Aggressione verbale a Scippa, Mastromarco (MeP): "Ho solo espresso il mio pensiero"

Michele Mastromarco (MeP)

Michele Mastromarco (MeP)

Sulla “aggressione verbale” subita dal presidente del Consiglio comunale, Tonio Scippa, da parte di un consigliere, dice la sua Michele Mastromarco, protagonista dell’episodio.

 

Consigliere Mastromarco ci può spiegare la sua versione dei fatti su tale “aggressione verbale”?

“Si. In realtà devo partire da più indietro, ossia dal 15 marzo, giorno della conferenza dei capigruppo.”

Ci spieghi allora cosa è successo in quella occasione.

“In quella occasione non c’era stata alcuna avvisaglia di una possibile mancanza del numero legale in consiglio per il 16. Alla fine della conferenza dei capigruppo il presidente Scippa specificò che avrebbe voluto anticipare gli ultimi tre punti all’ordine del giorno e posticipare al 21 marzo i primi tre punti. Finita tale seduta ho successivamente appreso da alcuni cittadini che il consiglio comunale non si sarebbe più tenuto e laloro fonte sarebbe stata un consigliere del Partito Democratico.”

Arriviamo dunque all’episodio “incriminato”.

“Il 16 marzo poi, dopo la prima chiamata, ho avuto modo di chiedere a Scippa il perché di tale mancanza della maggioranza e lui mi ha risposto di non saperlo. Allora l’ho incalzato chiedendogli se i rinvii li decidono nelle sedi di partito e perché i cittadini lo sapevano prima dei consiglieri. Egli  mi ha fatto ancora capire di non saperne nulla. Non c’era stata alcuna motivazione ufficiale di tale mancanza della maggioranza. Se non le sa Scippa le motivazioni dell’assenza chi le dovrebbe sapere? E’ stata una grande mancanza di rispetto verso tutti noi essere stati avvisati solo poche ore prima del consiglio. In più ero molto deluso dal fatto che al punto 5 “interrogazione ed interpellanze” c’erano da discutere i problemi che vivono quotidianamente i cittadini. Allorchè poi ho espresso solo un mio pensiero.”

E cioe’?

“Dinanzi a tanta superficialità, con l’ennesima assenza ”ingiustificata”, ho detto a Scippa che sarebbe auspicabile che la magistratura faccia piena luce sulle nubi che attanagliano parte del consiglio comunale. Queste vi sembrano “aggressioni verbali”? A mio giudizio questa è libertà di espressione che non si può negare a nessuno. In più poi eravamo all’esterno del consiglio ed in pochi presenti. A tali parole incomprensibilmente egli è andato via, rimanendo quindi solo noi consiglieri dei Mep e non ha effettuato più neanche la seconda chiamata prevista per le 19.”

Cavallo a Scippa: "La sua maggioranza preferisce dedicarsi ad altro"

 

Sergio Cavallo, capogruppo MeP Modugno

Sergio Cavallo, capogruppo MeP Modugno

Dal capogruppo dei “Moderati e Popolari” di Modugno, Sergio Cavallo ,riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

Prestigiosissimo Presidente del Consiglio comunale di Modugno, nella sua nota del 20 marzo u.s. non fa altro che confermare quanto esplicitato dal sottoscritto nelle ripetute dichiarazione rese, ovvero: lei, per il ruolo istituzionale che riveste e nel rispetto di tale ruolo, HA IL DOVERE di convocare i Consigli comunali purché gli stessi si celebrino, anche quando la sua stessa maggioranza non è pronta ad affrontare alcuni punti all’ordine del giorno, tenuto conto che, nel caso di specie, vi erano altri argomenti iscritti che potevano essere regolarmente discussi.
E’ facile trincerarsi dietro il ruolo super partes del Presidente del Consiglio evitando, così, spiegazioni e motivazioni, a lei ben note, circa l’atteggiamento assunto dalla maggioranza di disertare il Consiglio comunale, in virtù del fatto che lei stesso fa parte di tale maggioranza.
La circostanza che il giorno 15 Marzo u.s. (ovvero il giorno precedente al consiglio), nell’ulteriore conferenza dei capigruppo da lei sì convocata, ma non anche allargata a tutti i consiglieri (dov’è il coinvolgimento????), lei stesso non fosse certo della presenza della maggioranza per il Consiglio comunale del giorno successivo, e la circostanza che il 16 Marzo u.s. alle ore 12.30 l’ufficio di presidenza comunicava ai capigruppo l’assenza della maggioranza dallo stesso Consiglio, NON RAPPRESENTA UN’ATTENUANTE e MEN CHE MENO ESULA la maggioranza dalla RESPONSABILITA’ di una completa paralisi dell’attività amministrativa.
Mi spiace doverle evidenziare che le assenza della sua maggioranza dai Consigli comunali (tenuto conto che non è la prima volta che accade), che lei stesso ha convocato certo non depongono a vostro favore e ancor più non depone a vostro favore questa necessità impellente di nominare le commissioni permanenti, non solo per il notevole risparmio, circa € 11.000, che l’assenza delle stesse ha determinato per le casse comunali, ma ancor più perché, la trattazione dei provvedimenti attraverso costruttivi tavoli di lavoro, senza gettone di presenza, o all’interno dello stesso Consiglio comunale, permetterebbe a tutti i consiglieri di apportare il proprio contributo.
E’ chiaro che, se la SUA maggioranza preferisce dedicarsi ad altro, disertando le sedute Consigliari, piuttosto che affrontare le numerosissime problematiche cittadine, il sottoscritto, non solo quale capogruppo del maggior partito di opposizione, non solo quale consigliere comunale, ma soprattutto quale CITTADINO MODUGNESE, con la responsabilità che lo contraddistingue e che non gli consente di tacere su tali vicissitudini, non può che continuare ad URLARE IL PROPRIO SDEGNO.
Cordialmente
Sergio Cavallo

Consiglio comunale: Scippa risponde a Cavallo (MeP)

Antonio Scippa - presidente del Consiglio Comunale

Antonio Scippa – presidente del Consiglio Comunale

Dal presidente del Consiglio comunale di Modugno, Tonio Scippa, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

Leggo l’articolo sul vostro portale, e ritengo doverose alcune precisazioni circa il pensiero espresso dal capogruppo dei “Moderati e Popolari”;

quanto affermato dal capogruppo, risponde più o meno a verità, fatto salvo alcuni aspetti, a mio avviso non trascurabili:

–          In quanto Presidente del Consiglio, ho deciso di partecipare all’appello, semplicemente per il rispetto del ruolo e delle Istituzioni, pur appartenendo alla maggioranza, ho assunto un ruolo super partes. Il rispetto di tale ruolo e dell’intero consiglio comunale, mi impone di svolgere regolarmente il compito, pur consapevole delle reazioni che potrebbero esserci;

–          Non spetta al presidente del consiglio, dare spiegazioni circa l’atteggiamento della maggioranza; non è certo il presidente ad avere tale dovere, ma, come sempre accaduto, il sindaco o chi per lui fornirà le motivazioni;

–          Come giustamente il capogruppo dei MeP fa rilevare ho provveduto ad effettuare, come consuetudine e prassi, conferenza dei capigruppo propedeutica alla convocazione del consiglio, in tale conferenza sono stati stabiliti i punti da trattare in consiglio comunale insieme alle date di prima e seconda convocazione. È opportuno precisare che il regolamento del consiglio comunale, da facoltà di prevedere “seconde convocazioni”, al fine di concludere l’iter procedurale in seno al consiglio comunale.

–          Alla vigilia del consiglio comunale, giovedì 15/03, fu da me convocata una ulteriore conferenza dei capigruppo allargata a tutti i consiglieri, per dare l’opportunità all’assessore all’ambiente dott. Di Ciaula di relazionare sullo stato del “centro raccolta rifiuti”. Alla fine della conferenza fui proprio io a comunicare che in quel momento non riuscivo a dare certezze della presenza della maggioranza per il regolare svolgimento del consiglio comunale del giorno successivo, e che mi sarei preoccupato, appena avuta notizia di avvisare tutti. Infatti alle 12 del 16/03 tutti i capigruppo furono informati dall’ufficio di presidenza, che vi sarebbe stata l’assenza della maggioranza.

–          Al margine di quella conferenza, si ebbe altresì modo di affrontare anche il problema delle commissioni consiliari permanenti, e forse per la prima volta avvertivo nelle parole del capogruppo dei MeP la possibilità di chiudere definitivamente un argomento fondamentale che andava definito già da tempo.

–          Realizzare le Commissioni Consiliari Permanenti, non è una volontà che viene lasciata ai consiglieri comunali, piuttosto, un dovere per il completamento dell’intero quadro istituzionale. Come certamente tutti i consiglieri comunali sanno, le commissioni, non a caso definite “permanenti”, sono un organo istituzionale previsto dalla legge e pertanto non sono facoltative. Inoltre non condivido assolutamente il pensiero, secondo cui “le commissioni non servono a nulla”, tutt’altro, le commissioni, sono necessarie per il coinvolgimento di tutti i consiglieri comunali, per una maggior trasparenza e per snellire i lavori del consiglio comunale. Infatti gli argomenti approdano comunque in consiglio, ma arrivano con alle spalle un lavoro di studio effettuato dalle commissioni di pertinenza, che oltre a migliorarlo, ne rendono la discussione in consiglio comunale più semplice. Poiché si presuppone che i 5 consiglieri componenti delle commissioni, relazionino ai propri gruppi di appartenenza, piuttosto che affrontare ed approfondire tutto in consiglio. Ultimo ma non per importanza, non fare le commissioni, ma discutere tutto in consiglio, dubito faccia risparmiare del danaro all’ente, in quanto fare poi numerosi consigli fiume comporta un costo assai più elevato. Infine per una parte dell’opposizione che lamenta il mancato coinvolgimento, mi chiedo quale strumento migliore delle commissioni consiliari ossia coinvolgere se stessi?

Voglio sperare che le dichiarazioni rilasciate dopo il consiglio comunale andato deserto, siano solamente frutto di rammarico e delusione, e che il capogruppo del maggior partito di opposizione, responsabilmente riveda le sue posizioni e dia l’opportunità a tutto il consiglio comunale e soprattutto alla città intera, di completare l’intero quadro istituzionale e procedere secondo i dettami del nostro statuto e regolamento.

In quanto al mio comportamento ritengo superfluo rimarcare che la mia presenza, forse a lui non gradita, è legata al prestigioso ruolo che ricopro,e che farò ogni sforzo possibile affinché sia sempre salvaguardato e rispettato, non certo per me, ma esclusivamente per il bene delle istituzioni in cui ho sempre creduto e continuo a credere.

Concludo con un piccolo appunto al giornalista che scrive l’articolo, il quale, con minuziosa premura, cita tutto quanto accaduto, dà giustamente spazio alle dichiarazioni dei presenti, ma poi dimentica primo di chiedere al Presidente del Consiglio una dichiarazione,e secondo di citare l’aggressione verbale fatta ai danni del “Presidente del Consiglio” da parte di un consigliere comunale, avvenuta sotto gli occhi di tutti ma conoscendo chi ha scritto l’articolo si tratterà sicuramente di una “semplice svista”.

Cordialmente.

Il Presidente del Consiglio del Comune di Modugno

Tonio Scippa

Ancora scritte razziste contro indiani e rom: l’integrazione dov’è?

 

Si sa, in tempo di crisi economica e sociale, storicamente, aumenta il clima di sospetto ed intolleranza verso gli immigrati e, in generale, i diversi che non trovano posto negli schemi  e nelle strutture della società. Modugno non è esente da questo fenomeno. Vittime: le comunità di stranieri residenti sul nostro territorio o la comunità, non meglio definita, rom.

Si moltiplicano casi per così dire ‘antipatici’ che, seppur non raggiungono alti livelli di guardia, sono certo il segnale preoccupate di un crescente senso di intolleranza della città. Aumentano scritte contro la comunità indiana invitata ad andarsene dalla città, scritte visibili in via Marconi o sul gabbiotto della biglietteria Fal in p.zza Garibaldi e, anche se ora cancellata, per un periodo in c.so Vittorio Emanuele. Spesso di sera le donne di colore che vivono nella città vecchia (attorno a p.zza Romita), sono disturbate da quanti cercano di sfondare le loro porte o, semplicemente, le apostrofano ricordando il lavoro che sono costrette a fare, come se i loro clienti non fossero anche modugnesi. Diverso il fenomeno che accompagna il disagio rappresentato dalla presenza dei rom. Coloro che comunemente vengono definiti zingari, per il loro stile di vita quasi opposto al nostro, sono ancor più difficili da accettare e con loro sembra ancor più arduo un tentativo di integrazione. Sembra essere giustificato il malcontento suscitato dalla loro presenza dal fatto che, molto spesso, questi spargono sulle strade gli indumenti pescati dal bidone dei vestiti usati, sono protagonisti di atti di accattonaggio e sono accompagnati dal pregiudizio, vero o falso che sia, sulla loro propensione al furto. Fenomeni diversi che, tuttavia, non vanno sottovalutati. Storicamente le spirali di violenza sono sempre iniziati dai piccoli atti, sottovalutati e minimizzati, che spesso si sono ingigantiti a dismisura. C’è bisogno in questo caso dell’impegno di tutti: dei cittadini che devono cercare di crearsi degli anticorpi contro le facili generalizzazioni e pregiudizi, e delle istituzioni, politiche e scolastiche, per facilitare un’integrazione che sembra impossibile. Solo quando le istituzioni avranno fatto tutto il possibile in termini di integrazione ed educazione, si potrà esprimere un parere sulla presenza o meno di queste comunità. Ma, allora, dopo il tentativo istituzionale varrà la pena di ripercorrere strade di solidarietà serie nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti.

Una vita dignitosa, serena e felice per i disabili: l'appello di una mamma

DISABILIDa Nunzia Fraccalvieri, lettrice di Bari Sud Ovest, riceviamo:

Salve sono Nunzia Fraccalvieri , madre di due ragazzi diversamente abili, vi ho già scritto tempo fa lamentando problemi relativi all’inserimento sociale di mia figlia Petrelli Antonella. Mi sono rivolta all’Assessorato preposto del Comune di Modugno spiegando la mia critica situazione.

L’Amministrazione, da parte sua, mi ha illustrato le sue difficoltà: per mancanza di fondi non riescono a fare il loro dovere. Oltre ai servizi sociali ho chiesto aiuto all’associazione Afhass – Onlus Bari – che ringrazio profondamente per essermi stata vicina. L’Afhass, grazie alla vostra precedente pubblicazione, era già a conoscenza del mio problema:  ha accolto la mia richiesta di frequenza temporanea e, finalmente, dopo un po’ di giorni, mia figlia è riuscita a frequentare una struttura confacente alle sue esigenze. La ragazza si è caricata di entusiasmo ed essendosi trovata benissimo, grazie alle persone eccezionali che hanno mostrato tanta umanità e passione, ora vuole continuare a frequentare l’Afhass dove, tra l’altro, ha ritrovato i suoi vecchi amici. L’associazione si autogestisce attraverso i contributi dei privati, degli amici e dei soci. Onestamente vorrei partecipare alle loro spese di gestione ma la mia condizione non mi permette di farlo. Mi chiedo, ma oltre al trasporto non c’è nessuna possibilità di inserire mia figlia in un ambiente che la faccia vivere serena?

Ora il pulmino del Comune di Modugno è nuovamente agibile, mia figlia ha iniziato a frequentare il centro Collie ma, purtroppo, ancora una volta è crollata psicologicamente. Antonella è una bambina molto sensibile, necessita di continue attenzioni ed affetto, ha bisogno di essere rassicurata in tutto quello che fa per acquisire sicurezza in se stessa, tranquillità e serenità. Ora non ha più voglia di uscire, nonostante gli sforzi e l’amore che ci mettiamo in famiglia, lei non risponde a nessun stimolo e preferisce restare a letto!!!

La ragazza, quindi, è rimasta ancora una volta a casa ed io mi ritrovo nuovamente nella stessa situazione, anzi peggio!!!

Mi chiedo: perché i vostri figli possono scegliere la scuola che piace e mia figlia no? Perché è disabile? Non è un suo diritto? Le pubblicità riguardo i diritti dei disabili, sono solo parole? E i fatti???

Mia figlia ha diritto ad essere felice e frequentare un centro dove riesce a trascorrere giornate di serenità oltre a risolvere ed alleviare, là dove è possibile, le difficoltà con cui è costretta a vivere!!! Anche mia figlia ha diritto a vivere una vita dignitosa!!! Aiutiamo questi ragazzi!! Conto sulla vostra sensibilità , non abbandoniamo questi ragazzi disabili ed indifesi, hanno bisogno di vivere sereni, di essere felici e basta davvero poco per accontentarli.