È necessario non personalizzare il dibattito ma partire da ogni singola situazione. Durante questi ultimi due anni nei quali ho preso parte alla vita del partito, non ho visto interventi qualificanti. Ad esempio, dalle ultime dichiarazioni dell’assessore regionale all’ambiente sappiamo che Modugno appare tra i tre comuni per i quali è prevista la realizzazione di un inceneritore. Chi, dell’attuale amministrazione si occupa del problema ambiente? Chi ha risposto o è intervenuto di fronte alla gravità di queste affermazioni che non tengono in considerazione le condizioni già precarie del territorio modugnese? Il mio impegno non è slegato dalla concretezza dei problemi della città. Il candidato sindaco dovrà essere accompagnato da esperti per ogni campo d’intervento. Io annuncerei già tre assessori per gli ambiti principali.
Autore: Redazione
Il parere di Domenico Gatti sul "totosindaco"
Questi mesi hanno portato tutti noi ad un percorso di maturazione collettivo portando alla luce le rispettive posizioni in modo chiaro e netto. Il candidato sindaco ideale dovrà essere, quindi, colui che meglio saprà interpretare le esigenze di tutti e non solo di coloro che l’hanno appoggiato. Considerando che ogni candidato ritiene migliore la propria posizione si pone la necessità, da parte di tutti gli aspiranti di relativizzare i rispettivi punti di vista alla luce di una posizione comune sposata da tutti. Il candidato più forte sarà colui che sarà in grado di porsi come sintesi di tutte le diverse posizioni.
Analisi sulla situazione politica "made in Modugno"
Pd, “confusa chiarezza”: al voto tra qualche mese ma alleanze e programmi in alto mare. Solo nomi. Tre gli aspiranti candidati al ruolo di primo cittadino. Non è ancora chiaro il metodo che il Partito Democratico utilizzerà per raggiungere una sintesi che individui un solo candidato: primarie di partito, di coalizione o direttamente alle urne? All’interno del partito di maggioranza del centro sinistra esiste, da qualche mese a questa parte, un serio problema: l’individuazione di un metodo per decretare il candidato unico del Partito democratico.
Desiderio del coordinatore Lilly Del Zotti e di tutti coloro che frequentano le riunioni aperte del partito democratico di Modugno, è la designazione di un candidato sindaco che rispecchi veramente il desiderio di cambiamento di questo nuovo coordinamento e che, soprattutto, sia voluto dai cittadini. Le possibilità sono molteplici ed ognuna comporta dei rischi di “non democraticità”. Una possibilità è la convocazione ufficiale del coordinamento con relativa votazione con la conseguenza che appena trenta persone, di cui forse solo un terzo assidui frequentatori della vita del partito, si chiuda nella classica “stanza segreta” e decida per tutti come accadeva in passato.
La seconda possibilità è la convocazione – con relativa votazione – dei 203 tesserati del Pd con il rischio, paventato da alcuni, di votazione falsata a causa della presunta presenza di “tessere vuote”. Un’altra possibilità è l’utilizzo dello strumento delle primarie di partito, chiamando in causa la cittadinanza per individuare il candidato del Pd. La conseguenza di quest’ultima scelta, e che dopo le primarie di partito si debbano chiamare una seconda volta gli stessi cittadini per le primarie di coalizione, una terza volta per le amministra- tive e probabilmente un’altra volta ancora in caso di ballottaggio.
L’ultima alternativa, infine, è quella di presentare tutti i candidati del Pd direttamente alle primarie di coalizione. Anche le primarie di coalizione, considerando il fatto che sono aperte a tutti, inclusi gli attivisti di partiti politici dell’opposizione, offrono degli spiragli di inquinamento e pertanto non possono garantire una trasparenza tale da essere ritenute “lo strumento democratico per eccellenza”. I tre aspiranti alla candidatura a sindaco del Partito Democratico sono Domenico Gatti, segretario uscente del Pd di Modugno, Fabrizio Cramarossa, presidente dell’associazione di cittadinanza attiva “Modugno città Plurale” e Saverio Vacca che fu in passato dirigente. Accanto a questi vanno ricordati Antonio Sacco, Vito Del Zotti e Vito Maiorano che hanno da poco ritirato la loro candidatura.
Dei tre “aspiranticandidato” ancora in corsa, nessuno accenna a fare un passo indietro in vista di una candidatura condivisa, pertanto, si ritiene necessario un intervento esterno che decida chi dovrà partecipare alle primarie di coalizione per l’individuazione definitiva del candidato sindaco del centro-sinistra. Nel frattempo un articolo apparso sulla Gazzetta riporta per vera la candidatura a Modugno del consigliere comunale di Bari Pinuccio De Santis. La notizia ha lasciato non poche perplessità nel circolo cittadino del Pd.
"Piani di partecipazione azionaria" e i benefici sull'economia
In bilico tra l’invadente statalismo dell’economia sociale e lo sfrenato capitalismo degli Stati Uniti è arrivato il momento di comprendere che c’è una terza via, che un modello alternativo, vincente, esiste: le piccole e medie imprese italiane lo applicano da anni. Sono state le prime a capire che il futuro era nelle aziende capaci di competere per qualità e capacità produttiva.
Per fare questo hanno scelto di coinvolgere i dipendenti, integrandoli attivamente nel ciclo produttivo. Scelta prevista d’altronde anche nell’art. 46 della Costituzione: “la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende”. La partecipazione è la terza via tra il vecchio modello salariale “puro” e il modello postindustriale.
La funzionalità della partecipazione ha avuto le sue prime applicazioni in Germania, nella Repubblica di Weimar ma vanno ricordate le radici nazionali e religiose che ne fanno un’aspirazione del pensiero italiano; a cominciare dalla socialità mazziniana tesa a propugnare l’unione di capitale e lavoro nelle stesse mani. Negli anni ’50 il sindacato CISNAL, con la pubblicazione di saggi scientifici sull’evoluzione del rapporto di lavoro da semplice contratto di scambio fra fatica e salario a forma associativa,trasse ispirazione dall’Enciclica Quadragesimo Anno del 1931 di PIO XI.
Papa Giovanni Paolo II nell’Assemblea annuale dell’Episcopato italiano del 22 maggio 1998 ha affermato che : “Per combattere la disoccupazione bisogna sperimentare con coraggio modalità inesplorate di partecipazione”. La partecipazione agli utili è strettamente legata alla gestione dell’azienda, l’azionariato dei dipendenti sarebbe un buon deterrente ai processi di neocolonialismo economico che, nel caso italiano, hanno portato dei nostri colossi industriali ad ipotesi di trasferimento all’estero della produzione.
L’adozione del modello partecipativo ha un valore includente per il mondo del lavoro, migliorando la competitività dell’impresa, l’integrazione del lavoratore nel ciclo produttivo e la valorizzazione della forza lavoro come capitale umano. E’ la risorsa umana il bene più importante per l’azienda, ed è l’uomo che le moderne tecniche di gestione pongono al centro della nuova economia.
Nella zona ASI la presenza delle grosse industrie è in costante riduzione
Cosa succede nella zona ASI? Separata dal tessuto urbano delle due città fin dalla sua creazione, circondata da tre linee ferroviarie e dalle ex Strade Statali 96 e 98, l’area industriale di Bari e Modugno non attraversa un buon momento. Abbandonati da tempo i sogni di grandezza nati con l’arrivo di giganti quali fiat, bosh, magneti marelli, isotta fraschini, philipps, osram sud che insieme alle officine calabrese, alle fucine meridionali, alla pignone davano lavoro a decine di migliaia di operai e impiegati, l’ASI è in crisi di identità.
Le grandi fabbriche, se non hanno già chiuso, sono in difficoltà. L’indotto, cresciuto accanto a tali giganti industriali, si è perso per mancanza di strategie comuni idonee ad affrontare la crisi del manifatturiero e abbandonano l’area. Molte aziende sono state smantellate e gli opifici abbandonati. Le infrastrutture, che non hanno mai raggiunto i livelli necessari e più volte richiesti, ormai mostrano il degrado degli anni e della mancanza di manutenzione.
Da sempre stretta fra l’autostrada A14, le direttrici ferroviarie Taranto/Bari/Foggia e le varie strade statali, l’area di sviluppo industriale di Bari e Modugno non ha mai avuto dei collegamenti facili con queste importanti arterie; negli ultimi tempi, anzi, i binari che i vecchi progettisti avevano incluso nella viabilità della zona per collegarla al porto e alle ferrovie, vengono coperti di asfalto a dimostrazione della loro inutilizzazione.
Del nuovo casello autostradale che doveva essere realizzato nella zona non se ne parla più da anni. La mancanza di innesti alle infrastrutture viarie per un rapido inoltro ed arrivo delle merci ha penalizzato le aziende del comprensorio industriale. Solo le aziende dislocate lungo le ex strade statali hanno potuto usufruire di tale vantaggio; non è casuale quindi la presenza di aziende di trasporto di grandi dimensioni che stanno occupando tutti gli spazi disponibili. Ed è proprio questo l’aspetto più rilevante che si evidenzia a chi attraversa la zona industriale, che di industriale ormai ha ben poco.