La "Fiera" della ProLoco di Modugno

Tra costumi d’epoca, birra e cancelli elettrici. Come di consueto il direttivo della ProLoco,

formato da soci che s’impegnano in prima persona per tenere alto il buon nome dell’associazione – fra cui si distinguono gli “stoiciVito Monacelli e Giuseppe Trentadue – supportati dal presidente Michele Ventrella, ha allestito un gazebo in Piazza Sedile, per divulgare usanze e storia della nostra città.

Il gazebo ha ospitato gli alunni dell’Istituto Professionale Santarella di Bitetto che forma i nostri giovani nel campo dell’elettricità e della moda (sono state esposte le foto dei costumi storici e di un cancello elettrico realizzato dagli alunni dell’istituto) accompagnati per l’occasione della loro insegnante Carla Ingegno. Inoltre ospite della ProLoco anche il produttore artigianale della birra BEER-OZ che produce anche una birra targata F.C. BARI per la gioia di tutti i tifosi di calcio. Tutto ciò ha confermato l’alto livello di ospitalità del popolo modugnese testimoniato dalla nostra ProLoco.

Berlino, 9 novembre

La notte del 13 agosto del 1961, la DDR (Deutsche Demokratische Republik)  di Walter Ulbricht, con un gesto unilaterale, adottò misure di sbarramento lungo la linea di demarcazione tra il settore orientale e quello occidentale della città di Berlino.
All’alba di quel giorno, le mogli si ritrovarono separate dai mariti, i figli dai genitori, i nonni dai nipoti e gli anziani privati dell’aiuto dei parenti.
I berlinesi dovettero aspettare quasi 30 anni, prima che il Muro di divisione tra i  comunisti dell’est e la libertà dell’occidente, venisse abbattuto, riunificando due nazioni in un’unico popolo.
Ma la riunificazione del popolo tedesco iniziò ancor prima. Nello stesso istante in cui il  muro veniva eretto, i primi vagiti di libertà cominciavano ad esprimersi con le fughe in occidente, sfidando la sorte e i Vopos, (la polizia di frontiera della DDR), a cui era stato dato l’ordine di sparare a vista a coloro che tentavano di attraversare il confine.
La resistenza ai totalitarismi di destra o di sinistra, in Germania, che si chiamassero Hitler o Ulbricht, c’è sempre stata. Poco conosciuta, non abbastanza scandagliata, ma intensa e profonda al punto tale da assumere i connotati di puro ed autentico eroismo.
Qui non si tratta di discutere sui numeri ma sulla capacità di un popolo a mantenere vivi sprazzi di libertà.

Capisco che è difficile sottrarsi alla nemesi storica. C’è bisogno di tempo per analizzare fino in fondo come sono andate effettivamente le cose e fino a che punto il popolo tedesco ne è stato coinvolto.

Altrimenti, come definire il sacrificio di giovani studenti cattolici della Rosa bianca, ghigliottinati dopo un processo farsa solo per aver inneggiato e praticato la libertà di pensiero, nel momento in cui il nazionalsocialismo toccava il suo apogeo?
Come interpretare il gesto di Peter Fitcher,  un giovane manovale diciasettenne dell’Est che approfittando del suo lavoro al confine, decise la fuga in occidente pagando con la vita il suo anelito di libertà?
Come comprendere le temerarie fughe a Ovest nella Berlino degli anni ‘60, ancor prima che l’occidente prendesse coscienza del clima di barbarie che un gruppo di fanatici, in nome del socialismo reale, imponevano ad un popolo, a cui essi stessi appartenevano?

I Vopos che sbagliavano volutamente la mira sui berlinesi che fuggivano in occidente, non rappresentavano forse una complicità e una condivisione ideale di libertà, oltre che una forma di dissidenza politica verso il regime?
Oppure erano tutti nazisti i primi e tutti comunisti i secondi?

In questo clima la storia incrocia due italiani. Domenico Sesta detto Mimmo, pugliese, che studia in Germania per diventare ingegnere edile. Vive in stretta amicizia con un altro studente italiano Luigi Spina “Gigi”, conosciuto a Gorizia durante le superiori. Gigi  frequenta l’Accademia di Arti Grafiche.
Mimmo, concluso a Dusseldorf un primo periodo di praticandato, si era deciso, cedendo alle insistenze dell’amico italiano Gigi, ad iscriversi al Politecnico di Berlino.  
Il carattere aperto e solare dei due giovani italiani li porta a stringere amicizia con  giovani studenti tedeschi. Tra questi c’è Peter Smith che sarà la “causa” ispiratrice dello scavo sotto il muro, le cui operazioni iniziate nell’autunno 1961 terminarono  il 14 settembre del 1962.
L’amicizia e la libertà sono gli ingredienti che fanno di Mimmo e Gigi eroi inconsapevoli della libertà.

Mimmo e Gigi, dalla cantina di una vecchia fabbrica abbandonata (vecchio birrificio Oswald-Berliner-Brauerei) di Berlino Ovest, nella Bernauer Strasse al numero 78,  assieme ad altri 48 volontari, scavano a cinque metri di profondità un tunnel di 126 metri di lunghezza sotto la striscia della morte, sino ad arrivare in una casa vuota nella Schönholzer Straße 7 a Berlino Est.
Attraverso quel tunnel, il 14 settembre 1962, 29 tedeschi riuscirono a fuggire dalla prigionia di Berlino Est, senza che le guardie di frontiera si accorgessero di nulla. Tra loro c’era anche quel Peter Smith, amico fraterno dei due giovani italiani, per il quale questa grandiosa quanto temeraria impresa aveva avuto inizio, che era rimasto “intrappolato” insieme alla famiglia, dal lato sbagliato del Muro.
I lavori di scavo iniziati nell’autunno del 1961, vennero interrotti poco dopo per assenza di fondi. Ma il forte sentimento di amicizia e la determinazione dei due ragazzi di portare dall’altra parte l’amico Peter, li spinge a cercare in breve tempo una soluzione. E così riescono ad ottenere un finanziamento di 50.000 marchi in cambio dei diritti per le riprese dell’operazione di fuga dall’emittente statunitente NBC per la quale nel profondo clima della guerra fredda rappresentava una ghiotta occasione per la propaganda occidentale.
Lo scavo riparte e si conclude felicemente il 14 settembre del 1962, quando, 29 fuggiaschi attraversano il tunnel da Berlino Est, escono in Occidente, nello scantinato di una ex fabbrica abbandonata, nei pressi della Bernauer Strasse. Ad attenderli la libertà, con le luci delle telecamere che illuminano i loro visi smarriti e impauriti, ma non privo di difficoltà e di paure per i timori di delazione allo Stasi, la polizia segreta della DDR.

Il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della libertà”.

La risposta di Nicola Magrone sul cinema S. Lucia

«La mia segnalazione alla Sovrintendenza non incide per niente su legittime aspettative di collaborazione tra privato e Comune»

È vero quanto dice Zaccaro? (leggi l’articolo). Se è vero perché mandare una richiesta alla Soprintendenza di apporre un vincolo se avevano già dimostrato che quell’immobile non può essere considerato bene culturale essendo di un privato per il Codice dei Beni culturali? Perché non ascoltare le loro proposte? Dopo le dichiarazioni di Zaccaro in merito all’ex cinema Santa Lucia abbiamo voluto ascoltare anche la voce dell’ex Sindaco Magrone. A cui abbiamo girato questi interrogativi. «La mia segnalazione alla Sovrintendenza – ci ha detto – è del marzo 2014. La Sovrintendenza ha ritenuto di avviare un procedimento per l’apposizione del vincolo culturale sull’immobile. Ritengo di aver fatto il mio dovere dal momento che né io né lei siamo chiamati a giudicare se un immobile ha un valore storico e culturale. Ho avuto occasione di incontrare in Comune il proprietario dell’immobile (per discutere di altre sue questioni con il Comune) e fui io a chiedergli se era disposto a coltivare l’ipotesi di un’intesa con il Comune di Modugno. Egli si dichiarò disponibile. Una nota dell’impresa giunse al mio ufficio quando si era alle viste di una crisi irrimediabile dell’Amministrazione per ragioni che lei sa meglio di me. Il 22 agosto, la mia Amministrazione è stata sospesa. Penso che, come per mille altre questioni, il Commissario avrà cura di interessarsi del problema. Il quale, come lei sa, è sotto gli occhi di tutti. Ogni intesa io penso sia possibile, legalmente e politicamente consigliabile; la mia iniziativa non la ostacola ed anzi la favorisce. Le questioni di merito che lei pone vanno rivolte all’Ufficio tecnico anche per iniziative urgenti su una situazione che dura da decenni sulla quale solo ora viene lanciato l’allarme. La mia segnalazione alla Sovrintendenza – conclude Magrone – non incide per niente su legittime aspettative di collaborazione tra privato e Comune».

La Musa di Botero

Questa poesia è un omaggio a tutte le donne un pò in carne che spesso, per senso estetico errato,

soffrono nel silenzio della loro bellezza. Le figure delle Dee immaginate dai grandi artisti non sono certo anoressiche o scolpite col silicone.
Viva le donne formose che alimentano, più di tutte, la fantasia erotica di chi di femmine ne capisce.

Il video è stato montato in collaborazione con Marica Caramia, giovane studentessa di Beni Culturali all’Università Aldo Moro di Bari. Le foto utilizzate sono state prelevate dal web tramite un programma di download automatico e non si è a conoscenza se siano coperte da copyright; se così fosse i legittimi proprietari possono richiederne la cancellazione che verrà immediatamente effettuata.

Università: un comunicato di Azione Universitaria

“Dal CNSU forte rimprovero al MIUR per errori concorso scuole di specializzazione”

“Negligenza ed imperizia: questa volta non si tratta di errori medici, ma di gravi errori subiti dai giovani medici”.
Così i rappresentanti di Azione Universitaria eletti in CNSU, Diana Fabrizi, Nicola Minerva e Raffaele Freda, commentano a caldo il “caso” delle ultime ore riguardante la comunicazione – da parte del MIUR e del CINECA – di errori nelle prove di selezione per l’accesso alle Scuole di Specializzazione di Medicina e, nello specifico, dell’inversione dei test scritti del 29 e 31 ottobre relativi ai trenta quiz dell’Area Medica e dell’Area dei Servizi, con conseguente annullamento e ripetizione in data 7 novembre di una parte delle prove delle selezioni.

“Gli oltre 12mila partecipanti al concorso hanno subito un trattamento umiliante, vergognoso e privo di qualsiasi tipo di tutela, causato anche da un’organizzazione last-minute delle prove stesse (con informazioni relative al bando, alle modalità e alle sedi di svolgimento ricevute spesso in ritardo) culminata con il comunicato del MIUR, che definisce tale situazione una “grave anomalia” e forse intende utilizzare un eufemismo”.

“Azione Universitaria – prosegue la nota congiunta di Minerva, Fabrizi, Fredain tempi non sospetti aveva già chiesto al Ministro dell’Istruzione, nella seduta del CNSU del 25 e 26 Settembre, “l’adozione di opportune misure di controllo e sorveglianza sull’imminente concorso nazionale per l’ammissione alle scuole di specializzazione in Medicina di Ottobre” e, pertanto, restiamo stupiti ma anche delusi da questo atteggiamento negligente da parte del MIUR”.

Dopo aver preso atto delle scuse da parte del CINECA, così concludono Freda, Fabrizi, Minerva: “Riteniamo opportuno ed imprescindibile garantire il risarcimento dei danni per le spese di viaggio sostenute dai giovani medici per recarsi nuovamente ad affrontare in data 7 novembre le prove annullate, così come auspichiamo una pubblica assunzione di responsabilità da parte del Ministro Giannini, alla quale ci appelliamo affinché consideri l’approvazione di un congruo aumento del numero di contratti di formazione specialistica per tutelare, oltre ai nuovi vincitori del concorso, anche chi avrebbe superato il concorso se non si fosse verificato questo spiacevole annullamento”.