Ha rubato più di 400 metri di fili di rame dai cavi elettrici della pubblica illuminazione. Il 40enne di origine bosniaca Ahmetovic Bahto è stato arrestato in flagranza di reato, nella tarda serata di ieri, dai Carabinieri di Modugno, con l’accusa di furto aggravato. La rimozione dei fili di rame estratti dai cavi elettrici ha lasciato al buio un tratto della Provinciale che collega Modugno a Palese. Bahto è stato bloccato dopo un breve inseguimento e i militari hanno recuperato i cavi rubati.
Categoria: Cronaca
In fiamme capannone a Modugno
E’ accaduto all’alba a Modugno, in via Piave, in un opificio in disuso, un tempo utilizzato per il confezionamento di prodotti agro alimentari. Il rogo è stato domato dai vigili del fuoco di Bari, mentre sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri della locale Stazione, per stabilire le cause delle fiamme, probabilmente di natura dolosa.
L’elicottero precipitato a Barletta era decollato da Modugno
Era partito da Modugno ed era diretto a Foggia l’elicottero privato che si è schiantato questa mattina in località Canne della Battaglia in piena campagna, nel territorio di Barletta.
A bordo solo il pilota, il 29enne Antonio D’Amico Tanzarella, originario di Cisternino e residente ad Ostuni, nel brindisino, che è morto carbonizzato. Modello R44, di una società privata, era decollato da un aviosuperficie di Modugno, ed ha improvvisamente perso quota durante il volo. Alle 8.10 è stato registrato l’ultimo contatto tra il velivolo e la stazione radio. L’uomo, secondo quanto riferito dalla polizia che indaga sull’accaduto, ha chiesto aiuto e ha detto di essersi perso a causa della nebbia. Subito dopo i contatti si sono interrotti e il velivolo è precipitato. Sul posto, insieme a polizia e carabinieri, sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno estratto il corpo del ventinovenne dalle lamiere dell’elicottero che non ha preso fuoco. Il pm di turno del tribunale di Trani, Mirella Conticelli, disporrà l’autopsia ed una consulenza sulla scatola nera del velivolo, un Wolking fly, per risalire alle cause dell’ incidente.
Arresti per usura: Il PM ha chiesto il processo
Chiesto il processo per i 27 indagati dall’Antimafia barese accusati di usura, estorsioni e riciclaggio. Ventisei di loro furono arrestati il 27 ottobre 2010 (6 dei quali modugnesi). Ora la pm della Dda Elisabetta Pugliese ne ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è stata fissata per il 12 aprile prossimo davanti al gup del Tribunale di Bari Marco Guida.
A rischiare il processo sono i nostri concittadini Francesco Devito e suo figlio Donato (indagato a piede libero), Cataldo Palermo, Cosimo Capasso, Claudio Carnevale, Deborah Cannale e Daniele Bottalico (detto Mago Ciccio). Insieme a questi Vito e Radames Parisi, padre e figlio, il primo cugino del boss di Japigia Savinuccio Parisi, ritenuti i capi carismatici dell’organizzazione. Ancora Antonio Fiorentino e sua moglie Francesca Rosa Di Bari, considerata la cassiera del gruppo. A gestire il giro di soldi e prestiti, c’era l’altra donna coinvolta nell’operazione, Pasqualina Antonietta Consiglio Modugno, di origini francesi, ritenuta la finanziatrice del gruppo criminale.
E' morto Tommaso Fiore il 55enne che si e' dato fuoco
Aveva appena ricevuto un sussidio economico. E’ morto ieri, 25 gennaio, Tommaso Fiore, il 55enne che si era dato fuoco in piazza Sedile lo scorso 12 gennaio. Le ustioni erano troppo gravi e il cuore ha ceduto nella mattinata. Ancora oscure le motivazioni del gesto estremo.
Molti giornali, locali e non, hanno attribuito la causa della disperazione al problema della disoccupazione ma noi di Bari Sud Ovest possiamo dirvi che non è così. “Tommaso Fiore era in cura presso il Csm di Modugno dal ’95 – ha affermato Vito Maffei, presidente del Csm – e nel ’98 si era reso completamente autonomo”. Questo significa che non aveva più bisogno di una terapia farmacologica intensiva e aveva incominciato ad assumere una terapia mensile Long Acting.
“La terapia – continua il direttore del centro – era stata richiesta dallo stesso Tommaso per sentirsi più autonomo”. Bisogna anche sfatare l’errata versione del suicidio per questioni economiche infatti, comme ha affermato lo stesso Vito Maffei, il paziente aveva ottenuto un sussidio economico mensile che gli permetteva il normale sostentamento.
“Il 20 dicembre Tommaso aveva finalmente avuto il sussidio che gli spettava con gli arretrati. Era contento perchè avrebbe potuto passare un buon Natale con la sua famiglia. Era una persona socievole, partecipava ai laboratori e alle gite che organizzavamo con i pazienti. Era migliorato dalla prima volta che ha deciso, spontaneamente, di venire da noi. Per questo il suo gesto rimane ancora privo di una reale spiegazione”.
Le autorità sono state vicine alla famiglia sia al momento del fatto sia dopo. “Si era fatto benvolere da tutti – commenta Maffei – io stesso quando ho saputo dell’accaduto mi sono precipitato all’ospedale e sono stato vicino alla famiglia. Cosa ha portato, quindi, uno dei pazienti più tranquilli del centro, collaborativi, che aveva appena ricevuto un aiuto economico a compiere un gesto così eclatante?