E’ il 34enne Raffaele Loiacono, in carcere con l’accusa di violenza privata aggravata, nell’ambito dell’inchiesta barese sul calcioscommesse. Insieme a lui è finito in manette l’altro capo ultras Roberto Sblendorio. Concessi i domiciliari ad Alberto Savarese, detto “il parigino”.

Nelle 35 pagine dell’ordinanza d’arresto, a firma del gip del Tribunale di Bari, Giovanni Abbattista, ci sono intercettazioni e stralci di interrogatori dei giocatori del Bari minacciati, dall’ex difensore del Bari, Andrea Masiello, ancora agli arresti domiciliari per frode sportiva nell’ambito della stessa indagine, all’ex capitano Jean Francois Gillet, per finire ad Alessandro Parisi, che sarebbe stato anche schiaffeggiato da uno dei tre.

“Sono in debito con gente pericolosa, rischio di morire e ho bisogno di soldi, se volete fare una vita tranquilla fino a fine anno, dovete perdere”. Minacce violente che dalle ultime partite del campionato di serie A del Bari, la stagione 2010-2011, avrebbero alimentato un clima di vero e proprio terrore psicologico e paura tra i giocatori biancorossi. Tre le partite incriminate: Bari-Sampdoria del 23 aprile 2011, finita 0-1, che segnò la retrocessione matematica dei biancorossi, Cesena-Bari del 17 aprile 2011, finita 1-0, Bari-Chievo del 20 marzo 2011, conclusasi 1-2.

Dalle indagini dei Carabinieri baresi, coordinate dal procuratore capo Antonio Laudati e dal sostituto Ciro Angelillis, emerge ancora una volta il ruolo di Antonio Bellavista, ex giocatore del Bari arrestato mesi fa dalla Procura di Cremona. Bellavista, stando al racconto di alcuni giocatori indagati, avrebbe minacciato a sua volta Masiello e gli altri dicendo che “se continuate a dire di no, sono disposto a mandare gente pesante”, riferendosi presumibilmente proprio ai tre ultras.

Gli interrogatori di garanzia dei tre arrestati sono stati fissati per la prossima settimana: lunedì in carcere quelli di Sblendorio e Loiacono. Giovedì prossimo in Tribunale quello di Savarese.

“Siamo stati costretti a intervenire prima della fine del campionato – ha detto Laudati in conferenza stampa – perché l’attività di intimidazione e capacità di condizionamento è proseguita e rischiava di compromettere l’esito ulteriore delle indagini e l’incolumità di alcune persone”. “C’è un primo episodio – ha detto Laudati – in cui a Bari doveva essere svolta una partita del Foggia per indisponibilità dello stadio Zaccheria, ma questi soggetti hanno impedito che la partita si svolgesse a Bari con minacce violente e atteggiamenti intimidatori nei confronti di istituzioni pubbliche, per cui la partita è stata trasferita a Lecce”. Laudati ha poi riferito di “azioni di rappresaglia nei confronti di alcuni giocatori”. “Una persona che era stata molto dettagliata su quello che accadeva negli spogliatoi è l’ex capitano del Bari, Gillet, e nei suoi confronti – ha detto il procuratore – era stata programmata una spedizione punitiva a Bologna per indurlo a ritrattare o comunque ridimensionare le dichiarazioni che aveva fatto. Queste persone – ha detto ancora Laudati – avevano cominciato a prendere di mira anche alcuni giornalisti i quali per primi avevano avuto il coraggio di denunciare e commentare in maniera molto significativa quello che era negativo nel comportamento dei tifosi”.

Il procuratore ha spiegato che questi arresti rientrano nella seconda delle tre tranche in cui si articolano le indagini della Procura di Bari sulla vicenda calcioscommesse. “Il tema di fondo della nostra indagine – ha spiegato Laudati – è l’interferenza, il danno, che le scommesse hanno creato nel mondo del calcio: una corruzione dei protagonisti del mondo del calcio perché gli interessi economici in gioco fanno sì che ci siano spinte molto forti dall’esterno delle società di calcio per corrompere i protagonisti sul campo, o per alterare il risultato, e in questo caso si consuma la frode sportiva, o per condizionare singoli eventi. Il secondo modo di interferire è quello di intimidire. Un aspetto tipico della criminalità organizzata – ha detto Laudati – da cui nasce l’omertà, che consente di tutelare propri interessi e realizzare scopi illeciti”.

Nel raccontare le modalità con cui avvenivano le minacce, Laudati ha detto che “non di propria iniziativa, ma mandate da alcuni scommettitori, queste persone hanno ripetutamente minacciato i giocatori del Bari per costringerli a perdere le partite”. Ma il ruolo degli scommettitori riguarda la terza tranche dell’indagine, ancora in corso, sul riciclaggio del denaro e il sistema dei movimenti economici delle scommesse. “L’utilizzo dei tifosi – ha detto Laudati – in un meccanismo che chiamo sistema criminale è stata una delle modalità con cui si riuscivano a condizionare i giocatori e le società per lucrare dall’esito delle scommesse”.

Sulla parte di indagine che il primo aprile scorso ha portato all’arresto dell’ex difensore del Bari Andrea Masiello e dei suoi amici Giacobbe e Carella, il procuratore ha annunciato “ultimi accertamenti in corso” e poi la chiusura “subito dopo la fine del campionato”.