Magrone, reagire a minacce Kion in tutte le sedi

Il sindaco magrone con gli operai OM

UFFICIO STAMPA SINDACO MODUGNO

Anche oggi il sindaco di Modugno con gli operai Om e le loro famiglie

“Bisogna reagire in tutte le sedi, anche istituzionali, a questi evidenti e gravi minacce di ritorsione”. Lo ha detto oggi il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, in occasione del Family Day, la manifestazione che gli operai di ‘OM Carrelli Elevatori’ hanno fatto dinanzi ai cancelli con mogli e figli per sollecitare anche l’interesse della Regione Puglia e della Provincia di Bari, oltre all’attenzione più volte manifestata dai Comuni di Bari e di Modugno. Occorre reagire anche con durezza – ha sottolineato Magrone – perché la multinazionale tedesca Kion smetta di tentare di riprendere i carrelli, per un valore dichiarato di oltre 12 milioni di euro, che l’azienda ritiene di sua proprietà e che sono custoditi nella fabbrica che gli operai presidiano ormai da mesi.

Magrone, divenuto sindaco da un mese circa, in queste settimane si è occupato personalmente già varie volte della Om Carrelli, riuscendo tra l’altro il 2 luglio ad ottenere che gli autotrasportatori inviati dall’azienda andassero via senza prendere i carrelli. Oggi, Magrone era lì ancora una volta dinanzi ai cancelli, dove si è recato anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

“Oltre alle mediazioni politiche e sindacali – ha sotttolineato Magrone – bisogna reagire in tutte le sedi, perché l’azienda non insista nel portar via beni che, finché qualcuno non accerti il contrario, oggi appartengono agli operai come agli azionisti del Gruppo Kion”. “Anche le minacce aziendali di bloccare la cassa integrazione – ha aggiunto il sindaco di Modugno – devono trovare la risposta adeguata: bisogna far capire alla Kion che gli accordi sottoscritti in sede ministeriale devono essere rispettati. Una risposta dura si deve a chi tenta di sottrarre quanto è dovuto a famiglie che rischiano la sopravvivenza”.

Con una raccomandata inviata il 15 luglio scorso e giunta agli operai nelle ultime ore, infatti, la Still, società del gruppo Kion che gestisce lo stabilimento di Modugno, comunica che se i lavoratori Om non lasceranno passare i camion, l’azienda è pronta a far cessare la cassa integrazione dal prossimo mese.

In occasione del ‘Family Day’ è stato confermato che il 23 luglio si terrà una riunione alla Regione Puglia, alla quale parteciperanno sindacalisti, rappresentanti della Kion, i sindaci di Modugno e di Bari. Per il 30 luglio è fissato un nuovo incontro a Roma al ministero.

 

Modugno, 19 luglio 2013

Blatte – così si combattono

Una segnalazione inviataci da: Fratelli d’Italia Modugno – fratelliditalia.modugno@gmail.com –

il 16 sera trova una risposta immediata da parte dell’amministrazione comunale. Coincidenza? In ogni caso un caloroso ringraziamento ai Fratelli d’Italia modugnesi per l’attenzione e un riconoscimento alla “sollecita” attenzione dimostrata dall’amministrazione. Un grazie anche a Ermes il dio greco della fortuna e “messaggero” di Zeus; che non abbia qualche merito anche lui?

 

Il calendario dei lavori di disinfestazione prima pubblicato e poi inspiegabilmente sospeso sino a data da destinarsi. E intanto le blatte ringraziano. La scorsa settimana il Comune di Modugno, attraverso il suo sito internet ufficiale (http://www.comune.modugno.ba.it/temp/2013/07/disinfestazione-il-programma-degli-interventi-di-aqp.html), comunicava il calendario degli interventi di disinfestazione che AQP avrebbe effettuato a partire da oggi su tutto il territorio di Modugno.

Dallo stesso sito internet, attraverso uno scarno comunicato (http://www.comune.modugno.ba.it/temp/2013/07/avviso-alla-cittadinanza-3.html), apprendiamo che “gli interventi di disinfestazione contro le blatte previsti in calendario sono temporaneamente sospesi” senza indicare con precisione né la nuova data di inizio lavori né la motivazione di tale grave ritardo. Nel frattempo i ‘simpatici’ animaletti, portatori di malattie gravi come tifo ed epatite, proliferano e sguazzano nelle vie cittadine ed in particolare nel centro storico. Quello stesso centro storico che l’attuale sindaco Magrone pareva tenere in grande considerazione durante la sua campagna elettorale promettendo, in caso di elezione, una lotta senza quartiere a topi e scarafaggi.

La situazione in cui i modugnesi si ritrovano oggi è sotto gli occhi di tutti, nulla è cambiato nonostante i proclami da campagna elettorale: la solita situazione emergenziale a cui siamo abituati ormai da anni, accompagnata da approssimazione e ritardi inspiegabili su cui Fratelli d’Italia ritiene che il sindaco Magrone e l’assessore all’Ambiente, Tina Luciano, debbano dare conto alla popolazione.

Con cortese preghiera di pubblicazione. Cordiali saluti.

 

Nella serata del giorno successivo veniva diramato dall’ufficio stampa del sindaco Nicola Magrone il seguente annuncio

Era un intervento molto atteso dalla popolazione di Modugno, quello di disinfestazione da blatte. E l’amministrazione Magrone, insediata meno di un mese fa, era riuscita ad ottenere che Acquedotto Pugliese, tramite una ditta incaricata, svolgesse interventi straordinari in tutti i quartieri della città tra il 16 e il 19 luglio. Ma ieri, prima giornata per gli interventi previsti,  le operazioni sono state bloccate dalla stessa amministrazione comunale perché sono state riscontrate anomalie nella esecuzione delle operazioni.  Collaboratori dell’assessorato comunale all’igiene urbana si sono infatti accorti che la sostanza che sarebbe stata utilizzata dall’azienda incaricata dell’intervento disinfestante non era adeguata all’operazione da compiere (tra l’altro, il prodotto era scaduto e il suo campo di applicazione particolarmente adeguato per altri insetti più che per le blatte) .

I collaboratori dell’assessorato hanno esercitato una opportuna azione di controllo e di precauzione benché l’intervento non fosse stato affidato dal Comune ma da Aqp trattandosi di un intervento sulle fogne. Si correva il rischio – secondo le valutazioni dell’amministrazione comunale – che per le blatte quell’intervento fosse poco efficace, mentre risultasse pericoloso per altre specie, compresa la specie umana: l’insetticida che sarebbe stato utilizzato è classificato infatti come moderatamente tossico dall’Organizzazione mondiale della Sanità.

“Bisogna evitare – commenta il sindaco, Nicola Magrone – qualsiasi intervento che possa risultare anche lontanamente pericoloso. Esistono ritrovati che consentono di svolgere assai efficacemente l’intervento disinfestante senza che ci siano rischi di sorta”. Il sindaco rivolge un plauso agli addetti dell’assessorato all’igiene urbana che si sono accorti di quanto stava per accadere: “Credo – assicura – che non ci vorrà molto perche le operazioni riprendano. Anzi, suppongo che già nelle prossime ore l’Aqp darà le opportune indicazioni all’azienda incaricata per un nuovo calendario  per riprendere correttamente e concludere interventi risolutivi nelle fogne cittadine contro questo insetto nocivo”.

Un salto nel vuoto

Agghiacciante spettacolo la sera del 14 luglio 2013 in via Paolo Lembo, nel quartiere Picone di Bari. Una serie di lamenti che diventavano via via più frequenti ed intensi, hanno attirato l’attenzione della gente che passava lungo la strada, di giorno affollata per il traffico, ma con una frequentazione di più bassa intensità la sera d’estate, visto che la folla si sposta verso la zona costiera della città, per via del caldo. Inizialmente sottovalutati, i lamenti hanno dopo un po’ attratto i passanti e gli inquilini dello stesso palazzo , un complesso enorme di parecchi piani che dopo essersi voltati dappertutto, in attesa di scorgere qualcuno, compresi sfottò da parte di gruppi di ragazzi vaganti, si sono amaramente resi conto, alzando lo sguardo, che si trattava di un cane di taglia media, appeso con una sola zampa posteriore alla ringhiera di un balcone e con tutto il corpo appeso nel vuoto dal quinto piano. Da una rapida analisi, si è capito che i proprietari del cane e dell’appartamento erano assenti, come anche i coinquilini adiacenti.  
La situazione è apparsa subito drammatica e di difficile soluzione positiva, visto che da un momento all’altro rischiava di volare giù dal palazzo. Una commistione di sentimenti ha coinvolto tutti coloro che erano lì e quelli che passavano in quel momento, con bambini terrorizzati dal fatto che il più grande amico dell’uomo e il loro più grande amico di giochi potesse schiantarsi al suolo. Prontamente chiamati i Vigili del Fuoco (115), da più di uno, nell’attesa, i passanti si sono improvvisati, procurandosi  dai vicini di casa coperte che potessero essere capienti per ricevere la sfortunata bestiola, caduta in disgrazia. Minuti interminabili sono passati dall’inizio della tragedia all’arrivo dei VV.FF., intervenuti comunque celermente, i quali,  per uno scherzo del destino non hanno potuto prestare la loro opera, poiché in quell’istante il cane è caduto nel vuoto, ma per fortuna è finito sulla coperta, tramortito e scioccato dalla paura.
Tutti sono stati felici della conclusione di questa brutta storia, che ci ricorda, come soprattutto in estate, questi poveri animali vengono lasciati soli e al loro destino. Si tenga presente che la L.220/12 dice che non si può più vietare a qualcuno di tenere in condominio un animale da compagnia, ma la condotta sull’incuria o l’abbaiare o il comportamento è assolutamente sanzionabile, se ciò porta all’alterazione dell’esistenza altrui. Questa volta, diverse persone hanno dovuto pensare addirittura a salvare la vita ad una povera bestia lasciata sola che sarebbe sicuramente morta stupidamente.

Modugno – Aggredito nel garage

foto Luca Turi

Nella mattina di ieri, venerdì 12 luglio 2013, a Modugno in via Tagliamento, un uomo, un ingegnere di 37 anni, mentre usciva da un garage è stato aggredito e accoltellato in strada.
L’aggressore è un 64enne barese e – secondo quanto ricostruito dai carabinieri- pare si fosse introdotto nel garage minacciando l’uomo e costringendolo a consegnargli il borsello. Ne è scaturita una violenta lite in seguito alla quale la vittima è stata ferita a un braccio e a una mano riportando lesioni da taglio giudicate guaribili in 20 giorni.
Un Carabiniere che era in zona, libero dal servizio, richiamato dalle urla dell’ingegnere, è prontamente intervenuto riuscendo a bloccare l’aggressore.  
L’aggressore, anch’egli rimasto ferito all’avambraccio, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, è stato ricoverato in stato d’arresto presso il Policlinico di Bari.

Omicidio Lacalamita: respinta la revisione del processo

Giuseppe Lacalamita

Sono passati undici anni da quel maledetto 23 settembre 2002, allorché il giovane modugnese Giuseppe Lacalamita fu assassinato
da una banda di malviventi che tentarono di rapinarlo mentre era in compagnia della sua ragazza. Era la notte dei Santi Patroni di Modugno e Giuseppe si trovava in campagna per ammirare i fuochi pirotecnici all’interno della sua vettura. Approfittando del buio della notte e della zona disabitata, tre delinquenti, nascosti tra i cespugli, mandarono in frantumi il finestrino dell’auto dove si trovavano i due: fu l’inizio di una aggressione senza scampo. A quel  punto Giuseppe, temendo per la fidanzata, le fece scudo con il corpo. Per Giuseppe la morte giunse con un colpo di pistola che gli recise l’aorta. La cronaca racconta, tuttavia, che le indagini condotte dai carabinieri si orientarono sin da subito su tre individui: due fratelli e un loro amico. La Corte di assise di Bari condannò Indrid Tusha e Florenc Seferi rispettivamente a 12 e 23 anni di carcere mentre Arian Tusha fu condannato a 12 anni dopo che si rese latitante in Albania. Successivamente la Corte di Assise d’appello, con una sentenza del 30 maggio 2006, divenuta poi irrevocabile il 13 marzo 2007, assolse Tusha Indrid e Seferi Florenc per non aver commesso il fatto. Arian Tusha, invece, rimasto contumace, non propose appello e quindi la sentenza divenne definitiva. Nel frattempo nel 2007 fu emesso un ordine di cattura internazionale per Arian. La corte albanese si trovò a decidere sul riconoscimento della sentenza italiana e in quella sede applicò una pena superiore infliggendogli 15 anni di carcere. Il resto è storia d’oggi. A luglio dello scorso anno Arian Tusha ha proposto istanza di revisione del processo alla Corte di Appello di Lecce. Questa istanza era fondata sulla inconciliabilità di giudicati. In pratica secondo Arian Tusha c’era una incompatibilità di provvedimenti passati in giudicato. La Corte di Appello di Lecce dopo cinque ore di camera di consiglio lo scorso venerdì 5 luglio ha rigettato la sua richiesta. Almeno per il momento, dunque, Arian Tusha è l’unico elemento a cui la famiglia Lacalamita si appoggia per individuare il responsabile di quell’efferato delitto. Analizzando l’intera vicenda si può certamente constatare come ci sia  stata un’incredibile serie di lacune investigative a causa delle quali c’è stata l’assoluzione di due dei tre imputati. Per esempio non fu mai fatta la prova dello stub sugli indumenti degli indiziati. Ad oggi la famiglia Lacalamita non ha mai metabolizzato la sentenza della Corte di Assise d’appello di Bari perché da quella sentenza sembra emergere tutta una serie di lacune investigative che inevitabilmente devono ricadere sul pubblico ministero che condusse le indagini e a cui l’intera famiglia si era appellata. Per Danilo Sciannimanico, del movimento politico “Fratelli d’Italia”, da sempre attivo durante questi anni su questa triste pagina modugnese, ha dichiarato: “ci congratuliamo con il procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce, il dott. Giuseppe Vignola, per la decisione assunta. Una decisione che ristabilisce la verità e ribadisce con forza la certezza della pena, troppo spessa messa in dubbio da verità processuali distorte – come avvenuto negli 11 anni della vicenda Lacalamita – e da scelte legislative scellerate, quale l’indulto “mascherato” di recente approvazione in Parlamento grazie ai voti di Pd  e Pdl”.