Modugno, la nuova fiera del crocifisso lega la periferia al centro città

Il Crocifisso

L’amministrazione Magrone ha definito ogni aspetto della nuova strutturazione.
Pronta la nuova planimetria che assegna i posteggi alle varie categorie degli operatori partecipanti e offre maggiori condizioni di sicurezza per operatori e visitatori.

L’assessore comunale alle attività produttive, Tina Luciano: “Impensabile che una manifestazione così grande e importante potesse continuare a svolgersi così com’era e completamente slegata dal centro urbano. Il tempo ha dimostrato che la Fiera del Crocifisso, per i luoghi stessi e le modalità in cui è stata tenuta, si è involuta e snaturata. Oggi torniamo a coinvolgere il territorio e a valorizzare le tradizioni, affidando alla Fiera l’importante compito di ‘rete’, di ideale collegamento tra parti ‘estreme’ della città”.

Seconda e terza domenica di novembre, dunque, coinvolge il centro cittadino la grande e importante tradizionale Fiera del Crocifisso. Qui, in Piazza Sedile, Corso Vittorio Emanuele e Piazza Garibaldi, torna dopo molti anni di confinamento nella sola via Vigili del Fuoco.

Con la definizione e l’approvazione della nuova planimetria, la Giunta Comunale ha, infatti, deciso di restituire alla Fiera del Crocifisso, che ha un ruolo sociale molto forte, la centralità che merita. Planimetria che assegna, appunto, alle aree individuate nel centro cittadino la fetta più caratteristica della fiera: i modugnesi rivedranno nel cuore della città l’esposizione di piante ornamentali, alberi da frutta, macchine e attrezzature per l’agricoltura e la zootecnia, artigianato locale, ferramenta e prodotti alimentari. Per un totale di centododici posteggi dedicati soltanto a queste categorie merceologiche: diciassette posteggi da 48 metri quadri e novantacinque da 32 metri quadri, localizzati tra Corso V. Emanuele, Piazza Sedile, Corso Umberto I e Piazza Garibaldi. Lungi dal perpetuare la “ghettizzazione” della Fiera in un’area espositiva che era finita per essere senza alcun collegamento con la città, la nuova collocazione nelle vie centrali, e insieme la riproposizione in forme più distese e sicure  della vecchia collocazione in via Vigili del Fuoco, finisce per collegare idealmente la città, centro e periferia, favorendo un’idea di sviluppo urbanistico popolato da più “piazze” vissute da abitanti e visitatori e qualificando quartieri tramite il ruolo attivo della fiera.

Questa edizione della Fiera del Crocifisso, dunque, riportando i generi di vendita tradizionali in centro e riproponendo contemporaneamente l’idea del mercato alla periferia tenta di porre le diverse attività commerciali non in competizione tra loro ma, al contrario, in una rete di economie di sistema, con una sperimentazione che sarebbe probabilmente opportuno riproporre anche al di là dell’appuntamento con la Fiera del Crocifisso per ricreare su tutto il territorio, in ideale collegamento tra le “piazze” cittadine, occasioni di animazione commerciale.

“Viene recuperato, in questo modo, l’autentico spirito della fiera, la festa dei modugnesi”, dice la consigliera con delega alla ‘valorizzazione del territorio’, Valentina Longo, promotrice del trasferimento, la quale ne ha dapprima verificato le possibilità con commercianti e gruppi di cittadini, e poi, con l’ausilio dell’Ufficio Tecnico e dell’assessorato alle attività produttive, ha progettato la nuova configurazione della Fiera del Crocifisso.

Il nuovo sito individuato per la fiera nel centro urbano ha portato a tener conto anche di una possibile maggior affluenza, e per questo sono state previste quattro aree da adibire a parcheggio – in via Annibale di Francia, in via Salvo d’Acquisto, in via Palese e presso le Piscine Comunali – e collegate con i due centri fieristici tramite un servizio di bus navetta, per facilitare l’afflusso dei visitatori.

Sin dalle sue origini, la fiera si è svolta a ridosso del centro storico e, nel tempo, è cresciuta fino a diventare una delle più importanti realtà fieristiche su scala regionale. Tuttavia, negli ultimi vent’anni, allontanata sempre di più dall’abitato, ha avuto una inevitabile involuzione. Oggi, con questa sperimentazione che intende ridare all’appuntamento di Modugno una valenza forte, l’Amministrazione Comunale manifesta la volontà di recuperare l’antica vitalità e il valore simbolico che la Fiera del Crocifisso ha avuto sin dal XVII secolo.

SCHEDA

Il 13 novembre 1622 la caduta di un fulmine sulla chiesa Maria Santissima Annunziata provocò la morte di diversi sacerdoti e bruciò l’asta della croce, lasciando però intatto il Cristo: l’evento fu considerato miracoloso. Per celebrare questo evento fu istituita la fiera del Crocifisso, che durava otto giorni tra la seconda e la terza domenica di novembre. Alla fiera si accompagnava una celebrazione religiosa di analoga durata.

Nei primi anni del Settecento, con la sostituzione, nel Regno di Napoli del dominio austriaco al Vicereame spagnolo, l’imperatore d’Austria Carlo VI, per intercessione del modugnese Conte Rocco Stella, confermò la fiera. Nel 1792, fu estesa anche alla fiera del Crocifisso l’esenzione dei dazi che era tradizionalmente concessa al mercato domenicale.

COMUNICATO SEGRETERIA SINDACO MAGRONE

Modugno – Consiglio comunale all'ultima spiaggia

Urbanistica, Magrone, il consiglio ha un’ultima chance per la legalità
“Non si scappa dal riportare la città alla legalità di ‘abusi’ edilizi. È l’ultima spiaggia. La strada è tracciata e bloccare la comunità o andare avanti è una scelta del Consiglio comunale”. Così il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, ha presentato oggi in conferenza stampa la sua proposta di delibera per il “ripristino della legalità” nel campo dell’edilizia dopo la scoperta avvenuta un paio di mesi fa che per 15 anni a Modugno si è costruito secondo norme illegittime perché mai approvate dalla Regione Puglia. Delibera che il sindaco presenta per la discussione in consiglio comunale il 25 agosto prossimo, nonostante una sua analoga iniziativa sia già stata bocciata in Consiglio, il 20 giugno scorso, dalla sua stessa maggioranza. “Non si scappa. È tempo – aggiunge Magrone – che ciascuno, a partire da chi sinora ha voluto perdere tempo o si è astenuto, si assuma le proprie responsabilità: il Consiglio comunale di Modugno deve adempiere al suo dovere e decidere, come chiesto dalla Regione Puglia che ha sancito l’inefficacia delle norme del ’99, di revocarle definitivamente o di riadottarle seguendo l’iter di variante che le sottopone all’approvazione della stessa Regione”.
La strenua difesa da parte di Magrone della necessità di rimozione delle norme illegittime, del ripristino della legalità, espone l’amministrazione al rischio, ogni giorno più concreto, “di un’eventuale mozione di sfiducia da parte della sua stessa maggioranza insieme con pezzi di opposizione (Pd e centrodestra), opposizioni che “sinora, sul tema non hanno espresso alcuna opinione, astenendosi in consiglio e tacendo nelle piazze”. “Ma non si può pretendere che io finga – incalza Magrone – di non vedere e non sentire, come hanno fatto le amministrazioni passate, pur di mantenere la maggioranza, e di conseguenza la carica di sindaco, a tutti i costi. Lo devo al paese, a tutela non dell’amministrazione, ma di tutti cittadini di Modugno. Questo giustifica che io persegua questa richiesta di legalità fino in fondo”.
Sono tre i punti cardine che Magrone sottolinea nella proposta di delibera, elaborata a conclusione di intensi contatti con la Regione Puglia e la Prefettura di Bari: 1) sono illegittime le norme che furono approvate nel 1999 dal consiglio comunale e con le quali si è costruito a Modugno per 15 anni; 2) le norme vigenti, come ha detto la Regione Puglia, sono quelle del piano regolatore approvato nel 1995; 3) nessun impatto avranno le decisioni del consiglio comunale di revoca delle norme illegittime su quanto è stato acquisito dai cittadini in questi 15 anni.
“La cosiddetta questione urbanistica di Modugno è tanto nota quanto sconosciuta. Sembra difficile e molto tecnica, ma in realtà è semplice: a Modugno – ha aggiunto il sindaco – c’è un partito generale che è espressione di chi vuol mantenere il Comune senza nemmeno una cartografia valida e vedere attuate, il più a lungo possibile, le norme del 1999. E mentre la Regione condivide l’intero percorso dell’amministrazione Magrone e nell’ultima sua nota – firmata dall’assessore Angela Barbanente, vicepresidente dell’ente regionale, e dai dirigenti del suo assessorato Giuseppe Musicco, dirigente Abusivismo Contenzioso, e Nicola Giordano, dirigente per la pianificazione del Territorio – conclude ancora una volta che ‘bisogna attenersi alle norme del 1995’ ed avverte che ‘sulle attività edilizie nel Comune di Modugno se non si osservano le norme del ’95 non c’è legalità’, c’è invece chi vuol perdere tempo. Come? Con una commissione, che ha un iter costruttivo lungo, il cui giudizio non avrà valore non essendo vincolante e rispetto a cui la stessa Regione avverte ancora che ‘non parteciperà’, non potendo, dovendo svolgere funzioni di controllo. Altro che 45 giorni (dal verbale d’insediamento): per dovere, ho dato disposizione al segretario generale affinché la commissione si attivasse, ed al momento siamo in attesa che alcuni ordini professionali indichino nomi dei componenti. È un modo per sfuggire al problema, per rinviarlo, per non far esprimere il Consiglio comunale”.
La delibera del sindaco, invece, chiama tutti alle proprie responsabilità e contiene la sottolineatura che il consiglio comunale di Modugno faccia quel che deve (in base all’art.25 DPR 3/1957 e art.2 L.241/1990) dopo quanto sancito e chiesto dalla Regione, l’unico soggetto titolato ad approvare varianti al Prg, che sulla questione urbanistica di Modugno si è già espressa con 5 note-pareri. “Se il consiglio comunale, ancora una volta, non darà risposte concludenti – sottolinea Magrone – certamente la Regione provvederà da sé con un commissario ad acta. Se questa delibera non dovesse venire approvata o discussa, io la manderò comunque alla Regione“. Il tutto “a tutela della legittimità dell’azione amministrativa in materia urbanistico-edilizia e della cittadinanza perché – secondo Magrone – non si può tollerare, come è stato fatto sino a prima di quest’amministrazione, la prateria dell’arbitrio, della discrezionalità, del ‘per favore’. Non c’è cittadino che non lo sa: di questa malattia urbanistica è stato testimonianza il disastro che nel 2012 si è avuto a Modugno con l’intervento della magistratura. Parliamo di norme, quelle del 1999, e cartografia che ci hanno regalato il paese che abbiamo, e di ‘anomalie’ inerenti la strumentazione urbanistica, la mancata applicazione o il non recepimento delle prescrizioni regionali in merito all’approvazione del Piano Regolatore Generale Comunale (Prgc) e sue successive varianti; e soprattutto modifiche con ampliamento delle potestà del privato di natura urbanistico – edilizie”.
Secondo le prime ricognizioni fatte dal nuovo dirigente dell’ Ufficio Urbanistica nominato da Magrone, gli stessi strumenti urbanistici vigenti sono stati trovati in uno stato “disastroso”: persino le norme del Prg – aggiunge – “hanno presentato un problemaccio”, perché “anche per il Prg, per 15 anni, si è andati avanti non con un documento unitario ma con uno strumento urbanistico smembrato in mille fogli, con una cartografia non omogenea, carte discontinue che non rappresentano la realtà e che sono state interpretate soggettivamente”. “Si pensi solo – ha detto ancora il sindaco – che sulla cartografia del Prgc non sono state neanche riportate le Osservazioni della Regione relative allo stralcio di alcuni comparti. Non sono riportati il nuovo tracciato ferroviario e la perimetrazione del Putt. Si pensi che lo strumento urbanistico non è aggiornato rispetto alla normativa vigente (Pue, Decreto del fare, ecc), non è conforme alla legge regionale urbanistica n.20/2001 che da anni e anni, non da oggi, prevede un Piano urbanistico generale (Pug) suddiviso in parte strutturale e operativa e in piani urbanistici esecutivi (Pue) come strumenti di attuazione”.

Magrone cita le numerose prese di posizione sulla questione urbanistica a Modugno dell’assessore regionale al settore e vicepresidente della Regione Puglia, Angela Barbanente, che più volte (da ultimo il 23 luglio) ha sottolineato che a Modugno, oggi, vige lo strumento urbanistico approvato dalla Regione Puglia nel 1995.
Si torna quindi in Consiglio comunale, lo si fa il 25 agosto su iniziativa del sindaco perché l’assemblea si esprima. Ma Magrone vuole ancora sottolineare una cosa alla quale tiene “al di là di ogni cinica strumentalizzazione di chi vorrebbe che non si toccassero le norme illegittime”: “Ciò che è sinora è stato fatto – afferma – è fatto, ciò che è costruito è costruito, ciò che è realizzato è realizzato. Non si può chiedere conto ai cittadini di norme illegittime con cui hanno operato le amministrazioni precedenti,
non si possono toccare diritti acquisiti”. “Noi – continua Magrone – abbiamo bisogno di riaffermare il principio che siamo per fornire diritti certi ai cittadini e perché i lavoratori dell’edilizia continuino a lavorare, perché il lavoro continui a essere assicurato ed anche lo stesso sviluppo edilizio, che ci siano norme definitivamente ritenute legittime. È questo equilibrio che va trovato, è questa la ginnastica difficilissima”. “Dal Consiglio comunale, dai consiglieri, invece – sottolinea – può arrivare il vero blocco del paese. Se vogliono far deragliare Modugno io non posso seguirli. E così, mentre si ricostituisce il Prg con norme tecniche e cartografia, la soluzione dell’amministrazione prevede che si rimetta sui binari un treno deragliato e lo si riporti alla sua naturale stazione di destinazione. È quello che deve fare un medico del pronto soccorso che cerca di contenere il disastro che si paventa”.
Rispondendo a una domanda sulle accuse rivoltegli da suoi ex consiglieri di maggioranza di aver bloccato i cantieri a Modugno, Magrone ha detto: “Se ne parla come se noi avessimo posto blocchi all’edilizia, come se avessimo trovato un ufficio urbanistica che funzionava e non un ufficio disastrato, decapitato, con dirigenti arrestati e funzionari sospesi dal servizio. Era un ufficio con pratiche ferme da decenni, domande di condono edilizio che risalgono al 1985, per tacere del resto. Noi abbiamo fatto quello che avevamo il dovere di fare e abbiamo anche chiesto a tutti, senza ottenere risposta, di proporre che fare ‘nel frattempo’, ma questo ‘nel frattempo’ è sfuggito al dibattito generale e clamorosamente alla deliberazione del consiglio comunale del 20 giugno scorso” che ha voluto delegare le decisioni a “un indefinito comitato di esperti che richiede sei-sette mesi solo per organizzarlo e formalizzarlo regolarmente senza risolvere il problema delle risposte da dare in tempi rapidi, rapidissimi, ai cittadini”. “La nostra preoccupazione primaria – ha continuato il sindaco – è stata dunque sinora anche quella di ricostituire uno strumento urbanistico che fosse un punto di riferimento certo, perché dove non c’è certezza nelle norme “è lì che si annida la libertà interpretativa” nelle risposte ai cittadini. Questo, in attesa che si possa redigere finalmente il Piano Urbanistico generale (Pug), al quale siamo stati noi, vorrei sottolinearlo, a dare impulso con atti di indirizzo di giunta, nonostante il Piano sia un obbligo di legge da vari anni: siamo noi ad aver sollecitato quel Pug, che oggi alcuni invocano come fosse un rimedio a questa situazione contingente, ancora una volta strumentalizzando e fingendo di non sapere che per metterlo a punto occorrerà qualche anno”,  “Quella che noi abbiamo disposto – ha detto ancora, a proposito della situazione contingente – non è assolutamente una sospensione dell’attività edilizia, è una sospensione che la pubblica amministrazione dà ai tecnici dei termini che essa ha entro i quali deve rispondere: questo, per consentire la continuità della risposta ai cittadini contemporaneamente col difficile lavoro, che si sta svolgendo, di ripristino di uno strumento urbanistico certo”.
All’incontro con la stampa hanno partecipato i capigruppo consiliari Valentina Longo (Italia Giusta secondo la Costituzione), Antonio Alfonsi (Movimento Democratico) e Nicola Loiacono (Legalità e libertà).

 

DOCUMENTI

•    Magrone-proposta di delibera al consiglio comunale
http://magronesindaco.it/wp/wp-content/uploads/2014/08/Magrone-proposta-delibera-a-consiglio-comunale.pdf

•    Nota Regione Puglia su questione urbanistica Modugno 23 luglio 2014
http://magronesindaco.it/wp/wp-content/uploads/2014/08/Nota-Regione_23072014.pdf

Lettera aperta al Sindaco di Modugno

e all’Assessore regionale all’urbanistica. La posizione del PD di Modugno sulla “Questione Urbanistica”. La questione urbanistica a Modugno, giustamente posta negli ultimi mesi è deflagrata successivamente in modo inutile e gratuito, poiché è diventata oggetto di una strumentalizzazione politica e ideologica alla quale abbiamo ritenuto di sottrarci fin dal primo minuto.

Continueremo a tenere sulla vicenda il profilo istituzionale che essa richiede e merita, così come istituzionale è stato il senso dell’incontro pubblico, rimasto unico fino a questo momento, cha abbiamo organizzato il 5 Luglio scorso con il Sindaco e con l’Assessore Barbanente. Non ci sono provocazioni politiche né incursioni di soggetti estranei alla Città e alla vicenda che ci faranno mutare posizione.

La nostra posizione è innanzitutto quella di rispondere al bisogno improcrastinabile di avviare il riassetto urbanistico della Città, mediante il principale strumento che la legislazione regionale ha indicato fin dal 2001 e cioè mediante il PUG (piano urbanistico generale). Per adottare questo strumento è indispensabile riservare già nel bilancio previsionale ‘14 le risorse in misura congrua e in modo credibile, ovvero anche recuperando i residui dei bilanci degli anni precedenti già vincolati a questo obiettivo, primo tra tutti il residuo del bilancio ‘12  di cinquantamila euro.

L’esigenza assoluta di restituire legittimità agli strumenti urbanistici vigenti, come le Norme Tecniche di Attuazione adottate dal CC con la delibera n. 75/99 e che non hanno completato l’iter amministrativo previsto dalla L.R. 56/80, merita la massima attenzione. Lo abbiamo già detto più volte in Consiglio Comunale, lo abbiamo ripetuto in occasione dell’incontro pubblico del 5 luglio: è indispensabile che quella delibera di consiglio comunale completi la sua procedura amministrativa, come più volte richiamato dall’Ufficio Regionale nelle varie note inviate al Comune di Modugno, riconoscendo i profili di variante segnalati appunto dalla Regione.

La strada della REVOCA della 75/99 intrapresa da questa Amministrazione comunale, invece, con la Delibera di Giunta del 10 Giugno e con l’ultima proposta di Delibera di Consiglio Comunale formulata dal Sindaco per la discussione che avverrà nel CC del 25 Agosto prossimo, contiene evidenti e oggettivi punti di fragilità giuridico-amministrativa che espongono l’Ente a conseguenze imprevedibili sul piano giuridico, incluso il rischio di danno erariale. È  un rischio che l’Ente non può e non deve correre.

Invitiamo l’Amministrazione a trovare la più ampia convergenza possibile in CC per una soluzione condivisa della questione, rinunciando a fare dell’urbanistica a Modugno un terreno di inutile e dannoso scontro ideologico, e mantenendo quella soluzione inequivocabilmente dentro il recinto della legalità e del rispetto delle regole.

Si lasci agli strumenti urbanistici complessi come il PUG, il compito di restituire al volto della Città un aspetto sostenibile su tutti i piani, innanzitutto e globalmente quello della qualità del vivere.

Dr. Fabrizio Cramarossa
Consigliere Comunale PD  

Sig.ra Tania Di Lella
Coordinatrice Circolo PD              

Conferenza stampa del sindaco Magrone

A Modugno, 5 agosto 2014, ore 11.00 Palazzo della Cultura, piazza Umberto I, conferenza stampa del sindaco, Nicola Magrone
A Modugno 15 anni di ‘abusi edilizi’, lo dicono la Regione Puglia e l’Amministrazione Comunale di Modugno. Per il ripristino della legalità, il sindaco, Nicola Magrone, ha elaborato una proposta di delibera che sarà discussa dal consiglio comunale il 25 agosto. La proposta sarà illustrata da Magrone ai giornalisti in una conferenza stampa che si svolgerà a Modugno il 5 agosto 2014, ore 11.00, Palazzo della Cultura, piazza Umberto I.
Partecipano i capigruppo consiliari Valentina Longo (Italia Giusta secondo la Costituzione), Antonio Alfonsi (Movimento democratico), Nicola Loiacono (Legalità e libertà)
Modugno è un Comune nel quale si è costruito per 15 anni – dal 1999 al 2014 – con norme illegittime che la Regione Puglia non riconosce come ‘efficaci e vigenti’: lo ha ribadito ancora una volta il 23 luglio scorso la Regione al Comune di Modugno, con una nuova nota (la quinta nel giro di un paio di mesi) nella quale dà ragione all’amministrazione Magrone, ripetendo che sono illegittime le norme tecniche di attuazione adottate dal consiglio comunale di Modugno nel dicembre ’99 e mai sottoposte all’approvazione della Regione Puglia, ente sovraordinato per la pianificazione del territorio.
Nella nota, la Regione sottolinea la necessità che il Consiglio comunale oggi si esprima al riguardo e rileva che, pur avendo l’ente regionale “fornito indicazioni in merito alle possibili modalità di risoluzione delle problematiche”, l’assemblea, nella seduta del 20 giugno scorso, “non ha inteso adottare alcun provvedimento in tal senso”. Per questo, la Regione chiede di conoscere quali iniziative si intendono intraprendere affinché sia “garantita la legittimità dell’azione amministrativa in materia urbanistico-edilizia”. La nota della Regione riafferma un principio per propugnare il quale il sindaco, Nicola Magrone, ha perso la maggioranza che lo sosteneva: nella seduta del consiglio comunale del 20 giugno, infatti, a causa della questione edilizia, Magrone è stato messo in minoranza da dieci dei 16 consiglieri di maggioranza per aver proposto che, come aveva chiesto la Regione Puglia, si prendesse atto dell’inefficacia delle norme del ’99 e si avviasse il ripristino della legalità decidendo se riadottarle o cancellarle definitivamente.
In quella e in numerose altre circostanze, contro ogni cinica strumentalizzazione, Magrone ha rassicurato consiglieri e cittadini che nessun impatto avranno le decisioni del consiglio su quanto è avvenuto negli scorsi 15 anni e ha spiegato che, tuttavia, è assolutamente necessario che non si perpetui il saccheggio di spazio pubblico e di verde consumato sinora con norme illegittime.
Per il ripristino della legalità Magrone ha fatto un appello, caduto nel vuoto, anche ai gruppi consiliari di opposizione (centrodestra, Pd, Udc), i quali tuttavia non hanno ancora oggi espresso una posizione chiara sulla questione e si sono astenuti nella votazione del 20 giugno, favorendo di fatto il nuovo gruppo consiliare dei dieci ‘dissidenti’ formatosi attorno alla difesa delle norme illegittime. Il sindaco, ad ogni modo, è fermamente intenzionato a fare in modo che la legalità torni a Modugno e auspica che il consiglio deliberi; comunque ritenga, ma deliberi. Per questo, ha presentato una nuova “proposta di delibera” dopo quella bocciata il 20 giugno: “in un Paese civile – conclude – farebbe uscire, secondo legalità e giustizia, l’intera comunità dalla brutale crisi che la va soffocando”. E’ la proposta che sarà illustrata in conferenza stampa il 5 agosto, a Modugno, nel Palazzo della Cultura, piazza Umberto I.

Comunicato stampa di Lella Ruccia

Sono mesi che l’Amministrazione Magrone è nella bufera. E i colpi di scena, ormai, sono quotidiani: dimissioni varie, sfiducia, documenti, conferenze stampa, gossip, passaggi di consiglieri all’opposizione, eloquio volgare e improprio, il tutto condito da un modo di intendere la politica e la guida di una coalizione che ha creato malcontento e disapprovazione nella stragrande maggioranza dei consiglieri, i veri rappresentanti dei cittadini modugnesi.

Il sindaco Magrone ha manifestato con nettezza, in questo anno, la sua incapacità a governare. I pochi provvedimenti assunti vanno tutti contro il bene comune o al massimo si sono rivelati generici annunci e sterili proclami.

I cittadini di Modugno sono stanchi di una gestione solitaria che ha lavorato per alimentare discordie e inimicizie laddove, invece, bisognava tessere quotidianamente una tela per tenere unite le espressioni della vita politica locale che è pur dotata di interessanti e vitali potenzialità, piuttosto che assurgere agli onori della cronaca come una città di illegalità in un costruito processo mediatico proprio a cura del suo sindaco.

Ora che Magrone ha lavorato perché la concordia non fosse alla base dell’agire quotidiano, si vedono i risultati: i nostri concittadini vivono un clima di diffidenza, di inimicizia, di schieramento manicheo, di ostilità preconcetta, di disaffezione verso le istituzioni: insomma sembra sia stata pericolosamente coartata la Democrazia.

Di fronte a tanto degrado è necessario, da subito, avviare le iniziative utili perché Modugno viva una stagione degna delle sue tradizioni cui tanti nel tempo, nelle istituzioni, nell’impegno civico hanno profuso, nel tempo impegno e sacrifici.

Non è possibile proseguire su questa linea di scontri frontali !

Intendo farmi promotrice, già dai prossimi giorni, di ogni azione utile tesa a ridare certezze e speranze ai miei concittadini e a quanti, nel Palazzo e fuori vivono questo momento con sofferenza e privazioni.

Modugno 3 agosto 2014 Lella Ruccia
Consigliere Comunale