La Provincia dona una carrozzina al "Tommaso Fiore"

La Provincia di Bari dona una carrozzina per disabili all’Istituto “Tommaso Fiore” di Modugno

La Provincia di Bari, su iniziativa del Presidente, Francesco Schittulli, e dell’Assessore ai Servizi alla Persona, Giuseppe Quarto, ha messo a disposizione dell’ IISS “Tommaso Fiore” di Modugno una carrozzina per consentire gli spostamenti degli studenti disabili all’interno della scuola.

La carrozzina è frutto di una donazione fatta alla Provincia dalla società cooperativa Far.P.As. (Farmacisti Pugliesi associati) di Modugno.

“In un momento in cui si registrano pesanti tagli non più sostenibili al bilancio della Provincia e la riduzione di risorse, in particolare per le politiche sociali, tali donazioni sono cristianamente fondamentali e ci consentono di potenziare, all’interno delle nostre scuole, i servizi per i disabili – afferma il Presidente Schittulli -. Questa Amministrazione ha favorito, da subito, la collaborazione con soggetti privati finalizzata a migliorare e rafforzare i servizi socio-assistenziali sul territorio per i soggetti svantaggiati”.

“La Provincia – continua l’Assessore Quarto – grazie alla generosità di tante aziende e sponsor privati, in questi anni, ha messo a disposizione di associazioni, scuole e Comuni anche diversi automezzi destinati al trasporto dei disabili al fine di incrementare tali servizi verso persone con limitate abilità motorie. A nome dell’Ente ringrazio la cooperativa e la sensibilità di Raffaello Recchia che ha deciso, proprio in concomitanza del Natale, di donare tale mezzo alla nostra comunità”.

Finanziamenti al trasporto pubblico locale

14 milioni di euro in piu’ all’anno per il trasporto pubblico Soddisfazione del presidente Upi-Puglia, Schittulli: “garantiti maggiormente utenti e lavoratori”
Nel giorno “nero” per il trasporto pubblico locale, con lo sciopero di quattro ore che ha creato gravi disagi per i passeggeri di bus e treni e che a Bari ha visto l’adesione media dell’85% dei lavoratori (dati CGIL), arriva una notizia dalle istituzioni che ridà una speranza agli stessi lavoratori ed agli utenti.
Si tratta di una piccola boccata d’ossigeno per il trasporto pubblico gestito dalle Province e Comuni pugliesi che arriva dalle casse regionali.
Ad annunciarlo è il presidente UPI (Unione Province Italiane)Puglia, Francesco Schittulli, che con il suo impegno è riuscito a ottenere dalla Regione Puglia 14 milioni di euro in più all’anno (per quattro anni e mezzo) rispetto ai fondi già previsti. La somma sarà stanziata nel Bilancio che il Consiglio regionale approverà in questa settimana. Alla cifra, poi, vanno aggiunti 12 milioni per l’anno in corso. Un risultato non di poco conto se si pensa che dal 2005 al 2013 lo stanziamento regionale era stato solo di cinque milioni di euro.
“I 14 milioni di euro in più non servono certo a risolvere i complicati problemi strutturali e finanziari che attanagliano da anni il trasporto pubblico urbano ed extraurbano – spiega il presidente Schittulli – ma sono una risorsa preziosa per garantire un miglior servizio all’utenza e una maggiore garanzia occupazione per i lavoratori. La mia determinazione nel chiedere più soldi e la sensibilità a darli da parte della Regione Puglia sono un buon esempio di enti che hanno a cuore i bisogni dei cittadini, una collaborazione istituzionale che sarebbe auspicabile avvenisse anche su altre questioni di grande interesse per la collettività”.
L’auspicio è che questi soldi siano spesi con criterio e che i disservizi si riducano e comunque che non ricadano sempre sui cittadini-contribuenti.-

Inserimento al lavoro per i detenuti

Dare ai detenuti un’opportunita’ di lavoro – protocollo d’intesa tra Upi Puglia e Prap Puglia Si parla tanto di Riforma delle Carceri, l’argomento è di estrema attualità. Il Governo è alle prese con il problema dell’eccessivo sovraffollamento con soluzioni che vanno dall’aumento dei posti letto sino a provvedimenti come l’amnistia e l’indulto, la cui paventata attuazione suscita tante polemiche tra i partiti e nell’opinione pubblica.
Anche dalle nostre parti si stanno avviando delle interessanti iniziative.
Infatti, allo scopo di dare un’opportunità lavorativa ai detenuti pugliesi, lunedì 16 dicembre, alle 10 nella Sala Giunta della Provincia di Bari sarà sottoscritto un Protocollo d’intesa fra l’Unione Regionale delle Province Pugliesi (UPI Puglia) e il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Puglia (PRAP Puglia).
La collaborazione prevede la promozione di un Programma di attività lavorative che possono essere svolte dai detenuti anche fuori dal carcere, ma anche lavori più qualificati che consentano, laddove ci sono le caratteristiche idonee, di poter offrire occasioni di inserimento lavorativo del detenuto, che possano valorizzare le sue qualità professionali, ma anche rendere un servizio sociale mentre si sconta una pena.
Il Protocollo, però, ha anche progetti più ambiziosi: promuovere progetti sperimentali e formativi in modo da fornire non solo l’acquisizione di nuove professionalità spendibili sul mercato, ma anche l’adeguamento di esperienze già acquisite prima della detenzione. Così come l’UPI Puglia e il PRAP Puglia collaboreranno alla preparazione di progetti finanziati dalla Comunità europea.
Il Protocollo, poi, prevede il diretto coinvolgimento dei Centri per l’Impiego per la promozione di iniziative ed interventi di politiche attive sul territorio.
“Il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione perché solo lavorando la persona acquisisce quella dignità e autonomia che non lo rende ‘servitore’ di nessuno – sostiene il presidente dell’UPI Puglia, Francesco Schittulli -, dare ai detenuti pugliesi l’opportunità di sentirsi non emarginati, può davvero contribuire a quel recupero sociale che dovrebbe essere lo scopo principale e rieducativo della stessa detenzione”.

L'elettrodotto del quartiere Cecilia

Un comunicato dell’Associazione Giorgio La Pira In riferimento al comunicato della Segreteria del Sindaco di Modugno relativo all’interramento dell’elettrodotto a 150KV di RFI SpA, l’Associazione G. La Pira apprezza l’iniziativa del Sindaco di Modugno per l’attenzione mostrata alla delicata problematica. Comunica inoltre di aver riproposto all’Ufficio di Staff del Sindaco l’istanza dei residenti del quartiere Cecilia che, invocando il principio di precauzione in materia di inquinamento elettromagnetico, come fatto con le precedenti amministrazioni comunali, chiedono che l’elettrodotto sia interrato in territorio di Modugno per circa 900 metri nel tratto compreso tra il traliccio n. 440 e n. 443 interferente Via Molise Via G. La Pira e Via Liguria, indipendentemente dalla realizzazione del 2° lotto funzionale della linea ferroviaria il quale, allo stato attuale è un progetto sulla carta che non ha alcuna delibera di approvazione definitiva; allo stesso tempo nessun Ente ha avanzato richiesta di finanziamenti per l’interramento dell’elettrodotto.
Per 1° lotto del prolungamento il progetto è stato deliberato definitivamente da marzo 2010; l’interevento in corso d’opera dall’1 giugno u.s. prevede nel territorio del Quartiere Cecilia di Modugno un tratto di galleria artificiale lungo circa 600 metri – di cui 320 metri in curva – e la “Stazione Cecilia”. Attualmente la struttura portante della stazione è in corso di completamento; lo scavo per la galleria artificiale è stato realizzato in gran parte; l’elettrodotto,  compreso tra i tralicci n. 440 – 441 – 442 per circa 300 metri interferisce sui lavori di costruzione. Nel progetto del 1° lotto sono previste adeguate opere di sostegno provvisorie dei tralicci presenti lungo il tracciato ferroviario al fine di garantire la perfetta funzionalità dell’elettrodotto durante i lavori.
Si comunica inoltre che in un incontro con l’Assessore all’ambiente dott.ssa Luciano avente come oggetto l’interramento dell’elettrodotto, l’Associazione G. La Pira ha proposto di ridiscutere il Protocollo d’Intesa del maggio 2007, previo convocazione di una Conferenza dei servizi.

Il Presidente Matteo Lupelli

Sosteniamo….lì

Convegno per aiuti umanitari a favore dei bambini orfani e le famiglie

dell’Istituto “Shtepia e Drejtorise dhe Pajtimit Kombetar” a Tirana. Alla presenza del vice ministro del Kosovo prof. Gjergj Dedaj e dell’ing. Domenico Conte sindaco di Palo del Colle, che nella sala consiliare ha ospitato e sostenuto l’iniziativa, si è svolto il convegno a favore di bambini e famiglie kosovare e albanesi che hanno subito le cosiddette “vendette di sangue”. Nel mese di settembre in Albania, circa seicento bambini non si sono presentati a scuola; le famiglie li tengono nascosti, qualche volta fin dalla nascita, per paura che vengano uccisi. Tutto ciò a causa delle regole imposte dal “Kanun”, codice di rigide regole di comportamento che contempla tutti gli aspetti del vivere quotidiano vigente dal 1400 ancora oggi in auge nelle comunità rurali. Secondo le autorità albanesi il fenomeno è circoscritto alle zone di Scutari, Puka e Malesia e Madhe. Nel codice Kanun c’è una regola che impone ai componenti di un clan o famiglia che ha subito un’uccisione di vendicarsi uccidendo un membro della famiglia dell’uccisore. Tale vendetta può essere perpetrata anche a distanza di moltissimi anni, come è accaduto di recente in Albania: Maria una ragazza di 17 anni e suo nonno di 70 anni nella regione di Scutari sono stati uccisi per vendicare un’uccisione di cinquant’anni prima. Ma questa volta è stata assassinata anche una donna. Tale delitto non è contemplato nel “Kanun”, il codice vieta l’uccisione delle donne e tale regola recita cosi: “la donna è intoccabile, addirittura sacra; se un uomo si fa accompagnare da una donna fuori di casa non lo si può uccidere” Con l’uccisione di Maria questa regola è stata infranta. Questa tremenda tragedia ha sconvolto l’opinione pubblica albanese che è scesa in piazza a protestare affinché venga messo al bando il Kanun. Il Convegno si è tenuto a Palo del Colle per volere del sindaco Domenico Conte e dell’associazione L’Onda Perfetta che hanno accolto la richiesta del vice ministro kosovaro al fine di raccogliere aiuti umanitari per la salvaguardia di questi bambini e delle loro famiglie. “Il fenomeno della vendetta di sangue è tornato in auge dopo la caduta del comunismo, favorito in qualche modo dalla totale carenza di leggi ad hoc e dalla consuetudine di farsi giustizia da sè come accade in tante parti del mondo” ha dichiarato il vice ministro, chiedendo la collaborazione delle autorità italiane e degli albanesi qui residenti a contribuire alla lotta contro questa aberrante consuetudine. I relatori sono stati: l’ass.re ai servizi sociali M.Lucia Antonietta Grieco, Paci Parashqevi presidente dell’Onda Perfetta, avv. Natasha Shehu presidente del CNAI, prof. Nedim Vlora, prof. Michele Indellicato, avv. Cosima Buonocore e Umberto Lassandro.