Riunione di famiglia in Afghanistan

A Kabul nella base interforze, Nicolas Longo, ufficiale dell’Air Force USA, incontra e conosce Nicola Loiacono dell’aviazione italiana, modugnese doc.

I due fanno parte della stessa famiglia: tutto ebbe origine dal rapporto di amore di questi due anziani della foto, Rosa De Benedictis e Vincenzo Pentrelli, fotografati insieme ai figli. La figlia più grande, Rocca, non c’è perché era già immigrata nel 1910 negli Stati Uniti, con suo marito, Francesco Marzigliano. Il ramo “americano” di questa grande famiglia si arricchisce di ben 5 figli: Maria, Vincenzo, Domenico, Benedetto e Nicola mentre in Italia, nel 1915, nasce Benedetto, il fratello minore che Rocca non conoscerà mai di persona. Negli anni fra le due guerre mondiali, nei due continenti, le famiglie crescono: In america il figlio di Rocca, Nicola diventa papà di una splendida bimba che battezza con il nome della madre, Rocchetta, mentre in Italia è la figlia di Benedetto, Rosa Pentrelli – sposata con Giacomo Loiacono – che dà alla luce il figlio Nicola che si arruola nell’Aeronautica Italiana. Nel frattempo In America anche Rocchetta, sposata a Giovanni Longo, ha un figlio, Nicholas, che si arruola nell’aeronautica del suo paese, nell’U.S. Air Force e partecipa alla missione Nato “Resolute support” in Afghanistan alla quale partecipano anche le forze armate italiane.
Racconta Theresa Marzigliano Barasch: ” Un giorno stavo parlando con la famiglia in Italia e hanno citato un cugino, Nicola Loiacono, arruolato nell’aeronautica italiana, che stava andando in Afghanistan dove è in missione anche Nicholas Longo. Fatta qualche ricerca e grazie ai social media sono stata in grado di dare a ciascuno dei due cugini le informazioni necessarie per potersi  incontrare”. E così è stato, i due cugini si sono messi in contatto fra di loro e subito dopo, festeggiati dai loro commilitoni, si sono incontrati e abbracciati. Il loro è stato un abbraccio che ha riunito, dopo oltre un secolo, Rocca Pentrelli al fratello minore Benedetto. Due continenti, due grandi paesi, un’unica famiglia.

Clamoroso successo di Enza Piccolo

Trionfo di colori nelle opere di Enza Piccolo che trasmettono allegria. Ieri si è chiusa la personale della pittrice Enza Piccolo, un clamoroso successo, l’affluenza quotidiana è stata consistente con uno strepitoso “sold out” dei quadri esposti. Tutti hanno espresso un parere positivo, specie quando la pittrice spiega, che la maggior parte delle sue opere sono un patch di stoffe preziose e altri materiali. Come si è detto la sua tecnica è “unica e originale”, lo stile si sposa vagamente con quello naif, ma con un tocco della scuola pittorica modugnese, che si rifà allo stile rupestre e contadino. Molto belli i volti, i soli e le lune presenti in quasi tutte le sue opere, la luminosità dei colori, che danno un tocco di allegria e giovialità alle sue opere, hanno incuriosito i visitatori. Un plauso e un grande in bocca al lupo per questa artista emergente nel panorama culturale della città di Modugno, con l’augurio che si susseguano nel tempo eventi culturali simili.

Una dichiarazione di Nicola Magrone

L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA.

IL PARLAMENTO FUORI GIOCO. PROFONDAMENTE VIOLATA LA COSTITUZIONE.

Il Presidente della Repubblica non deve essere la persona gradita al Presidente del Consiglio; semmai, al contrario.
Diciamo troppo se l’attuale Presidente del Consiglio sta andando oltre il tollerabile prendendosi e usando poteri che non ha?…

Una dichiarazione di Nicola Magrone, segretario del movimento Italia Giusta secondo la Costituzione, movimento da 30 anni in difesa della Costituzione italiana del 1948.
“Quello che stiamo vedendo in questi giorni è a dir poco sconvolgente: il Presidente del Consiglio impazza per sedi private e pubbliche (dalla sede del Pd a Palazzo Chigi al Quirinale e chissà dove altro); per fare che cosa? Per individuare il nuovo Presidente della Repubblica e proporlo alle Camere che dovranno eleggerlo. A che titolo si muove il Presidente del Consiglio, di segretario di un Partito o di Presidente del Consiglio? Si sta vedendo che egli si muove in tutte e due le vesti.
Quale norma attribuisce al Presidente del consiglio questa funzione?
La Costituzione dice questo:

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Art. 83
Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri.
All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.
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Dove sta scritto che spetta al Presidente del Consiglio consultare, trattare, decidere, proporre il nome del nuovo Presidente della Repubblica, comunicarlo al suo partito e poi al Parlamento perché lo voti?
Il Presidente della Repubblica non deve essere la persona gradita al Presidente del Consiglio; semmai, al contrario.
Diciamo troppo se l’attuale Presidente del Consiglio sta andando oltre il tollerabile prendendosi e usando poteri che non ha?
Si noti che, appena eletto, il nuovo Presidente della Repubblica dovrà giurare fedeltà alla Costituzione, esattamente a quella che, perché fosse eletto,è stata profondamente violata.
La cosa migliore sarebbe che il Parlamento rivendichi i suoi poteri e proceda per conto suo”.

 

Un Giorno della Memoria

Elisa Springer: “A distanza di piú di cinquant’anni dalla Dichiarazione dei diritti umani, la storia non ha ancora reso giustizia alla sofferenza e al sacrificio di milioni di innocenti.

Ancora oggi, la testimonianza di aggressioni sociali, la violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, gli odi etnici, ci fanno rimeditare sul senso vero di quei diritti pure affermati e propagandati con tanta solennità.[…] E dunque, è necessario che si superino i pregiudizi: amiamo la vita, la speranza, la pace, la fratellanza, il rispetto, la pietà. Io mi sono misurata con questi valori assoluti pagando il prezzo della mia stessa identità. Dopo essere stata costretta a confrontarmi, a ricercarmi, dopo essermi persa e ritrovata, dopo tanto attendere, forse sono riuscita a vedere la mia vita, la mia luce. Ho compreso che la morte stessa non è forse piú importante dei frutti d’amore che essa produce: i frutti della conoscenza, di coscienze avvertite, presenti, impegnate nella costruzione e nella difesa di una società aperta all’amore, alla giustizia, all’uguaglianza” (dalla premessa al libro Codice breve del razzismo fascista, di Nicola Magrone – 2004)

Per un Giorno della memoria non semplicemente rituale, la Fondazione onlus Popoli&Costituzioni promuove a Modugno una riflessione sulle Leggi razziali del fascismo, tutte raccolte in un volume di Nicola Magrone (Codice breve del razzismo fascista): un complesso, pignolo e accanito sistema di norme che nel 1938 porta la difesa della razza praticamente ovunque, in Italia.

Nicola Magrone ne parla a Modugno con i cittadini, il 30 gennaio, ore 19.00, Sala via Alcide De Gasperi n.35 (ex Cantinone, nelle vicinanze della Scuola De Amicis)

“Le ‘leggi razziali’ del fascismo – dice Magrone nella Premessa al libro – hanno goduto di un ‘trattamento’ particolarmente benevolo: quello che si dà a una cosa straordinariamente eccezionale, anomala, imprevedibile, imprevista, e nemmeno voluta. Detto questo, il caso sarebbe chiuso. E dunque, non conterebbe nulla tutto il resto, una mostruosità potendoci toccare in sorte sotto tutti i regimi e ad ogni latitudine; un mostro è un mostro. […] Da questo punto di vista, si spiega perché appaiono sempre più ‘fuori gioco e fuori tempo’ quanti, oggi, si ostinano a dislocare sentinelle a difesa della nostra Carta costituzionale: della quale – sembra di capire – si pensa che non sia uno strumento capace di impedire l’imprevisto se non fatale ripiegarsi della società nel desiderio di comandi semplificati. Tanto vale – sembra di capire che si pensi sempre più diffusamente – esorcizzare il pericoloso ripetersi della storia attrezzandoci a ‘riviverlo’ amichevolmente e a ‘governarlo’ per finirne governati. Joseph Roth ha detto questa preoccupazione, che sta tra le ragioni di questo libro, così:. ‘E’ inimmaginabile quante ingiurie in una volta sola può sopportare un essere umano che è già stato oltraggiato’”.

Giorno della Memoria

le iniziative della Città metropolitana di Bari Concerto dell’Orchestra Sinfonica nella Basilica di San Nicola in ricordo delle vittime della Shoah e una grande Stella di David illuminata nel colonnato dell’ex Palazzo della Provincia
Domani, martedì 27 gennaio, alle ore 19.00, nella Basilica di San Nicola, l’Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari prosegue il suo percorso artistico con un concerto speciale, promosso dal sindaco metropolitano, Antonio Decaro, in occasione del Giorno della Memoria, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico.
Nel 70° anniversario  della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, l’Orchestra Sinfonica si esibirà in un concerto, aperto al pubblico, diretto dal maestro Nicola Samale, tra i più esperti e prestigiosi direttori d’orchestra italiani. Il programma prevede l’esecuzione del “Frammento” da La strada di Nino Rota, la “Marcia Funebre” dalla Sonata op. 35 n. 2 per pianoforte di Fryderyk Chopin (orchestrazione di Vincenzo Anselmi), il “Tema” da Schindler’s List di John Williams e la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal Nuovo Mondo” di Antonin Dvo?ák.
A partire dalle ore 17.00 nella sala del colonnato dell’ex Palazzo della Provincia, sul lungomare di Bari, decine di candele bianche illumineranno una grande Stella di David, simbolo dell’ebraismo, e sullo sfondo alcune immagini più significative dell’Olocausto.
Un’iniziativa voluta dal sindaco metropolitano, Antonio Decaro: “ricordare le vittime della follia nazista – afferma – è un dovere civile e morale che ci riguarda tutti. Un orrore senza fine, quello della Shoah, che sembra lontanissimo nel tempo, ma che si è consumato solo 70 anni fa. La terra di Bari ha conosciuto allora il dolore dei campi di smistamento e la violenza delle deportazioni. Questo concerto è un omaggio alla verità della storia e un monito a non dimenticare”.