Molto professionale (ultimo episodio)

In questo ultimo episodio, seguito di “Molto professionale (2° episodio)“, Valentino Di Persio sottolinea come l’attimo fuggente può dilatarsi nel tempo, trasformandosi in attesa – intrepida, incredula, interminabile – fino a rivelarsi tangibile e profumata di etereo. E così l’audacia porta a seguire l’immenso …oltre la notte.
“Qualunque cosa possiate fare, o sognate di fare, dovete iniziare a farla. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza.” (Toni Buzan)
Buona Lettura!
Marica Caramia

 

…oltre la notte
di Valentino Di Persio

-Diana, Diana!- Non avrei mai sperato di poter uscire con lei stasera quando, solo poche ore prima, l’avevo vista venire verso di me lungo il corridoio dell’aereo, austera ed imperturbabile nella sua divisa blu. Disteso sul divano dell’appartamentino al centro storico di Bucarest, a ridosso della Casa di Vlad III di Valacchia, detto “Tepes”, al secolo “Dracula”, sorrido pensando a lei. Finalmente rilassato, riassaporo le sensazioni del viaggio, specie le fasi del decollo che solitamente mi provocano una scarica di adrenalina. Il rullare dei motori, lo scatto improvviso dell’aereo lungo la pista, la forza gravitazionale del decollo che ti schiaccia contro lo schienale della poltrona e il senso di protezione della cintura di sicurezza, ti fanno sentire libero come un gabbiano in picchiata. Quando l’attrito del carrello sull’asfalto si interrompe e l’aereo sale su, sempre più in alto virando a destra o a sinistra alla ricerca della rotta, assapori la sensazione del librarsi nel vuoto, dell’abbandono all’ignoto. Mi capita anche di pensare che Battisti e Mogol abbiano scritto la bellissima “Io vorrei, non vorrei ma se vuoi…” mentre volavano verso l’Est: “…le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto e poi giù il deserto e poi ancora in alto con un grande salto…”, fantastico. Un leggero contatto sul braccio per distogliermi dal momentaneo inseguire, a occhi chiusi, il farneticare della mia mente, e lei, Diana, me l’ero ritrovata improvvisamente flessa sulle ginocchia, adiacente alla mia poltrona.
-Sorry, ho l’obbligo di darle delle istruzioni sull’uscita di sicurezza.-
-Un briefing!- avevo replicato con malcelato sarcasmo.
-Esattamente! Debbo informarla sulle procedure di evacuazione di emergenza di questo aereo, del quale sono la responsabile di Cabina e di cui lei sarà, in caso di necessità, parte attiva, visto che è seduto nella fila del portellone di sicurezza.-
-Caspita, ho pagato un supplemento e all’occorrenza mi toccherà pure lavorare! E quanto ci guadagnerò in siffatta evenienza?- le avevo chiesto scherzando.
-Ci potrebbe guadagnare molto Signore!- mi aveva risposto con le gote arrossate e gli occhi scintillanti.
-Ovvero?-
-Un bene prezioso, Signore! La sua vita e quella degli altri viaggiatori!-
-Colpito ed affondato, mi arrendo!- avevo soggiunto sfacciato -A condizione però, che io possa abbandonare l’aereo dopo di lei per vederla sana e salva.-
-E’ molto improbabile Signore !– era stata la sua risposta.
-Signorina, la esorto a pensare positivo, scacci pure dalla sua mente queste “elucubrazioni lugubri” e pensi alla vita che è bella e che va vissuta!-
-Ne sono convinta!– aveva replicato con un sorriso allontanandosi.
Ed ora eccomi qui a sfidare il tempo che non passa, nell’attesa di andarla a prendere tra qualche ora.
L’immobile all’indirizzo che Diana mi aveva annotato frettolosamente nel bar, si trova vicino ad un grande Centro Commerciale, in un quartiere popoloso ma abbastanza centrale di Bucarest. Diana è già li.
-Quando hai chiamato ero già pronta!- mi dice salendo in taxi. Il traffico è scorrevole, la corsa verso Parcul Herastrau, dove ha sede l’Hard Rock Cafè, dura poco. Arriviamo verso le 21,15.
Il locale è già gremito. Fuori un gruppetto eterogeneo di persone, ride e scherza bevendo birra e fumando a più non posso. Dalle casse amplificate proviene musica Hard Rock a volume non eccessivamente alto. Daniel Ignat, leader del gruppo “The R.O.C.K.” è nel backstage con il resto della Band. Vicino a lui, l’inseparabile Cristina. -Valentino!- esclama Daniel vedendomi -Nu mai poate sa cred, prieten meu, esti aici!-, “non ci posso credere, anche tu qui amico mio”.
Saluti e convenevoli di circostanza.
Cristina si rivolge gentilmente ad un addetto del locale chiedendogli di farci sedere nei divani in prossimità del palco. Mentre ci accomodiamo Diana osserva ironica:
-Non mi avevi detto di conoscerli!-
-Volevo sorprenderti!- le rispondo ridendo.
-E ci sei riuscito benissimo!- soggiunge, dandomi un pizzicotto sul fianco. Alcuni fischi e applausi manifestano la crescente impazienza del pubblico. I diffusori di fumo entrano in funzione improvvisamente e dalla coltre di nebbia multicolore, ecco apparire ad uno ad uno come coccodrilli nella nebbia l’intera Band nel frastuono  della batteria, del basso e delle svisate della chitarra elettrica preveniente degli altoparlanti al massimo.
Daniel, scatenato, attacca subito con Highway to hell, a seguire, Black in black, Hells bells etc. Il chitarrista, in rosso e pantaloncini corti, vivacizza la scena scorrazzando a destra e manca sul palco.
Nel trambusto, i contatti verbali tra me e Diana sono ridotti all’essenziale. Riusciamo a comunicare a malapena solo parlandoci all’orecchio. Conveniamo che all’intervallo saremmo andati via e così abbiamo fatto dopo esserci scusati con Daniel e Cristina, adducendo la stanchezza. Il taxi, fatto chiamare dalla ragazza alla reception, è già fuori. -Calea Vitan!– dice Diana all’autista. Sul sedile posteriore del taxi, Diana mi si stringe a fianco: percepisco la fragranza del suo profumo. Le luci colorate della città scorrono attraverso i vetri. A tratti i lampioni illuminano il viso di lei appoggiato sulla mia spalla con gli occhi chiusi. La silenziosa corsa notturna per le strade della bellissima Bucarest è rotta dalla melodia proveniente dallo stereo. Sono le note suggestive ed ovattate di un famoso brano di Giorgio Moroder “Watching every motion in my foolish lover’s game. On this endless ocean finally lovers know no shame. Turning and returning to some secret place inside. Watching in slow motion as you turn around and say… Take my breath away… ”
“Guardando ogni gesto dei pazzi giochi d’amore in questo oceano senza fine, gli innamorati non conoscono vergogna. Girando e rigirando nei segreti anfratti del mio cuore, ti osservo mentre  ti volti lentamente e dici…  toglimi il respiro…”
Mi sento confuso, le immagini mi girano attorno a rallentatore, il suo petto ansima aritmico e mi pare di sentire una voce… portami via lontano, toglimi il respiro.

Valentino Di Persio

Premiazione dei vincitori del IV torneo di scacchi e dama a Modugno

La cerimonia di premiazione dei vincitori della quarta edizione del torneo di scacchi e dama, organizzato dalla ProLoco di Modugno, ha visto la folta partecipazione di bambini e adulti che hanno calorosamente applaudito i premiandi. Alla cerimonia oltre agli orgogliosi familiari dei vincitori erano presenti i rappresentanti dei circoli didattici Dante Alighieri e Casavola. L’arbitro, ing. Michele Attorre, ha ringraziato il direttivo della ProLoco per avere organizzato anche quest’anno i tornei di dama e scacchi che hanno registrato oltre 130 iscrizioni. I tornei sono stati rigorosamente seguiti dai giudici arbitri dell’associazione Laboratorio Scacchisti di Bari, nella persona del suo presidente, dr. Paolo Bonino, coadiuvato da Gianni Balacco e Raffaele Costagliola per gli scacchi e dal giudice arbitro Antonio Mascolo per la dama.
I giovani scacchisti, entusiasmati dalle loro prestazioni durante la manifestazione hanno manifestato il desiderio di poter assistere a lezioni di scacchi e dama nelle ore scolastiche; l’idea è stata raccolta dalla associazione scacchisti e dal direttivo della ProLoco con il fermo impegno di presentare, per l’anno prossimo, un progetto mirato a tale scopo. La ProLoco di Modugno dal canto suo ha deciso di allestire dopo le feste natalizie due tavoli (fissi) nella sede di piazza Sedile: uno di scacchi e uno di dama, a disposizione di chiunque voglia giocare durante le ore in cui la sede è aperta, con l’unico fine di coinvolgere adulti e piccini alla disciplina del gioco degli scacchi e della dama che seguono regole fondamentali come: l’ordine, il rispetto dell’avversario, la concentrazione ed il silenzio. Scacchi e dama, espressioni ludiche rese più attraenti dalla sfida di uno contro uno.

Nel blu dipinto di blu

Nel guardare queste immagini fotografiche, l’occhio si perde nello splendore di un cielo turchino, velato di strie bianche,

come filamenti di zucchero filato nel quale  affondavamo il viso da bambini, avidi di mangiarlo. Per i più romantici, un dipinto con tinte pastellari che tanto ricordano le tele degli impressionisti francesi, da cui trarre ispirazioni dell’anima. Una dolce evasione dello spirito che finisce però, come il risveglio da un bel sogno, poiché in realtà, pare, non sia nulla di tutto ciò. Le foto in galleria sono state scattate al mattino di diverse giornate del mese di novembre scorso, a Modugno, ma ovviamente si manifestano nel cielo del nostro interland barese. Le strie che vediamo solo nel cielo azzurro, poiché in caso di nuvolosità non sarebbero visibili, sono per molti, il tracciato di vapore acqueo lasciato dagli aerei, al loro passaggio sulle nostre città, nei regolari voli di linea o di ispezione, se si tratta di aerei militari. E’ ormai da un po’ di anni a questa parte, che alcune voci, probabilmente provenienti da addetti ai lavori del settore scientifico, smentiscono questo innocuo transito, a favore invece di ‘scie chimiche’, lasciate evaporare nel cielo, da aerei di identità sconosciuta, che sorvolano i cieli senza rispettare giornate od orari fissi, lasciando questo strascico bianco, che, a detta di tali fonti, è assimilabile a vapori che contengono metalli pesanti e composti biologici volatili, che pian piano cadono sulla terra, depositandosi su suolo, persone e animali. Sia la NASA che l’Air Force in precedenza e, gli stessi governi smentiscono questa teoria del complotto che data dal 1996 circa, il controllo in questi anni, verso le popolazioni e il clima terrestre, da parte di enti non meglio specificati. I sostenitori dicono che le normali scie di condensazione e cioè di vapore acqueo, sono una traccia unica, segnata dal velivolo che, una volta passato, lascia una scia che evapora subito, mentre quelle chimiche permangono per molto tempo, disegnando anche forme strane nel cielo, come una X, griglie o linee parallele. Tale teoria è stata smentita , in quanto non apportatrice di prove e dimostrazioni scientifiche valide. Il deputato olandese Erik Meijer, ha posto il quesito al Parlamento Europeo il 10 maggio 2007, il quale ha ribadito l’insussistenza di tale fenomeno; mentre il Parlamento Italiano ha dovuto rispondere nel 2013 a 14 interrogazioni, smentite, e, la risposta del 5 settembre 2008 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stata «Dall’esame della letteratura scientifica internazionale e del contenuto dei siti web specialistici non è possibile confermare l’esistenza delle scie chimiche. I siti specialistici degli osservatori delle scie chimiche, in particolare, risultano carenti dal punto di vista scientifico» e che «…l’interpretazione più plausibile del fenomeno è che i presunti episodi di scie chimiche siano in realtà comuni scie di condensazione che sono durate più a lungo e hanno assunto forma peculiare per effetto delle condizioni meteorologiche». Da un’attenta analisi della risposta dello stesso Ministero, sembra ci sia un’esclusione categorica del fenomeno ‘scie chimiche’? Fatto sta, che nel blu dipinto di blu, è effettivamente possibile notare strie collegate ad aerei che si vedono fisicamente e dipinti marmorei che possiamo ammirare anche per ore.   

 

Felici a metà… Conquistando la semifinale

Si è disputata mercoledì la gara di ritorno dei quarti di coppa Puglia femminile con il Balsignano che, forte del secco 6-0 dell’andata, ha affrontato ancora una volta il Conversano di mister Berardi.

Nonostante il vantaggio, le giallonere scendono in campo con l’intento di non sottovalutare la partita e uscirne a testa alta.
Così è stato. Il quintetto iniziale – composto da capitan Mercurio tra i pali, Bellomo centrale, Gattulli e Annese laterali con Pellegrino pivot – mostra dal primo secondo di gioco la grinta che piace a mister Campanelli lasciando davvero pochissimi spazi alle padroni di casa che dopo pochi minuti si ritrovano sotto di un goal grazie a Pellegrino che insacca una palla servita da Pati.
Partita ancor più in discesa, ma le modugnesi continuano a creare occasioni e ad andare in rete con Annese per ben due volte, seppur in una circostanza aiutata da una netta deviazione avversaria.
E’ il Balsignano a fare la partita e, infatti, a pochi minuti dal termine della prima frazione arriva anche il quarto goal di Misurelli che manda le squadre negli spogliatoi.
Durante l’intervallo mister Campanelli si limita a correggere le imperfezioni viste e al rientro in campo la musica non cambia: la formazione ospite fa girar palla e blocca ogni minimo tentativo avversario, trovando così anche il 5-0 firmato Annese.

In un clima totalmente sereno, arriva la doccia gelida per il Balsignano: il direttore di gara si inventa un’ammonizione per Mercurio costringendola a saltare il match d’andata della semifinale. Il gioco comincia a farsi più nervoso e mister Campanelli è costretta a intervenire per far tornare la calma in campo evitando ulteriori danni.

Ristabilita la tranquillità, arriva anche il sesto goal di Misurelli che chiude la seconda frazione di gioco sancendo il definitivo 0-6 che regala al Balsignano la semifinale.

“Se fosse stata un’ammonizione meritata, o anche dubbia, di certo non mi soffermerei più di tanto sull’episodio; però quando si verificano queste ingiustizie (incompetenza?!) riesce molto difficile ragionarci su. Mercurio salterà la semifinale di andata perché in uscita e in netto vantaggio sulla palla «ha aumentato il suo volume» e l’avversaria le si è catapultata addosso. Il ché si commenta da solo!” – fin qui stizzita, mister Campanelli continua sorridendo – “Tuttavia… Siamo in semifinale! Ringraziamo la società conversanese per l’ospitalità e la sportività dimostrate nei nostri confronti. Giungere fino a questo punto non può che riempirci d’orgoglio. Per qualcuno potrà sembrare esagerato ma per tutta la nostra società è come vivere un piccolo sogno. Tutto questo permette di caricarci ancora di più in vista della gara di andata. Un pregio della nostra squadra è che non piace piangerci addosso. Troveremo una soluzione e affronteremo la prossima sfida con il massimo dell’impegno… Faremo della nostra debolezza la nostra forza!”

Prima della semifinale di coppa, le giallonere saranno impegnate domenica nella gara casalinga di campionato contro il Manfredonia, squadra neo iscritta e completamente sconosciuta alle nostre ragazze. Serve ovviamente una vittoria per caricarsi e mantenere alto il morale.