Sul sintetico dell'Oratorio torneo di calcio a 7 organizzato dall'associazione 70ZERO26

70ZERO26’s CUP: pronti…via! Un coinvolgente ed interessante torneo di calcio a 7, la 70ZERO26’ S CUP, si svolgerà durante l’intero mese di Febbraio presso il C.S. Oratorio di Modugno, sito in via Verdi 14: l‘evento, infatti, vedrà la partecipazione di ben 8 squadre formate prevalentemente da ragazzi di età compresa tra i 18 e i 26 anni.

Promosso dall’Associazione Culturale 70ZERO26 – con le finalità di recuperare la valenza formativa dello sport, capace di costruire valori che dal sano agonismo si trasferiscono alla società – il torneo vede il fondamentale contributo da parte di numerosi sponsor oltre che la presenza della “Web Radio Zero”, radio ufficiale dell’Associazione, che sarà presente con il suo dinamismo per tutta la durata del torneo.

Le aziende e le attività commerciali che hanno voluto contribuire alla riuscita dell’evento, sono state fondamentali non solo per garantire le divise da calcio a tutti i partecipanti, ma anche per consentire agli organizzatori di mettere in palio, per i vincitori, coppe, medaglie e altri ricchi premi. Le prime quattro gare si disputeranno Martedi 8 e Mercoledi 9 Febbraio a partire dalle ore 21.00 e rappresenteranno una ulteriore possibilità per incontrare e conoscere, in questo caso davvero “sul campo”, i giovani soci dell’ Associazione Culturale 70ZERO26, che tra i diversi obiettivi si pone anche quello di contribuire alla crescita sociale ed umana del territorio.

Nicola Minerva
Responsabile organizzativo torneo

Amministrative 2011: A sinistra si piange ma a destra non si ride

Se la sinistra a Modugno piange la destra certamente non ride. Dopo anni in cui la città è governata da una amministrazione in cui maggioranza ed opposizione sono talmente impastati che non si è mai  capito chi fa qualcosa e a favore di chi lo fa, gli elettori faticano a riconoscere ai rappresentanti del PDL un comporta-mento esente da colpe per il disastro compiuto.

Dal ’95 ad oggi gli elettori vedono candidarsi sempre le stesse persone. L’attuale presidente del consiglio comunale è stata candidata per ben due volte, nelle ultime quattro consultazioni elettorali, alla carica di sindaco, risultando sempre sconfitta. È riuscita a raggiungere uno strepitoso risultato elettorale solo quando, candidata alla provincia, raccolse attorno a sé un considerevole numero di “grandi elettori”, stipulando con essi un patto elettorale che, però, non ha rispettato.

Il suo venir meno agli impegni assunti diede origine alle numerose crisi che contraddistinsero l’ultimo periodo della amministrazione Bonasia; unico governo di centro destra a Modugno. Da quando si elegge direttamente il sindaco la maggioranza degli elettori modugnesi vota per il centrodestra. Così è dal ’95 quando Alleanza Nazionale, Forza Italia, il CCD di Bonasia e altre due liste minori raccolsero più del 51% dei voti al primo turno ma non riuscirono a trovare un’intesa e la candidata Sanseverino perse al ballottaggio; nel 2001 stessa storia – molte liste e tanti candidati a sindaco per il centro destra  e stesso risultato – maggioranza dei voti al primo turno e sconfitta al ballottaggio.

Nel 2006, addirittura, il centro destra mette in scena un vero e proprio suicidio politico; un candidato dalle chiare origini di sinistra proposto da un gruppo schierato da sempre con il centrodestra, mentre AN e FI insieme non ottengono, per la candidata Sanseverino, nemmeno i voti che Alleanza Nazionale aveva raccolto nel ’95. Altra evidente singolarità è data dal gruppo Vasile che negli anni si è sempre schierato con un proprio candidato sindaco, risultando sempre sconfitto al primo turno, fatta eccezione nel 1997 quando con Bonasia si alleò con AN e FI e vinsero al primo turno.

In aula consiliare però è sempre stato il gruppo Vasile che più si è distinto con iniziative che denotano vitalità politiche non comuni. È un vero peccato che non riescano mai, o quasi mai, ad accordarsi sul nome del candidato da proporre agli elettori. E se facessero tutti un passo indietro? Se nel centrodestra modugnese tutti si convincessero che il loro nome ormai non fa più presa sugli elettori? Mai come oggi, con la stretta finanziaria che provocherà il federalismo fiscale, è necessario un gruppo consigliare compatto e un Sindaco forte, espressione di quella maggioranza di elettori che già una volta li ha premiati.

Campioni! La GP Modugno si classifica prima ai campionati regionali di nuoto master in Puglia.

Quasi mille gli atleti che hanno preso parte alle gare di nuoto nelle prime tre domeniche di febbraio, tra le piscine di Taranto, Modugno e Putignano. Ed è proprio qui, nell’ultima giornata di gare, che la società della nostra città si è classificata prima con 101451 punti, soffiando lo scettro alla brindisina “Sottosopra”, vincitrice dell’edizione 2009-2010, che si ferma al secondo posto, con 64693 punti, a quasi 50.000 punti di distanza. Terza la Mediterraneo di Taranto, con 54726 punti.

La manifestazione si è conclusa con la cerimonia di premiazione presenziata dal presidente federale Nicola Pantaleo che ha consegnato l’ambito trofeo nelle mani del presidente della società sportiva GP Modugno, Vittorio Scagliarini, che lo ha condiviso con il mister Cagnetta e con tutti gli atleti della nostra squadra.

Riportiamo tutti i risultati dei nostri atleti nell’ultima giornata di gare:

200 stile libero

Marisa Giannoni: ORO(5’49”47)
Francesco Baldassarre: ORO(2’34”77)
Giuseppe Malcangi: ORO (2’04”70)
Giorgia De Vietro: ARGENTO(2’57”49)
Vitangelo Santoro: BRONZO(2’29”59)
Alessandro Suriano: BRONZO(Alessandro Suriano)
Antonio Carone: BRONZO(2’19”53)

100 dorso

Francesco Baldassarre:  ORO (1’27”30)
Dario Lovascio: ORO (1’21”32)
Stefano Cardaropoli: ORO (1’19”20)
Giuseppe Tiravanti: BRONZO (1’14”35)

50 rana

Valentina Tremola: ORO (45”51)
Pino Ciniero: ARGENTO (39”07)
Paolo Cavalluzzi: ARGENTO (33”99)

200 rana

Pierone Boccianti: ORO (4’15”40)
Gianfranco Cioce: ORO (3’20”05)
Paolo Cavalluzzi: ORO (2’47”11)
Mario Mariani: ARGENTO (3’22”45)
Stefania Romanini: ARGENTO (3’48”13)
Alessandra Ferrara: ARGENTO (3’33”01)
Angela Loiudice: ARGENTO (3’43”74)
Gianluigi De Marinis: ARGENTO (3’11”05)
Valentina Tremola: BRONZO (2’45”27)
Maurizio Chieco: BRONZO (3’42”03)
Vitangelo Santoro: BRONZO (3’20”27)

Pino Tosca: "Questa Terra Uccisa"

Pubblichiamo, per gentile concessione della famiglia, un articolo del compianto Pino Tosca.
Nel bel mezzo del Tavoliere, in quel punto delle Puglie dove il sole d’estate è più accecante che mai, a mezza strada tra il possente castello ottogonale di Federico II di Hohenstaufen e le grotte marine di Polignano, c’è la mia piccola patria.
Terra di sapore arabo, la mia, dove il rosso acuto delle zolle si mescola al verde argenteo degli uliveti che arrivano alle sponde adriatiche.

Patria che conserva ancora negli occhi e nei capelli della sua gente secoli di sofferenze e di conquiste. Suolo ridente, concimato da sangue normanno e saraceno, svevo e aragonese. Centro del tallone d’Italia, di questo pezzo di Stivale che mi ha trasmesso nel cuore un attaccamento quasi mistico alle sue campagne, alla sua memoria storica sorretta dalla spada di Melo e dai forconi sanfedisti, al suo fantasioso folklore di cui si è forse perso il significato,  ma che, in minima parte, ancora resiste e di cui il popolino – la “bassa plebe”, come era definita con sufficienza dai “galantuomini” – non si chiede il come e il perché. C’era e basta. C’era e si doveva fare così. Perché i padri, i nonni e i nonni dei nonni così avevano fatto.
Era ancora il mondo dell’appartenenza ad una comunità.

Sin da piccolo avevo imparato a guardare con diffidenza il “cambiamento”, la cosiddetta “novità”.
Quando i miei decisero di rinnovare il pavimento delle stanze di casa, cercai di oppormi ferocemente. Quella casa risaliva al Duecento ed era stata, tanti secoli prima, un rigido convento di clausura. A tale testimonianza ne era rimasta ancora l’insegna scolpita sul frontale. Sostituire la chìanghe, le pietre lisce, con belle mattonelle verdine non rientrava nel mio ordine di idee. Significava che qualcosa, sotto sotto, cominciava a cambiare.
E se cambia l’estetica, poi cambia anche l’etica.

C’erano tante cose, allora, che davano un senso alla mia vita di bimbo del Sud. Vivevo in una patria in quel tempo così lontano eppur vicino, e non ne avevo coscienza.
A Pasqua, ogni anno, le campane suonavano a stormo. Era il segnale. Tutti quanti, vecchi, bimbi, donne, cozzali – ad eccezione forse di quelli del “circolo dei signori” di Piazza Sedile – si armavano di battipanni, mazze e strascedde, e si davano ad una forsennata caccia al diavolo casalingo. “Fusce, Paponne, ch’arrive Criste!” era il grido di battaglia. E tutti quanti, e io con loro, dagli a pestare sui materassi, sui muri, per terra, a colpire l’invisibile Nemico se si nascondeva in casa.
Poi, dopo la tensione e i colpi a vanvera, la campana taceva, segno della Vittoria divina.

Satana l’avevano ammazzato per bene, ed altrettanto lo avevamo ammazzato l’anno dopo.
Era un simbolo tutto ciò, era ancora la civiltà dei simboli. Ed i più, forse, non se ne rendevano conto. Ma non chiedevano spiegazioni a sè stessi, erano ancora il popolo minuto e semplice, senza contorcimenti intellettualistici. Nessuno di loro, grazie a Dio, aveva letto Voltaire o Marx, al massimo arrivavano al Vangelo.
Paese monarchico, era la mia piccola patria, dove persino i vastasi, la feccia dei cafoni, avevano i lucciconi agli occhi quando sentivano dire “‘u Re”. E sicuramente, dietro quella parola affascinante, più che il metro e mezzo del savoiardo, si nascondeva l’ombra pallida di Franceschiello, in memoria del quale i vecchi contadini ancora cantavano nelle masserie: “Nan velime a Manuele/e nemmanghe a Garrebalde/nuì velime a’Pringepine/ca je’figghie a Marì’Cristine”.

Solo una volta mi assalì un dubbio, e fu quando morì mio nonno. Ed allora, come era “tradizione”, tutti i parenti si riunirono dopo la sepoltura e si fecero un bel “cuenzo”, una grassa mangiata annaffiata con grossi boccali di vino. Non potevo capire allora, tutta la virilità racchiusa in quei bocconi, mandati giù con gli occhi umidi. Ero un bimbo, e mi era difficile capire che quello era un modo tutto “nostro” per dimostrare che il dolore non ci aveva vinto e che la vita continuava.
Non esistevano i termosifoni, in quel tempo, e si scherzava sempre intorno ad un braciere ardente, alla frasciera, ed una rara nevicata era sempre qualcosa di bellissimo e romantico anche per il più rozzo zappaterra. Ed io fanciullo mi perdevo nel largo corso del paese, che mi appariva austero nella vecchia eleganza dei suoi grandi abeti.
Ci ritornai per sempre, dopo quindici anni di emigrazione nordista, alla mia piccola patria.

E cominciai a non riconoscerla più.
Le ragazze non erano più le picciuedde di una volta, masticavano ossessivamente chewing gum made in USA. Si americanizzavano tutti e tutto. Anche il cibo. Persino le ghiemeredde e quelle braciole giustamente osannate da Nicola Pignataro stavano per essere soppiantate da puzzolenti hot dog partoriti da improvvisati fast-food.
Le feste popolari erano state epurate grazie al progressismo clericale che ora faceva rappresentare il “Mistero Buffo” di Dario Fo nella Chiesa di S. Agostino, dove ancora imperversa quel don Giacinto, allevatore politico di tanti amministratori democristiani.

A.S.D. Real Modugno "FORZA 5"

Arsale, Macina e due volte Gattulli, annientano l’Omnia Bitonto e portano a 5 le vittorie consecutive del Real Modugno. Domenica ad Andria, contro l’Atletico per lo scontro diretto.  Continua senza sosta la marcia della matricola terribile allenata da mister D’Amico, verso la vetta della classica nel girone B del campionato di Seconda Categoria.

L’undici biancoazzurro con un perentorio 4 a 1, rifilato all’ Omnia Bitonto (reti Arsale, Macina, 2 Gattulli), allunga a 5 le vittorie consecutive, portandosi a 43 punti, uno in meno rispetto alla capolista R. Sibillano 1950 (44 punti), che però vanta una partita in più (20), rispetto alla compagine modugnese (19 disputate). Seguono l’ Atletico Andria 2008 37 punti (18 partite giocate), Capurso 35 punti (19), Bitetto 34 punti (18), Milan Club Molfetta 33 punti (20) e via via tutte le altre fino alla Fidelis Andria che chiude la classifica con 10 punti (19 partite).

Non c’è che dire, un ottimo viatico, se considerassimo che la 23° giornata, valida per l’ottava giornata di ritorno, vedrà il confronto al Sant’Angelo dei Ricchi (27/02 ore 15.00), tra la squadra locale dell’Atletico Andria 2008 e la compagine modugnese. Partita che si preavvisa sicuramente avvincente. il mister D’Amico, in merito al prossimo incontro, infonde un certo ottimismo nell’ambiente.

“Sono molto fiducioso – dice – sulla possibilità che i miei ragazzi possano conseguire un ottimo risultato, fornendo un’egregia prestazione e fare propria l’intera posta. Se questo, come mi auspico e ne sono convinto, dovesse accadere, per l’infelicità di alcuni organi di stampa che si ostinano con una faziosa convinzione nel considerare l’Andria come la squadra più quotata per la vittoria finale, potremmo allungare in maniera decisiva su questa e approfittando del turno di riposo della Sibillano Bari, giungere al vertice della classifica”.

Per completezza di cronaca la squadra modugnese del presidente Rinaldi, in occasione dell’incontro con l’Omnia Bitonto, è stata premiata con la coppa, per vittoria della Finale a tre per il titolo provinciale F.I.G.C. LND 3° categoria, relativo alla stagione 2009 – 2010.