Pinuccio Vasile si è dimesso

altDimettendosi da consigliere comunale Giuseppe Vasile ha dimostrato ancora una volta di essere un politico di livello superiore a quanti negli ultimi anni hanno occupato le poltrone dell’aula consiliare.

 

Fin dalla sua elezione nel ’95 ha raccolto sempre, per sé e per le liste in cui era candidato, numerosi consensi. Non è mai stato simpatico a tutti, ma non si può certo non riconoscergli l’istinto del politico di razza. Ora ha deciso di dimettersi da consigliere perché ha ricevuto un avviso di garanzia: la procura di Bari sta indagando su di lui e altri consiglieri, tecnici e manager comunali insieme all’attuale sindaco Gatti e all’ex sindaco Rana per fatti che partono dal 2003 a oggi. Chi lo conosce e lo accredita di indubbia intelligenza politica ha la sensazione che con le sue dimissioni Pinuccio Vasile abbia voluto precorrere i tempi, che abbia compiuto, lui prima di tutti gli altri, il gesto che da più parti viene richiesto ai politici nostrani; l’atto iniziale di un processo di dissolvimento dell’attuale classe politica modugnese.

Colpevole insieme agli altri sa di essere giunto alla sua fine politica e dà prima degli altri le dimissioni? Oppure è totalmente estraneo alle vicende e si dimette per dare il buon esempio a chi invece è coinvolto nelle indagini? Oppure sono tutti innocenti e dimettendosi prima delle conclusioni delle indagini sta cavalcando l’onda politica della richiesta di dimissioni che dall’interno del PD e dalle varie associazioni di sinistra vengono indirizzate al sindaco Gatti e ai tre consiglieri Scippa, Pascazio e Di Ciaula?

In tutti i casi le dimissioni di Vasile sono un atto di valenza politica, magari molti si augurano che siano irrevocabili, in ogni caso sarà un impoverimento nell’ agone politica modugnese.

Dimissioni di Vasile, Sante Lomoro torna in Consiglio comunale

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Sante Lomoro

Con le dimissioni di Vasile, scatta in Consiglio comunale il primo dei non eletti della sua coalizione: il 46enne Sante Lomoro candidato con la “Lista di Centro”. Non un “nuovo” della politica. Lomoro è stato consigliere comunale a Modugno in entrambe le amministrazioni Rana, sempre in maggioranza prima nell’Asinello, poi nella Margherita e nel Pd, infine nell’Api.

Pinuccio Vasile si dimette: "Lascio il Consiglio comunale per rispetto nelle istituzioni"

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Giuseppe Vasile

Il consigliere comunale dei Moderati e Popolari, Giuseppe Vasile, si dimette dal Consiglio Comunale di Modugno.

“La mia decisione -dichiara Vasile- seppur non condivisa dai colleghi di partito, è dovuta a ragioni personali e politiche che ritengo doveroso raccontare a chi mi ha sostenuto e mi sostiene con piena fiducia e a tutti i cittadini. Sto vivendo con grande serenità la vicenda giudiziaria che mi riguarda. Confido pienamente nella magistratura, ma le dimissioni sento di doverle presentare. Preferisco -prosegue- essere indagato da normale cittadino piuttosto che da consigliere comunale, per il profondo rispetto che nutro verso le istituzioni. Ma soprattutto perchè la politica, quella vera, quella a servizio della città e di tutti i cittadini, si può fare anche senza ricoprire alcuna carica istituzionale. Ritengo altrettanto doveroso evidenziare la mia indignazione rispetto allo scenario politico che attanaglia la città, il tentativo di una fantomatica auto sospensione dal Partito Democratico inscenata Sindaco Mimmo Gatti, dal presidente del Consiglio Scippa e dai consiglieri Di Ciaula e Pascazio. Questo modo di fare politica è diventato inadeguato nei riguardi di una società attenta alle vicende politiche. Anzi, è diventato perverso perchè non aprendosi a confronti con la realtà, ha fatto svanire l’entusiasmo iniziale, cercando di radicarsi con posizioni di chiusura, diventando ancor peggio del sistema che inizialmente si era proposto di combattere. Dall’ascolto si è passati alla chiusura dell’arroganza, dalla vivacità alla staticità, dalla fiducia e dall’entusiasmo per le novità alla paura di ogni minimo cambiamento. Il tutto per mantenere posizioni di presunto potere, dimostrando un morboso attaccamento alla poltrona. Orgoglioso di aver ricoperto in questi anni il ruolo di consigliere comunale di questa mia città che amo e di essermi sempre battuto nei limiti delle mie possibilità-conclude Vasile- mi dimetto da consigliere comunale”.

Modugno Città Plurale: "Grande è la preoccupazione"

altAlla luce degli ultimi avvenimenti giudiziari piovuti sull’amministrazione comunale della città di Modugno, “Città Plurale” un’associazione che da anni promuove e sensibilizza la partecipazione cittadina alle problematiche del territorio locale, ha fatto sentire la sua voce attraverso un suo comunicato.

“L’Associazione ‘Modugno Città Plurale’– cita l’intervento – avverte la necessità e il dovere di esprimere le proprie valutazioni intorno alle vicende politiche e giudiziarie che hanno riguardato la città di Modugno negli ultimi mesi, ma anche di contribuire ad una efficace programmazione dell’attività amministrativa. Per quanto riguarda l’aspetto specificamente politico, l’associazione non può ignorare le forti contraddizioni e i grossi limiti che hanno caratterizzato il quadro politico-amministrativo nella nostra città negli ultimi mesi.

In primo luogo, si deve osservare che la composizione del nuovo Consiglio Comunale appare fortemente squilibrata tra maggioranza (18 consiglieri tra centrosinistra e UDC) e minoranza (6 consiglieri di centrodestra), e questo in virtù di una maliziosa e furbesca operazione politica che ha evitato, in sede di ballottaggio, l’apparentamento ufficiale tra centrosinistra e UDC. Molti elettori avrebbero probabilmente compiuto differenti scelte di voto se questo apparentamento fosse stato doverosamente formalizzato. In secondo luogo, la composizione della nuova giunta comunale appare ancora ispirata più a deprecabili logiche verticistiche e non partecipate di spartizione e di rappresentanza politica, che non a criteri di sicura competenza, autorevolezza e affidabilità. In terzo luogo, anche a causa del rinnovato accordo con l’UDC, la nuova amministrazione sembra collocarsi su una linea di tranquilla continuità con quella precedente (seconda amministrazione Rana), senza segnali significativi di innovazione sia sul piano programmatico che su quello dell’etica pubblica e della partecipazione democratica: una amministrazione povera di idee, prima ancora che di fondi, che, al contrario, proprio dalla grave crisi economica e sociale in atto dovrebbe essere indotta a sollecitare e ricercare l’impegno e la collaborazione delle notevoli risorse intellettuali, civili e umane, di cui pure dispone la nostra comunità, al fine di realizzare una politica diversa, preoccupata del bene comune, che sia all’altezza delle grandi sfide che sono di fronte alla città.

Non si può tacere, da ultimo, la grande preoccupazione, nostra e di tutti i cittadini modugnesi, per la vicenda giudiziaria che ha investito molti esponenti del ceto dirigente della nostra città (Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale, consiglieri comunali di diverso schieramento, dirigenti e funzionari del Comune di Modugno), accusati di concorso in concussione in ordine ad autorizzazioni edilizie concesse dal 2003 ad oggi. Si tratta di una grave accusa che inficia la credibilità dell’attuale Consiglio Comunale e che getta un’ombra pesante sull’attività amministrativa degli ultimi anni, sfociata in quel famigerato “governo istituzionale” trasversale che ha sottratto per qualche tempo alla città una normale e vera dialettica democratica, la trasparenza degli atti pubblici, il controllo di legalità: una oscura e marcia operazione politica della quale, oltre all’ex-sindaco Rana, porta un peso rilevante di responsabilità anche il Partito Democratico. Questo partito, che alle elezioni è risultato di gran lunga il più forte all’interno della coalizione di centrosinistra, rischia di apparire in realtà come il perno intorno al quale ruota un nuovo sistema di potere che ha ancora il suo collante negli interessi legati allo sfruttamento edilizio del territorio; né le forze sane e autenticamente democratiche, che pure in esso sono presenti, sembrano in grado di prevalere e portare a compimento il processo di rinnovamento e di risanamento avviato nell’ultimo anno. Di qui la grave crisi di fiducia dei cittadini nei confronti dei loro amministratori passati e presenti, rivelatasi in maniera significativa nella bassissima partecipazione al voto di ballottaggio del maggio scorso (52% di votanti, con il 4% di schede bianche o nulle, che fanno di Mimmo Gatti un sindaco votato dalla minoranza del corpo elettorale)”.

SEL, avvia la fase congressuale con il convegno su lavoro e precariato

altSi è tenuto a Modugno lo scorso lunedì 14 novembre, un convegno-dibattito sui temi del lavoro, della precarietà e della formazione. Un momento di riflessione per capire quali strategie attuare per superare le diseguaglianze sociali e i danni causati dai tagli alle politiche economiche di sostegno alle famiglie e alle imprese, in un momento di crisi strutturale così profonda.

 

L’incontro, organizzato da Sinistra Ecologia e Libertà di Modugno, avvia la fase di preparazione al Congresso cittadino che si terrà a breve, immaginando un confronto allargato alle esperienze di donne e uomini, per la costruzione di una piattaforma comune di intervento sul territorio. Alba Sasso, Assessore regionale alla Formazione e Diritto allo Studio della Regione Puglia, intervenendo, ha definito “Scelta giusta e saggia quella di un percorso precongressuale che affronti temi concreti.” “E’ importante per un partito come Sel – ha aggiunto – arrivare a momenti di discussione generale, come sono quelli dei congressi, avendo fatto una ricognizione sul territorio, sui bisogni e sui problemi, ma anche una riflessione politica sull’urgenza di questo tempo”. Senza mezzi termini, la Sasso ha affermato che “In questo paese ci sono diseguaglianze spaventose e chi ha governato negli ultimi anni, non si è posto nessun problema, né di equità, né di libertà, né di giustizia sociale, e questo – ha aggiunto -, non ha fatto altro che acuire e aumentare le diseguaglianze e l’ingiustizia sociale.” E ancora, parla di una classe imprenditoriale che “da tempo non investe su innovazione di processi e di prodotto, ma si è attestata su produzioni deboli, non competitive. “Questo – ha sottolineato l’Assessore della Regione Puglia – ha fatto sì che il Paese diventasse subalterno rispetto alla visione internazionale del mercato del lavoro”.

Ci racconta la sua storia Francesco Mataresse, uno dei tantissimi precari assunti a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione. Egli lavora in Regione Puglia e come altri 220 precari assunti a tempo determinato, ministeriali, co.co.co, etc., vive il pathos del “fine contratto”. “Una condizione psicologica – dice -, che non ti fa star sereno.” “Nel mio ufficio – continua Francesco -, ci sono 7 lavoratori, tutti precari. Tra marzo e dicembre 2012 i loro contratti scadranno. Per stessa ammissione del dirigente di servizio, l’ufficio chiuderà e questo accadrà anche per l’ufficio rifiuti, VAS (Valutazione Ambientale Strategica e VIA (Valutazione Impatto Ambientale).

Gianfranco Michetti, Segretario Generale FIOM-CISL, intervenendo, ha elogiato Sel per aver organizzato un incontro sul tema del lavoro e della formazione. Ha toccato i temi forti del sindacalismo di fabbrica evidenziando la debolezza delle imprese che non investono in formazione. “In realtà – ha detto Micchetti -, la formazione è lo strumento strategico migliore di politica attiva del lavoro, per sopravvivere agli effetti di questa crisi. Da sempre l’occupazione, la crescita e la competitività sono le criticità sulle quali il sindacalismo è impegnato, soprattutto dopo la globalizzazione che ha obbligato l’occidente a confrontarsi con i paesi emergenti, come Argentina, Russia, Cina e India.” Micchetti ha parlato inoltre della condizione in cui versa l’Area Industriale di Bari-Modugno, dell’impegno e del supporto dato dal sindacato alle istituzioni regionali per ricomporre la vicenda Fiat OM, portando la vertenza sul tavolo delle trattative nazionali (Ministero dello Sviluppo Economico). “Una vertenza – ha annunciato il sindacalista -, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno attraverso una cordata di imprenditori che si sono impegnati per la riconversione dei processi industriali, mettendo al primo posto la ricollocabilità dei 320 lavoratori”. Insomma l’innovazione sembra la carta vincente per superare la crisi e, a quanto pare, lo stabilimento Fiat OM lo farà attraverso la produzione di un motore ibrido coaudiuvato da un motore termico. Il lavoro che non c’è, la precarietà che si diffonde sempre più in tutti gli strati sociali e i segmenti produttivi della vita economica del Paese, colpisce pesantemente anche il mondo della ricerca e della cultura.

A delineare poi un quadro approfondito della precarietà nel mondo degli Atenei italiani è intervenuta la dott.ssa Tiziana Drago, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Bari e componente del coordinamento nazionale Rete29Aprile, insieme di ricercatrici e ricercatori mobilitati contro la legge Gelmini in favore di una Università pubblica, libera e aperta. La dott.ssa Drago parla delle criticità della riforma Gelmini, a partire dalla riforma della governance che ha cancellato le facoltà e deciso gli accorpamenti in macro-dipartimenti. Questo, di fatto, garantisce la concentrazione del potere nelle mani di pochi ordinari. Insomma, una legge spacciata per “antibaronale”, ma che in realtà attua esattamente il contrario. Il tema della marginalizzazione e del precariato nella ricerca – aggiunge la Drago -, è passata attraverso l’introduzione della nuova figura del ricercatore a tempo determinato (massimo di 6 anni), decretando “l’ecatombe di un intera generazione”. continua poi, evidenziando il fenomeno dell’aziendalizzazione degli Atenei con l’ingresso di esterni nei Consigli di Amministrazione delle Università, che tende a potenziare quelle strutture che forniscono servizi alle imprese (Politecnici, aree tecnologiche e mediche), penalizzando così la ricerca teorico-scientifico e umanistica. Lucia Blasi, Consigliere comunale Sel, aprendo i lavori, moderati da Saverio Fragassi, dopo aver letto gli auguri del Sindaco Gatti, impossibilitato a partecipare per impegni istituzionali, ha parlato di una “nuova sfida da affrontare politicamente su tutti i campi di interesse della comunità in maniera progettuale e propositiva, senza paure e timori, dove gli unici soggetti cui dar conto sono i nostri concittadini e senza che l’iniziativa politica rimanga schiacciata sulle vicende strettamente amministrative.”