Anziano inscena il "proprio" sequestro

Finge sequestro di persona. Denunciato per procurato allarme. La storia coinvolge un pensionato disperato di 64 anni. E poi ci sono le (finte) vittime di episodi di criminalità.

Come il pensionato di 64 anni che, forse, ispirato dal mitico film di “Totò, Peppino ed i fuorilegge”, ormai stanco di dover tutti i mesi barcamenarsi per non andare in rosso in banca, ha deciso bene di inscenare il suo sequestro, con tanto di lettera contenente richiesta di riscatto degna della “banda del torchio”.

Quel giorno aveva accompagnato sua moglie alla stazione ferroviaria di Modugno, allontanandosi a bordo della sua auto, senza più far ritorno a casa e, soprattutto, lasciando nella sua cassetta postale una lettera anonima indirizzata alla famiglia. È stata la moglie, al suo ritorno a casa, ad accorgersi della sua scomparsa e a recuperare la minacciosa missiva chiedendo l’intervento dei figli e dei carabinieri.

Grazie alle tempestive ricerche diramate, l’uomo è stato individuato in un’area di servizio di Otranto. Dopo alcuni timidi tentativi di confermare la circostanza del sequestro, il pensionato ha ammesso le sue responsabilità e per questa sua bravata è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per simulazione di reato e procurato allarme. In questo caso l’iniziale vittima di un episodio di criminalità si è trasformato in reo.

Noi vittime "prescelte" della criminalità

Non è facile parlare di criminalità, soprattutto quando si è vittime. Ma è del resto inevitabile lasciar parlare chi i reati li ha subiti, per comprendere fino in fondo la forte esigenza di sicurezza che tanti cittadini avvertono e denunciano a gran voce.

Topi d’appartamento. Abbiamo ascoltato una modugnese che ai furti in casa “ci ha fatto l’abitudine”. Si chiama Lucia P. e abita in una zona non troppo periferica della città, dalle parti del vecchio ospedale. “I ladri hanno visitato la nostra casa ben tre volte, le prime due a distanza di pochi mesi. Al di là del danno economico derivante dal furto, chi viene derubato in casa propria perde ricordi e oggetti che hanno un profondo valore affettivo.

La prima volta ci hanno rubato tutto l’oro che avevamo, le altre due bigiotteria, cellulari e altre cose di poco valore. Ma la cosa peggiore è la sensazione di tornare a casa e accorgersi che un estraneo ha invaso la tua intimità. E quella terribile sensazione non passa così facilmente. Insieme al senso di insicurezza che resta anche dopo. E ancora oggi, a distanza di tempo, ogni volta che torno a casa guardo che tutto sia come l’ho lasciato prima di uscire.

Prima di entrare controllo da fuori che le luci siano spente, che le porte siano chiuse, che la casa insomma sia sicura”. Un ladro in casa significa ingegnarsi per rendere sempre più sicuro il posto in cui si vive. E la signora Lucia ci ha raccontato proprio di come dopo ogni furto tentava di “blindare” la sua villetta a piano terra. Prima infissi e inferriate, poi porte blindate e infine il sistema d’allarme.

“Quelle sbarre di ferro sulle finestre di casa mi ricordano ogni giorno che non sono al sicuro, o se non altro che potrei non esserlo”. Paura tra la gente. E come quella della signora Lucia ci sono tante altre storie. Cittadini a cui hanno rubato il motorino sotto il naso o l’auto comprata con tanti sacrifici e parcheggiata sotto casa. Altri che la loro quattro ruote l’hanno trovata in fiamme per l’atto di vandalismo di qualche adolescente “annoiato” o per dispetto.

E poi i commercianti, titolari di attività costantemente esposte ai rischi della strada. I bersagli più frequenti, nella nostra città come in tante altre, sono tabacchini, farmacie (nel periodo in cui sembrava una “moda” tanto che alcune amministrazioni locali, compresa quella di Modugno, organizzarono incontri monotematici per trovare una soluzione ai troppo frequenti colpi nelle farmacie) e supermercati. Ma quel che è peggio è che spesso non si tratta di furti ma di rapine.

Il GIP archivia l'indagine sulla tragica morte di Michelangelo De Palo

Ancora impuniti gli autori della morte del giovane De Palo. Il Pm Bretone sta per chiudere il fascicolo d’indagine a più di due anni dalla morte di Michelangelo De Palo, nella zona industriale di Modugno, ancora non è stata fatta giustizia. Un furto d’auto trasformatosi in tragedia il 27 novembre del 2007.

Il 23enne ha fatto di tutto per non farsi portare via quella macchina acquistata a suon di turni in fabbrica. Ed è morto per questo. Vittima di due balordi. Poco dopo le 14 di quel giorno Michelangelo, ormai alla fine della pausa pranzo, notò due individui introdursi nella sua auto, un’alfa 147. Si aggrappò alla portiera del lato passeggero, riuscendo ad aprirla.

Voleva saltar dentro per bloccare i ladri. Dopo qualche decina di metri finì sul selciato, battendo violentemente la testa: è morto tre ore più tardi. Il pm Francesco Bretone, titolare dell’inchiesta, sta per chiudere il fascicolo d’indagine, ma ancora troppo pochi sono gli elementi a carico dei sospettati.

La popolazione si sente poco tutelata con l'aumento dei furti in casa

Servirebbero più controlli, servizio di pattugliamento del territorio più frequente e capillare, nonchè, più coraggio da parte delle vittime a denunciare i furti. La città di Modugno non è un’isola felice Regna l’illegalità 2560 i reati commessi, 125 le persone arrestate e 930 denuncie. Modugnesi mediamente indisciplinati.
E’ l’elemento che vien fuori chiacchierando con le Forze dell’ordine che quotidianamente controllano il territorio cittadino. Ma il riferimento è in particolare alla circolazione stradale. Come sottolineato, infatti, dal Capitano Daniele Dinoi, comandante della Compagnia dei Carabinieri che ha la sua sede centrale proprio a Modugno, nella nostra città “non si può parlare di criminalità organizzata”.
Daniele Dinoi, 36enne tarantino (di Manduria) e a capo dei Carabinieri modugnesi dal novembre 2007, ha studiato giurisprudenza all’Accademia di Modena prima e nella scuola sottufficiali di Roma poi. Dopo un primo incarico a Cagliari è stato trasferito in Calabria come comandante del nucleo operativo radiomobile e infine qui da noi. E secondo il suo parere tecnico e professionale “siamo in un territorio piuttosto vivibile”.
Certo, non un’isola felice di legalità. Il reato più frequente del 2009 è stato il furto (d’auto e in appartamento), con una media di due colpi al giorno. Nel 15- 20% dei casi i Carabinieri riescono ad acciuffare il responsabile, soprattutto in flagranza di reato o attraverso le dichiarazioni rese da testimoni. In totale sono stati 2650 i reati commessi a Modugno nel 2009, 125 le persone arrestate (soprattutto forestieri), 930 denunce, 1700 sanzioni per violazioni al codice della strada.
Degli incidenti stradali verificatisi sul territorio cittadino, tre quelli mortali. Preoccupante, ma non come in passato, il fenomeno dello spaccio di droga. I sequestri riguardano soprattutto hashish, marijuana e cocaina con grande diffusione tra i giovanissimi. Dopo una fase di rilevante aumento del numero di rapine, spesso ai danni di esercizi commerciali (farmacie, tabacchini, supermercati), a dicembre si è assistito ad un fortissimo decremento, soprattutto se confrontato con lo stesso periodo degli scorsi anni.