Come i furti creano ritardi direttamente nella circolazione dei treni Le cronache riportano quotidianamente notizie riguardanti furti di rame ai danni delle ferrovie italiane. E’ per limitare questo fenomeno che il personale di Protezione Aziendale del Gruppo FS Italiane e dalle Forze dell’Ordine, in particolare la Polizia Ferroviaria, stanno adottando una strategia che ha permesso di conseguire risultati importanti grazie alle nuove azioni, coordinate e condivise, di prevenzione e contrasto ai furti di rame e alla scelta delle Forze dell’Ordine di incidere sul secondo livello delle organizzazioni criminali,ossia quello della ricettazione.
Il rame è ampiamente utilizzato sull’intera infrastruttura ferroviaria. In particolare, è impiegato negli impianti tecnologici, nei sistemi di segnalamento e alimentazione elettrica dei treni, in quelli di telecomunicazione e rappresenta il miglior conduttore elettrico disponibile sul mercato dopo l’argento, perché resistente alla corrosione e interamente riciclabile.
Per queste sue caratteristiche è molto richiesto dal mercato internazionale, dove il sensibile aumento della domanda come materia prima, soprattutto nei Paesi emergenti del Nord-Est asiatico, non soddisfatto dalla produzione, alimenta i circuiti illegali.
La quotazione annuale media aggiornata a maggio 2014 vede il rame a 6,14 €/kg: proprio l’8 maggio 2014 è stata registrata la quotazione più bassa da gennaio 2012: 5,81 €/Kg (fonte: quotazione media cash Milano – siti ASSOMET e ISOCLIMA).
Anno Prezzo rame €/kg
(media annuale)
2009 4,65
2010 6,89
2011 7,75
2012 7,53
2013 6,61
2014* 6,14
Fonte: quotazione cash Milano – siti ASSOMET e ISOCLIMA *maggio
L’andamento del fenomeno nei primi mesi del 2014 ha visto una diminuzione del 17% dei furti in linea rispetto allo stesso periodo del 2013 (959 furti tra gennaio e maggio 2013; 796 furti tra gennaio e maggio 2014). Nel primi cinque mesi del 2014 si sono verificati 830 furti di rame in linea e deposito, per un totale di circa 288.324 kg di materiale trafugato.
Dal 2012 ad oggi le FS Italiane hanno stimato un danno economico per i furti del rame – su tutto il territorio nazionale – pari a oltre 23 milioni di euro, di cui più di 10 milioni per i costi degli interventi necessari al ripristino della circolazione.
Un trend registrato anche in Puglia dove quest’anno, da gennaio a maggio, si sono verificati 78 furti (per un totale di circa 6 mila kg di rame sottratto) contro i 75 registrati nei primi cinque mesi del 2013, quando erano stati rispettivamente 163 i colpi messi a segno nell’arco dell’intero anno e circa 43mila, complessivamente, i kg di rame trafugato.
I risultati conseguiti non permettono alle FS tuttavia di abbassare la guardia perché il rame continua ad essere richiesto dai mercati internazionali e il suo prezzo si mantiene piuttosto alto. È stata pertanto ulteriormente sviluppata la collaborazione con l’Agenzia delle Dogane volta sia ad identificare gli autori di tale fenomeno, sia a tracciare i possibili collegamenti tra i furti e le attività delle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali. La sottrazione di rame non comporta problemi di sicurezza al trasporto ferroviario. La sua asportazione determina l’attivazione istantanea dei sistemi di sicurezza che governano le tecnologie utilizzate per la gestione della circolazione dei treni che, di conseguenza, si fermano immediatamente con l’automatica disposizione a via impedita dei segnali delle stazioni e delle linee interessate. La circolazione risulta pertanto notevolmente perturbata, con conseguenti e considerevoli ritardi.Nei primi 5 mesi del 2014 i disagi subiti a seguito dell’asportazione del materiale e dei tentativi di furto hanno coinvolto nel primo caso 6.048 treni per oltre 74mila minuti di ritardo (corrispondenti a 52 giorni), nel secondo 1.198 treni per oltre 23mila minuti di ritardo (17 giorni), con un totale di 7.246 treni per oltre 98mila minuti di ritardo (69 giorni). Nella sola Puglia sono stati complessivamente 272 i treni coinvolti, per un totale di circa 5 mila minuti di ritardo, pari a oltre 96 ore.
E’ evidente il disagio che i passeggeri subiscono per il trasbordo; molti sono costretti ad acquistare ulteriori soluzioni di viaggio. Giungendo in ritardo a destinazione, numerose sono le manifestazioni di insoddisfazione e le lamentele. Per contrastare il fenomeno, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) oltre ad aumentare in funzione preventiva il livello di attenzione, ha potenziato i controlli svolti dal personale tecnico lungo le linee maggiormente colpite. Attualmente si sta provvedendo a sostituire progressivamente nelle aree particolarmente esposte il rame con alluminio, alluminio-acciaio e materiali alternativi, metalli e leghe meno pregiati e quindi meno appetibili per la criminalità. In alcuni casi, invece, si è scelto di adottare ulteriori misure di difesa quali ad esempio l’interramento, l’isolamento del rame con la cementificazione dei cavidotti e l’ausilio di strutture di cemento, l’impiego di recinzioni e blindature, oltre all’implementazione di sistemi di allarme e videosorveglianza.
Il problema coinvolge anche le altre nazioni europee. Per questo motivo è stata interessata Colpofer, l’associazione internazionale che riunisce le Forze dell’Ordine che operano in ambito ferroviario e le Strutture di sicurezza delle società ferroviarie continentali. L’esperienza maturata dalla PolFer è valsa al nostro Paese il ruolo di capofila europeo nel contrasto al fenomeno dei furti di rame, incaricato di promuovere annualmente un’azione congiunta delle 11 principali Polizie Ferroviarie continentali per affinare metodologie di indagine e di intervento.
Il protocollo rinnovato oggi risale al febbraio 2012, quando è stato istituito l’Osservatorio Nazionale Furti Rame. L’Osservatorio si è fatto promotore della Legge 119/2013, che dal 15 ottobre ha introdotto pene più severe per i furti a danno degli Enti erogatori di servizi pubblici e ha inteso dare risalto alle attività intraprese dalle società interessate dal fenomeno, anche mediante la diffusione delle informazioni attraverso la pagina web disponibile sul sito del Ministero dell’Interno.
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