Chiusa con successo l’edizione 2014, che l’ha riportata in centro città
Per la prima volta dopo venti anni, l’importante manifestazione fieristica – tradizionale appuntamento del novembre modugnese – è tornata a svolgersi anche nel cuore della città, nelle sue strade più centrali. L’edizione del ‘ritorno’, fermamente voluta e decisa dall’amministrazione Magrone, è stata salutata con entusiasmo dai cittadini. Soddisfazione tra le locali associazioni di categoria dei commercianti. Una festa da replicare.
Sebbene lo desiderassero in molti, fino a poco tempo fa erano comunque solo in pochi a credere che la Fiera del Crocifisso potesse realmente tornare a svolgersi nel pieno centro di Modugno. E al termine della seconda giornata della kermesse cittadina, è possibile affermare che l’esperimento è pienamente riuscito.
L’edizione 2014 della Fiera – concepita dalla giunta Magrone con l’obiettivo di tornare a far rivivere, nella seconda e terza domenica di novembre, centralissime e storiche piazze e strade modugnesi – ha incassato il gradimento dei cittadini e dei vari operatori coinvolti, con qualche criticità dovuta in massima parte alla esecuzione e certamente eliminabile con il coinvolgimento degli operatori stessi anche nella fase esecutiva.
A sottolineare la riuscita è in particolare l’Assoter (la modugnese Associazione del Terziario, aderente alla FederCommercio) per bocca del suo presidente Vito Stramaglia: “La novità di una fiera tornata in centro è il fatto di maggior rilevanza nell’economia modugnese degli ultimi tempi”. “Sono sempre stato un sostenitore del trasferimento – ha detto Stramaglia, storico rappresentante delle locali associazioni di categoria – e considero giusto il recupero di tradizione attraverso la scelta di restituire centralità urbana alla fiera. L’enorme affluenza registrata è stata alimentata anche dall’incremento dei visitatori provenienti dai paesi vicini, verosimilmente incentivati dalla novità del trasferimento. E dalla nuova configurazione della fiera è sicuramente derivato un notevole beneficio economico, sia per gli ambulanti che per i commercianti a sede fissa. I modugnesi tutti hanno apprezzato un fatto che ha avuto su di loro un impatto immediato. Il nostro giudizio è francamente positivo”.
Il successo ottenuto da questa edizione della Fiera non era comunque così scontato qualche mese fa: soprattutto ove si consideri che l’intero l’iter di spostamento di parte della rassegna è stato accompagnato (e ostacolato) da numerose resistenze di chi non crede nel cambiamento, di chi sempre oppone il ‘non si può fare’, di chi – soprattutto – non crede nei cambiamenti che, contemporaneamente, garantiscano una migliore qualità della vita e più sicurezza.
In chiusura di fiera, domenica 16 novembre, un primo approssimativo bilancio fornisce dati inequivocabili: vi è piena praticabilità dello spostamento della fiera, del suo ritorno in centro; la città attendeva questo impulso vitale e lo ha accolto riversandosi nelle strade; l’esperimento si può replicare e – studiando le forme più adeguate, insieme con commercianti e rappresentanze di cittadini – si può fare certamente in modo che questa importante fiera torni ad essere unica e propulsiva per le attività.
Le voci critiche si sono per lo più incentrate sugli effetti collaterali scaturiti dal cosiddetto sdoppiamento della fiera, anche se la doppia location ha costituito quasi una scelta obbligata per tentare di riportare nel cuore della città la mostra-mercato per la piccola e media agricoltura e per l’artigianato: 200 stalli sono rimasti nella periferica via Vigili del Fuoco (Zona Artigianale), un centinaio invece gli stalli distribuiti tra Piazza Sedile, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Garibaldi. L’esperimento – ne siamo certi – sarebbe riuscito ancora meglio se fosse stato gestito da chi lo aveva pensato e ben sapeva che occorreva, in primis, farlo diventare davvero una festa per tutti, anzitutto predisponendo collegamenti idonei tra i due siti della Fiera e tutti i quartieri della città, da Campolieto a Cecilia. Anche l’esclusione di Corso Umberto dalle vie interessate dalle bancarelle è una circostanza che ha inciso nelle sporadiche manifestazioni critiche: ma Corso Umberto era inserito tra i siti della nuova localizzazione della fiera e chi ha escluso quella via ha ritenuto, senza fornire motivazioni esplicite ai cittadini di non dare piena esecuzione alla delibera di giunta del 4 agosto scorso. Di queste mancanze certamente non sono responsabili i fautori del ritorno della fiera in centro: l’amministrazione Magrone, infatti, come è noto, è decaduta, insieme col consiglio comunale, il 22 agosto 2014, a causa delle dimissioni presentate dinanzi ad un notaio da 13 consiglieri della ex maggioranza e di opposizione che intendevano evitare la discussione in consiglio comunale (convocato per il 25 agosto) delle illegittimità emerse nella questione urbanistica.
D’altro canto, che la Fiera del Crocifisso potesse continuare a tenersi nei luoghi e nelle modalità in cui si è svolta fino all’anno scorso era davvero impensabile: interamente confinata, com’era, nel budello di via Vigili del Fuoco, rappresentava un problema anche sotto l’aspetto della sicurezza per il gran numero di stalli presenti in una situazione a rischio congestionamenti e con scarse vie di fuga; con l’organizzazione 2014, la migrazione di un centinaio di espositori verso il centro urbano, ha consentito alla pur significativa fetta di fiera rimasta in via Vigili del Fuoco di svolgersi in forme più distese e più sicure.
Se coinvolgimento del territorio e valorizzazione delle tradizioni non sono formule vuote, la Fiera del Crocifisso dovrà proseguire, nelle prossime edizioni, nel recupero della sua dimensione più compiutamente cittadina. Inoltre, anche alla Fiera, così come si è cominciato a fare con questa edizione, potrà essere affidato il ruolo di ideale collegamento tra parti ‘estreme’ della città, il compito di mettere in ‘rete’, mettere in relazione contemporaneamente più piazze, e portare riqualificazione nei quartieri.
Un comunicato di IGsC
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