Colpo duro alla destra

La destra al tappeto

Quello che doveva diventare il più grande partito di centro destra della storia locale, il catalizzatore del consenso elettorale dei modugnesi di centrodestra, il movimento politico che avrebbe dovuto guidare l’amministrazione comunale verso il futuro, si è scisso, fratturato, spaccato in due. Chi fino ad oggi ha rappresentato il PDL in consiglio comunale non ne fa più parte.

Chi di quel partito, nato su di un predellino – come dicono sfottendo a sinistra – ne fa ancora parte, si è schierato con Pinuccio Vasile che dimostra ancora una volta di essere in grado di cogliere in anticipo, proprio come una “antenna”, tutti i segnali, le intenzioni e…tentazioni politiche dei frequentatori ed aficionados del palazzo municipale modugnese. Fatti i complimenti a Pinuccio per i suoi meriti, bisogna però che qualcuno faccia il mea culpa per la brutta figura che si è realizzata. Brutta figura che i protagonisti locali del PDL, che hanno mantenuto fino alla fine la rappresentanza del partito nel consiglio comunale, certamente non volevano fare ma è stata, da loro, provocata e dai vertici provinciali e regionali (nazionali?) non inpedita. In ogni separazione le cause sono sempre addebitabili alle parti in lite; come sempre ci sarà qualcuno che giurerà di non avere alcuna colpa e altri che le addebiteranno tutte a chi va via.

Via sì ma dove? Una parte aderisce alla coalizione di Vasile portando in dote il simbolo del partito, mentre i consiglieri Mele e Romito sfideranno, in un’altra lista, chi ha creato le premesse per questa frattura non appoggiando la candidatura a sindaco dell’attuale presidente del consiglio comunale Stella Sanseverino. Quello che arriva agli elettori di centro destra, a Modugno, è un messaggio lanciato da chi, pur potendo, non ha saputo annullare il dissenso interno al gruppo e non permette agli elettori modugnesi del popolo della libertà di votare per un candidato sindaco del loro partito. Del resto sono anni che i vertici regionali del centro destra dimostrano di non avere alcuna conoscenza della classe politica locale, non li conoscono, non li seguono, non li fanno crescere e alla fine faranno piangere gli elettori per il colpo subito.

Giovani e Modugno : Via Crucis inter parrocchiale

“Sotto la sua croce…giovani nel mondo” è stato il titolo della Via Crucis svoltasi ieri sera in Piazza Garibaldi a Modugno. All’evento, organizzato e animato dai giovani delle cinque comunità parrocchiali di Modugno (Immacolata, Maria Santissima Annunziata, Sant’Agostino, Santi Apostoli e Sant’Ottavio) ha preso parte Mons. Domenico Ciavarella, vicario generale della nostra Diocesi di Bari-Bitonto.

La Via Crucis è stato divisa in cinque momenti di riflessione, ognuno dei quali è stato caratterizzato da una lettura di un brano biblico supportato dal racconto di una testimonianza importante: molto interessanti sono stati i filmati delle testimonianze di Giorgio La Pira, politico italiano che ha agito al servizio di Dio,e di Claudia Koll, la celebre attrice che ha raccontato la sua conversione alla fede cattolica. Significativi anche i segni deposti nel corso della celebrazione sotto la croce al centro del Cisternone alla fine di ogni momento; il primo segno è stata una brocca con l’asciugatoio, simbolo della vocazione cristiana al servizio degli altri. A seguire una lampada, segno della preghiera del cristiano che è luce che illumina la notte, una telecamera, segno della ricerca di notorietà e del guadagno facile; infine un megafono per significare che occorre rompere il silenzio e far sentire la voce dei cristiani nella società.

La Via Crucis si è conclusa con l’omelia del vicario che ha apprezzato molto l’impegno giovanile e ha sottolineato quanto la croce sia fonte di forza per tutti soprattutto nei momenti di sconforto, rivolgendo un pensiero ai giovani abbandonati dalla società e agli immigrati: in questa situazione di emergenza il cristiano deve avere un atteggiamento di accoglienza perché solo così puo’ vivere pienamente la  Pasqua. E’ stata una Via Crucis che ha colpito molto i tanti modugnesi presenti che hanno manifestato il loro gradimento con un caloroso applauso finale.

 

Anche il Pdl si spacca e si moltiplicano i nomi: in lista il 2% dell'elettorato

Possiamo finalmente cominciare a parlare di numeri più o meno ufficiali e quasi definitivi. Non più solo voci ma accordi scritti e alleanze nero su bianco. Otto candidati alla poltrona di sindaco con 27 liste complessive e, quindi, circa 650 candidati consiglieri, più del 2% dell’intero elettorato.

L’ultima novità arriva da casa Pdl. Dopo lo strappo interno all’Udc che ha portato a due diverse candidature (Filippo Bellomo da un lato che ha conservato il simbolo, e Pinuccio Vasile dall’altro che ha “sposato” il progetto dei Moderati e Popolari), i modugnesi assistono increduli ad un’altra rottura interna ad un partito. Il Pdl, col suo simbolo, appoggerà Vasile. O almeno questo è quanto si apprende da fonti politiche. Ma non tutto. Stella Sanseverino, presidente uscente del Consiglio comunale e i consiglieri (uscenti anche loro) Pino Mele e Enzo Romito, si potrebbero schierare fianco di Bellomo.

La partita comincia a farsi interessante, oltre che ingarbugliata. Se la potrebbero giocare, concedeteci la licenza, quasi a pari merito, almeno tre delle coalizioni in campo. In un testa a testa che ormai lascia pochi dubbi sull’inevitabile ipotesi ballottaggio. Sarà, infatti, quasi impossibile, numeri alla mano, che qualcuno riesca a spuntarla già al primo turno.

Per chiarire come stanno le cose fino ad oggi vi proponiamo la nostra analisi degli schieramenti. Bellomo e Vasile si presenteranno con rispettivamente 8 e 6 liste (stando alle ultime indiscrezioni). Altre 6 liste per il centrosinistra di Mimmo Gatti. Nicola Magrone, ex procuratore capo di Larino, potrebbe candidarsi appoggiato da 3 liste. Le ultime 4 che mancano all’appello si schiereranno, solitarie, a sostegno degli altri 4 candidati alla poltrona di sindaco: Peppino Scognamillo con Pianeta Solidale, Tino Ferrulli, presidente del Comitato Pro Ambiente, Raffaele Ventola di Io Sud e ci sono buone probabilità che a giorni venga ufficializzato un nome dal quartiere Cecilia.

Luigi: un modugnese alla corte di Maria De Filippi

Nell’ultima puntata di “Dame e cavalieri”, una sezione particolare del celebre programma “Uomini e donne” condotto da Maria De Filippi, ha partecipato anche un modugnese. Di lui non si sa molto: presentandosi al programma ha asserito di chiamarsi Luigi e di vivere a Modugno. Il suo stato civile dice “separato”, è padre di due figli ed ha lavorato, prima della pensione, come sarto e lavandaio professionale.

Il signor Luigi, vestito di bianco come un principe in cerca della sua principessa, ha deciso di partecipare al programma per poter corteggiare una bella signora piemontese di nome Marisa. La sua presentazione è stata inizialmente caratterizzata da una forte emozione, causata probabilmente dalle telecamere, ma poco dopo la travolgente simpatia ha preso il posto dell’emozione. Il suo caratterino del tutto particolare e il suo accento modugnese hanno dato vita ad un teatrino davvero divertente con la padrona di casa, poiché quest’ultima non riusciva a capire le parole del nuovo arrivato.

Purtroppo pero’ per la signora Marisa il colpo di fulmine non è scattato e ‘scarica’ Luigi, adducendo come motivazione principale la lontananza tra i due e offrendogli in ogni caso la sua amicizia. Così il nostro coincittadino si è accomodato tra gli altri concorrenti sperando che la dea bendata gli sorrida nelle prossime puntate. Il programma, offrendo l’oppurtunità anche ai ‘non-giovani’ di cercare l’anima gemella, dimostra che l’amore, quello vero, non ha età. Riuscirà il nostro Luigi a trovare una compagna? 

Lavoro: 'Finanziare l'ingresso dei giovani nel sistema agricolo'

La Puglia è la regione più orientale d’Italia. Si compone di 6 province con 258 comuni e una densità di popolazione di oltre 4.000.000 di abitanti. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, collinare tra le Murge e il montuso sul Gargano. Il clima è tipicamente mediterraneo con estati calde ed inverni miti. La regione è molto favorevole alla produzione agricola ,ma le fonti ISTAT hanno registrato che negli ultimi anni il PIL ha segnato un incremento positivo solo per il settore terziario. Al contrario enuncia un calo notevole nel settore agricolo: meno 8,8%.

Perchè sono pochi i processi di innovazione e, perché sono scarsi gli incentivi e gli investimenti nell’ambito agricolo?”Queste ed altre le domande che si pongono gli agricoltori,i produttori e gran parte della comunità pugliese. Gli intervistati sono consapevoli del fatto che la regione dispone di un capitale umano altamente qualificato e specializzato. Conta 103.000 studenti universitari e 15.000 nuovi laureati l’anno,nessuno si occupa piu’ di agricoltura. I giovani laureati in merito hanno risposto:lavorare nel settore primario è  faticoso e il guadagno è minimo. Non ci sono basi economiche per ricominciare a credere in questo ambito, ma è anche vero che abbandonando l’agricoltura perdiamo giorno dopo giorno quello che ci caratterizza. La vera identità del territorio a cui apparteniamo”. Solo in poche altre aree d’Italia le vicende dell’agricoltura costituiscono la storia della stessa regione e profondamente connesso alla terra è stato ogni aspetto della vita della Puglia.

La nostra è una delle regioni di maggior rilievo nel settore dei prodotti agricoli ed è posizionata sul podio per la qualità di olio, vino, uva da tavola e grano duro soprattutto nell’area barese. Durante il corso degli ultimi 50 anni si sono realizzate in Puglia importanti trasformazioni economiche e sociali: le leggi sulla bonifica volute e decretate da Mussolini, le leggi sulla riforma fondiaria, quelle sull’intervento straordinario nel Mezzogiorno e le piu’ recenti leggi sul decentramento delle competenze agricole alle regioni. Questi fattori aggiunti alle condizioni ambientali ottimali hanno dato avvio alla trasformazione agricola pugliese. Affinchè questi sviluppi non siano vani è importante conservare  la speranza che i giovani decidano di tornare a lavorare in agricoltura.

Se il governo irrobbustisce l’offerta per l’agricoltura con fondi di sostegno,i giovani  ristrutturerebbero le aziende agricole diventando imprenditori e farebbero tesoro dei segreti tramandati dai contadini vecchio stampo.In tal modo l’arte di questo mestiere andrebbe a rinnovarsi nel tempo e ad arricchire la terra che è la nostra punta di diamante. Un sentito in bocca al lupo a tutti i ragazzi che si avvieranno a questa professione.