Damascelli, autorizzazioni newo

teatrino politico imbarazzante

salute e ambiente prima di tutto

“Tra via libera, stop e dietrofront, è caos sull’iter autorizzativo dell’inceneritore di rifiuti che la Newo di Foggia ha progettato di realizzare nella zona industriale di Bari-Modugno. Curioso che il Comune di Bari abbia prima collaborato al progetto, attraverso la sua azienda pubblica Amiu Puglia, per poi alzare le barricate contro l’impianto”. Così Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.
“Ma – aggiunge – non è finita qui: mentre il sindaco Decaro tuona contro la Regione, che nei giorni scorsi ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale dando l’ok definitivo all’impianto, il presidente Emiliano dice di non sapere quello che decidono i suoi tecnici, e chiede di rivedere la procedura autorizzativa”.
“L’assessore regionale all’ambiente Caracciolo, che in una riunione convocata a dicembre scorso assicurò che la Regione avrebbe tenuto conto del parere della popolazione locale prima di procedere con le autorizzazioni – sottolinea Damascelli – ora fa dietrofront e tiene a precisare che non si tratterebbe di un inceneritore ma di un impianto di ossido-combustione, ma non vi sono certezze sul suo impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Noi chiediamo garanzie per la pubblica incolumità, tanto più in un’area già molto provata dal punto di vista dell’inquinamento”.
“Se davvero il Governo regionale vuole procedere con cautela per questo impianto – prosegue – perché poi dà il via libera? Se l’inceneritore, come da progetto, non dovesse più trattare i rifiuti urbani indifferenziati provenienti dal vicino impianto di bio-stabilizzazione di Amiu Puglia, che senso avrebbe realizzarlo? Potrebbe accogliere materiale proveniente da altre regioni? Il Piano regionale dei rifiuti della Puglia – osserva ancora Damascelli – è stato ignorato perché non prevede questo tipo di impianti, anzi promuove l’incremento della raccolta differenziata spinta e pone il veto a nuovi inceneritori e discariche. Non è più tempo di balletti quando c’è in gioco la salute dei cittadini”.

Cisl e Uil Territoriali

in difesa dei dipendenti comunali

Al Sindaco del Comune di Modugno
Al Presidente Anticorruzione   Roma
Al Sig. Prefetto di Bari
Ai Consiglieri Comunali di Modugno
Alla Giunta Comunale di Modugno
Al Segretario Generale del Comune di Modugno
Al Responsabile Anticorruzione e Trasparenza del Comune di Modugno
Ai dipendenti Comunali
Agli Organi di Stampa
Oggetto: Richiesta di annullamento in autotutela in parte qua del Decreto del Sindaco del 2610112018 prof. n. 5450 per motivi di illegittimità.

Le scriventi 00.SS, con la presente, chiedono l’annullamento in autotutela in parte qua del Decreto del Sindaco del 26/0112018, Prot. n. 5450, per illegittimità dello stesso per le seguenti motivazioni:

  • violazione dell’art. 4, comma 1, lettera a), del vigente Regolamento dell’area delle P.O. approvato con Deliberazione Commissariale n. 3512013 in quanto, nell’individuazione dei soggetti destinatari degli incarichi, non viene rispettata la priorità derivante dalla “posizione giuridica” posseduta all’interno della Cat. D (art. 4, comma 1, lett. a): risultano, Infatti, conferiti incarichi a personale di categoria D1 in palese spregio alla presenza di altri funzionari inquadrati in categoria D3 che, invece, non risultano destinatari di incarichi di P.O., (vedasi anche in merito il parere ANCI del 26/0112006);
  • violazione dei criteri stabiliti dal vigente Regolan1ento dell’area delle P.O., approvato con Deliberazione Commissariale n. 3512013; alcune P.O. risultano conferite a soggetti privi dei requisiti richiesti dalla lettera d) (requisiti culturali posseduti) e dalla lettera e) della medesima disposizione con riferimento alle attitudini, capacità professionali ed esperienza acquisita;
  • totale carenza di motivazione sui criteri di scelta adottati, sulla rotazione, soltanto parziale e riferita sempre agli stessi Responsabili, e non riferita ai servizi con più elevato rischio corruttivo (Servizio Finanziario -Personale, LL.PP., Ambiente – ARO, Urbanistica ecc.);
  • alcuni destinatari degli incarichi di che trattasi non risultano ancora stabilizzati, atteso che la decorrenza dei provvedimenti di assunzione è fissata al 11212018, ed, inoltre, non risulta decorso neanche il periodo di prova previsto dalle norme vigenti. Agli stessi si procurerebbe altresì un grave ed ingiustificato danno pregiudicandone le particolari professionalità già acquisite nell’Ente o al di fuori di esso (esperienza nella ricerca di fondi europei e/o regionali, esperienza maturata sulla contabilità degli Enti Locali in un periodo connotato da continue modifiche alla normativa);
  • gravi ed evidenti violazioni della privacy attuate in danno di taluni dipendenti.
  • Il personale stabilizzato di cat. D risulta essere stato assunto a tempo determinato per ricoprire n. 2 posti dell’Ufficio di Piano del Comune di Modugno (Ambito BA 1O). Nei provvedimenti di stabilizzazione, invece, detto personale viene destinato ad altri Servizi, ricoprendo dei ruoli di Responsabilità incaricati di P.O. A tale proposito si chiede di inviare alle scriventi 00.SS. i provvedimenti di assunzione a tempo determinato a suo tempo prodotti e quelli di stabilizzazione, diffidando l’Amministrazione Comunale e gli Uffici comunali competenti a dare esecuzione ad assegnazioni difformi da quelle per le quali i detti provvedimenti risultano adottati.

Tutto ciò premesso, le scriventi 00,SS., nel richiedere preliminarmente al Segretario Generale dell’Ente (che legge per conoscenza), anche nella Sua qualità di Responsabile Anticorruzione e Trasparenza, di esprimersi in ordine alle eccezioni testé formulate, si riservano la facoltà di intraprendere ogni azione a tutela dei dipendenti coinvolti, preavvisando sin d’ora che verrà inviata puntuale informativa alla Procura della Corte dei Conti circa eventuali azioni risarcitorie, attivate dai dipendenti e che si provvederà ad assistere gli stessi su eventuali iniziative giurisdizionali assunte in tutela dei propri diritti (mobbing).

Distinti saluti.
Bari, 30 gennaio 2018

               FP CISL                                                        UIL FPL
F.to        G. Manco                                   F.to           E. Valerio

INCENERITORE MODUGNO

una nota di Peppino Longo

“Non può restare inascoltato il coro di no giunto dal territorio e dalla mobilitazione generale dei cittadini di Bari e Modugno contro la realizzazione di un impianto di ossido-combustione nella zona industriale a cavallo tra le due città. Ma evidentemente qualcuno intende in modo diverso l’amministrazione del bene comune tanto che gli uffici regionali preposti alle autorizzazioni continuano a perseguire questa folle e miope visione delle fabbriche dei veleni. Contro di loro, contro questo atteggiamento giustamente definito dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, come un sopruso, siamo pronti ad alzare le barricate. E pur apprendendo con favore dell’atteggiamento del presidente Michele Emiliano, che ha chiesto ai propri uffici di rivalutare l’autorizzazione concessa alla luce delle direttive politiche e tecniche di cui all’emanando Piano Regionale dei Rifiuti , rinnovo il mio invito a rivedere del tutto tale scelta che non deve essere approfondita ma cancellata per le conseguenze catastrofiche sull’intera comunità”, è quanto scrive in una nota il vicepresidente del Consiglio regionale, Peppino Longo.

“Al presidente Emiliano, ricordo che Modugno e gran parte dell’area industriale che sarebbe interessata dal nuovo stabilimento, già pagano un prezzo elevatissimo in materia di inquinamento, sia per la presenza di altri siti inquinanti, sia a causa di elevati volumi di traffico automobilistico. Non a caso la città, peraltro ad altissima densità abitativa, è stata inserita tra le 11 città più a rischio per inquinamento nella regione”.

Peppino Longo
Vicepresidente Consiglio
Regione Puglia

NEWO: I GIOCHI SONO FATTI

LA MANIFESTAZIONE È STATA INUTILE

Nonostante una manifestazione di protesta presso la Regione Puglia, nonostante le dichiarazioni contrarie da parte di Emiliano, ieri la Gazzetta del Mezzogiorno, a firma di De Vito, ha pubblicato la notizia delle autorizzazioni finali per la realizzazione del nuovo inceneritore. Adesso basta, non vogliamo prendere in giro i cittadini di Modugno e del territorio colpito da questa decisione. Vogliamo i fatti, vogliamo che venga fissato un incontro URGENTE con Emiliano per cercare di bloccare concretamente quest’opera. A questo punto le manifestazioni non servono più, possiamo anche perdere questa battaglia ma noi rimarremo con la coscienza pulita. Basta, ci vogliono, e lo ripetiamo, i fatti !

Inceneritore di Modugno

Il gioco delle parti

Per Ecodem Puglia, che seguono da anni la gestione integrata dei rifiuti in ambito regionale, la vicenda dell’inceneritore di Modugno, progettato dall’impresa Newo e da AMIU Bari, appare  grottesca ed inverosimile. Ci sembra incredibile innanzitutto (“Il nostro dissenso all’installazione dell’inceneritore  AMIU” – http://ecodempuglia.altervista.org del 11/12/2017), che si continui a negare che si tratti di un impianto di “incenerimento” quando  nel progetto presentato alla Regione  si riferisce che l’impianto di cui trattasi rientra fra quelli di “incenerimento/coincenerimento”. A nostro parere questo significa una sola cosa: “al netto delle tecnologie di ossicombustione, etc.”, il processo avviene tramite termodistruzione dei rifiuti indifferenziati biostabilizzati. Le conseguenze di questo processo su larga scala (si dovrebbero trattare ca. 50000 ton/anno di rifiuti) non sono precisabili ex-ante ed il rischio concreto che corrono le comunità di Modugno, la città di Bari e molti altri Comuni dell’hinterland è di trovarsi sempre più invischiati in un sistema industriale con elevati rischi di inquinamento. Pertanto, gli Ecodem Puglia sono stupefatti dalle dichiarazioni dell’assessore Caracciolo: “La politica nulla può di fronte ad un’iniziativa privata che ha le carte in regola”; questo significa (se non ci sbagliamo), che, se ci sono fondati sospetti che si corrono seri pericoli per la salute dei cittadini l’Assessorato non ostacola l’iniziativa privata. Nella nostra regione si sta pagando un elevato tributo di morte, di dolore e di compromissione generale dello stato di salute presente e futuro della popolazione proprio perché i politici ed anche le istituzioni hanno dato fiducia a “privati” (vedi ILVA, Enel, etc.) che con i loro impianti, pur portando occupazione e benessere, hanno realizzato profitti giganteschi ma  hanno generato lutti e inquinamento. Gli Ecodem Puglia, che intendono aderire a tutte le forme di mobilitazione messe in atto per impedire questo ennesimo scempio, sarebbero interessati a  conoscere le “carte in regola” del suddetto impianto. Per il momento  sono colpiti da questo strano “gioco delle parti” tra Assessorato, AGER ed AMIU: a corrente alternata, questi tre organismi accettano e/o negano la paternità dell’impianto. L’AMIU fa parte integrante della progettazione dell’impianto (come è precisato nell’elaborato progettuale) e quindi è incomprensibile la dichiarazione del neo-presidente (“non trovo traccia di accordi nei documenti ufficiali e nei verbali del CDA”). Anche l’AGER si esprime al riguardo in maniera poco convincente perché, anche  se è vero che l’impianto non è inserito nel Piano regionale Rifiuti, nello stesso PRGRU veniva dato risalto ad alcune sperimentazioni su piccola scala della stessa tecnologia (vedi paragrafo “O5 – Valutazione delle tecnologie per il recupero energetico dei CSS derivati dai rifiuti urbani”), ma non vi erano evidenze sperimentali che i “test di ossicombustione” su materiali prodotti dal trattamento meccanico di RSU indifferenziati avevano luogo nella massima sicurezza ambientale ed impiantistica. Gli Ecodem Puglia esprimono quindi alcune riserve sull’opportunità di rilasciare l’AIA alla Newo (se non è stata già concessa) e sperano di poter accedere anche agli atti; nel contempo, però, ribadiscono la netta contrarietà a questo impianto, anche perché in ambito europeo, si precisa chiaramente che: “va ridefinito il ruolo dell’incenerimento dei rifiuti, per evitare che si creino sia ostacoli alla crescita del riciclaggio e del riutilizzo, sia sovracapacità per il trattamento dei rifiuti residui”.