Fallimento Divania, consumatori e anti-usura contro i vertici Unicredit

Procura della Repubblica di Bari

Con la costituzione delle parti civili, è cominciata davanti al gup del Tribunale di Bari, Sergio Di Paola, l’udienza preliminare a carico dei 20 imputati, i vertici nazionali e territoriale della “Unicredit Banca d’Impresa spa”, per i quali il pm della Procura di Bari, Isabella Ginefra, ha chiesto il rinvio a giudizio con le accuse, a vario titolo, di truffa aggravata, appropriazione indebita ed estorsione ai danni della società Divania srl di Modugno. Tra questi i due componenti del Cda dell’istituto di credito, Luca Fornoni e Davide Mereghetti, all’epoca dei fatti contestati responsabili dell’Area Coroporate Banking di U.B.M. spa. La pm ha chiesto il processo anche per il “responsabile erogazione crediti della direzione regionale centro sud Roma” della Unicredit Corporate Banking spa, Francesco Conteduca, il “responsabile della direzione regionale centro sud Roma” della Unicredit Corporate Banking spa, Alfredo Protino e il direttore generale della Unicredit Banca d’Impresa spa, Mario Aramini.
Secondo l’accusa, derivati ad altissimo rischio sottoscritti con Unicredit avrebbero portato l’azienda barese al fallimento. Nel 2006 (in seguito agli effetti catastrofici di quei derivati, sottoscritti a partire dal 2000) lo stabilimento ha chiuso, licenziando 430 operai. Unicredit, questa l’ipotesi dell’accusa, non avrebbe informato correttamente dei rischi connessi agli strumenti di finanza complessa che la società Divania stava acquistando, proponendoli anzi come sicuri.
La truffa complessiva ipotizzata dalla Procura di Bari si aggira intorno ai 15 milioni di euro. L’indagine è stata avviata dopo la denuncia del titolare di Divania, Francesco Saverio Parisi, costituitosi parte civile nel processo, in proprio e per conto di due società, la Sedilia e la Parco Don Vito. Oltre a Parisi, si è costituito parte civile Rocco Ziino, anche lui presunta vittima dei derivati Unicredit, che avrebbe subito il crac della sua società, la “Tre Z Plast”, azienda leader nel settore edilizio e termoidraulico, passata nel giro di due anni da un fatturato di sei milioni di euro al fallimento. Parti civili anche un’associazione anti usura, Adusbef e Codacons.
L’udienza preliminare per i rinvii a giudizio proseguirà il prossimo 8 giugno.

Via Roma: il prossimo lunedì partono i lavori per il nuovo manto stradale

I lavori di rifacimento del manto stradale interesseranno via Roma per la sua interezza. Durata stimata: due o tre settimane. E’ stato lo stesso sindaco di Modugno a dare l’annuncio, questo pomeriggio, con un comunicato apparso direttamente su Facebook. Gatti, inoltre, invita la cittadinanza a limitare l’uso delle auto “all’indispensabile”, non solo nelle prossime due o tre settimane, ma anche dopo la chiusura dei cantieri stradali “per rendere la nostra città più vivibile”. E non è finita qui: “cominciamo ad abituarci – conclude – anche perchè il nostro territorio con i lavori di interramento della ferrovia […] sarà sottoposto ad un profondo positivo cambiamento e per la durata dei lavori (non meno di tre anni) saremo costretti a cambiare le nostre abitudini di spostamento”.

Modugno – La risposta di CGIL – CISL – UIL

Comunicato stampa sindacale

 

 

A TUTTl I DIPENDENTI
AGLI ORGANI DI STAMPA
AL SINDACO
ALLA GIUNTA COMUNALE
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
AI CAPI GRUPPO CONSILIARI
AL SEGRETARIO GENERALE
AL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI
AL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE TRATTANTE
ALLA RAPPRESENTANZA SINDACALE UNITARIA 

OGGETTO: Problematiche del personale del Comune di Modugno – Comunicazioni.
I radicali cambiamenti che stanno interessando la società moderna con notevoli penalizzazioni di tutti i cittadini appartenenti alle fasce medio-basse, stanno fortemente mettendo in discussione anche ogni più elementare sacrosanto diritto che fino a ieri caratterizzava il dipendente pubblico.
Norme recentissime, la I. 122/2010, precludono ogni possibilità di costituire fondi che superino quello del 2010 e obbligano la parte pubblica al recupero immediato delle risorse indebitamente inserite nel fondo.
Detto ciò, sul versante delle relazioni sindacali siamo in presenza di elementi che modificano fortemente il ruolo delle Organizzazioni Sindacali che ancor di più di prima devono ritagliarsi un paziente ruolo concertativo con la parte pubblica, al fine di individuare percorsi che, benché obbligati, riducano fortemente il disagio del dipendente pubblico.
00.SS. che in questo delicato momento devono rendere residuale il semplice ruolo rivendicativo, che fa molto più presa sull’opinione pubblica ma illude i più sprovveduti e non produce effetti.
Quindi bisogna trovare soluzioni legittime e di utilità ai più e non solo a molti.
E’ certo che il problema nato a Modugno è collegato alle risorse maggiori assegnate al fondo negli anni scorsi, che sarebbero state, secondo l’Interpretazione della parte pubblica, percepite dal personale senza averne diritto.
Ora, premesso e acclarato quanto sopra, ogni sigla sindacale può decidere il percorso che vuole intraprendere. La CISL, la CGIL e la UIL, unitamente ai propri rappresentanti in seno alla Rappresentanza Sindacale Unitaria ( RSU ) hanno scelto di non fare demagogia e di cercare, con la parte pubblica, una soluzione che non produca un eccessivo disagio al dipendente e senza creare strumentali ed artefatte forme di divisione e fibrillazione tra il personale e le stesse Organizzazioni Sindacali.
Avevamo tracciato e presentato in forma scritta un percorso unitario tra tutte le sigle sindacali territoriali e la RSU, ma da subito altra sigla sindacale ha voluto intraprendere altre strade, con manifestazioni di piazza, in piena delegazione trattante, che non ci possono trovare consenzienti.
Ogni iniziativa assunta unilateralmente, tende a rappresentare una verità demagogica e populistica che non risolve il problema anzi ne allontana la soluzione (dopo tre incontri di delegazione trattante dove le pregiudiziali assorbono quasi tutto il tempo, l’ordine del giorno da trattare è sempre lo stesso ).Tutto ciò, ci costringe a non condividere certi percorsi e a chiedere all’Amministrazione una delegazione trattante in cui siano ripristinate le regole democratiche e sia foriera di decisioni possibilmente condivise a tutela e rispetto di tutti i lavoratori del Comune di Modugno.
La parte pubblica ha sicuramente le sue responsabilità, collegate alla errata costituzione del fondo degli anni scorsi, ma attualmente ha anche una maggiore responsabilità poiché consente, durante lo svolgimento della delegazione trattante, l’accesso a chiunque. Inoltre permette che accada di tutto senza un minimo di rispetto istituzionale e delle regole ne’ riguardo della dignità di chi partecipa alla trattativa per ascoltare e formulare proposte in maniera civile e democratica, senza subire forme di pressioni psicologiche di qualsiasi natura.
Le scriventi 00.SS. intendono chiarire, in maniera inequivocabile, la propria posizione politico-sindacale, che è mirata, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse e di razionalizzazione della spesa, alla eliminazione degli sprechi per assicurare alla cittadinanza servizi sempre più efficienti ed efficaci.
Detta ottimizzazione non può prescindere da una riorganizzazione dell’attuale dotazione organica comunale che prevede un numero rilevante di figure dirigenziali, le quali se opportunamente soppresse, anche alla luce della situazione reale (n. 1 dirigente presente su sette previsti in organico), le relative funzioni potrebbero essere assegnate alle figure professionali di cat. D incaricate di posizione organizzativa, come peraltro già attuato da altre realtà locali. Tale riorganizzazione porterebbe un notevole rispannio economico che favorirebbe sicuramente una crescita del Comune di Modugno con particolare riferimento all’incremento occupazionale e alla risoluzione delle problematiche afferenti il personale comunale.
Distinti saluti.
Modugno 7 maggio 2012. 

CGIL – Antonio Lorusso – Lamberto Garofalo – Donato Foggetti                                         

CISL – Guido Manco – Domenico Proscia – Francesco Loiacono – Antonio Mangialardi                                      

UIL  – Emanuele Valerio – Remigio Pesole – Domenico Tedesco

                                                                

NELLA CITTA' DI MODUGNO SCOPPIA LA GUERRA TRA I SINDACATI

COMUNICATO STAMPA       
L’ AMMINISTRAZIONE COMUNALE ASFITTICA E MIOPE HA LA COLPA DI AVERE A CUORE SOLO LE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DI FREGARSENE DEGLI ALTRI DIPENDENTI.

La componente sindacale RSU autonoma DICCAP nell’incontro di delegazione trattante del 18 aprile 2012, è rimasta da sola a difendere il diritto di tutti i dipendenti comunali a percepire la quota di salario accessorio riservata al pagamento della PRODUTTIVITA’ che è stata ridotta di circa 110.000,00 euro.
Rispetto alla opportunità di ridurla c’era stato un preciso indirizzo da parte dell’amministrazione con l’accordo delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL affinché dal 2010, a fronte del raddoppio del valore del buono pasto da destinare ai dipendenti, alle posizioni organizzative e ai dirigenti, si eliminavano completamente dal Bilancio comunale le risorse economiche da destinare alla parte variabile del fondo salario accessorio e quindi alla produttività.
Questo accordo fittizio poteva dare l’impressione di essere conveniente per i dipendenti di categoria A, B e C (e contemporaneamente si eliminava il “disturbo” ai nostri dirigenti, di impegnarsi  per  creare programmi di lavoro “autentici” da assegnare ai propri dipendenti) invece, amara scoperta, il raddoppio del valore del buono pasto è svanito nel nulla, per tutte le congiunture che noi tutti conosciamo.
Cari colleghi dipendenti, sono venuti a raccontarvi il proverbio che esprime sfiducia nel realizzare maggiori vantaggi in avvenire, per cui è più conveniente contentarsi del poco certo dell’oggi senza correre rischi: E’ meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Il problema è che oggi non vi danno nemmeno l’uovo!!!

 

ll 2010 ha rappresentato dunque, di fatto, l’ultimo anno nel quale sarebbe stato possibile garantire miglioramenti retributivi al personale prima di un lungo periodo di blocco generalizzato. Miglioramenti da assicurare grazie alla contrattazione integrativa. Nel nostro Ente, la contrattazione integrativa a livello aziendale, si trova ora di fronte ad un ammontare di risorse destinate al trattamento accessorio del personale che non può superare il livello del 2010, chiudendo di fatto i due canali di alimentazione di risorse fresche per migliorare i trattamenti retributivi.

Inoltre si scopre all’inizio del 2012, un altro grande problema, nel fondo stabile del salario accessorio per gli anni 2009 e 2010  “il ragioniere dell’Ente”, sbagliando (sicuramente in buona fede) ha destinato per i predetti fondi complessivamente circa 90.000 euro in più, che con i fondi di salario accessorio 2011, 2012 e 2013 saranno recuperati annualmente dal “ragioniere dell’Ente” che ha sbagliato.

Riepilogando:
azzeramento parte variabile    – 110.000,00
recupero errore parte stabile   –   90.000,00  nel triennio

totale……………    – 140.000,00 in meno nel Fondo salario accessorio

CHI CI GUADAGNA, CHI CI  PERDE
…….E CHI SI SACRIFICA!!!

certamente nel 2009 ci ha guadagnato chi, per la produttività ha percepito illegittimamente da €1.500,00 a €7.000,00 per  “obiettivi” decisi in giunta a fine anno;
dal 2010 in poi chi, da oltre 10 anni “coltiva il proprio orticello”: 14 Posizioni Organizzative, molte incaricate a PIOGGIA, di cui solo qualcuna, tiene conto realmente dello svolgimento di funzioni di direzione di unità organizzative di particolare complessità, caratterizzate da elevato grado di autonomia gestionale e organizzativa  – 7/8 dipendenti addetti al recupero evasione ICI, per cui le risorse calcolate per l’incentivo assorbono del tutto la parte variabile del fondo – 5/6 dipendenti addetti alla progettazione OO.PP., che utilizzano impropriamente le risorse derivanti da specifiche disposizioni di legge anche per i lavori di manutenzione.

Sicuramente nel 2009 ci ha perso chi, per la produttività ha percepito solo €100,00; certamente ci perdono e si sacrificano 120 dipendenti appartenenti alle Cat. A, B e C che non hanno la fortuna di “coltivare nessun orticello” perché dal 2010 al 2013 l’amministrazione ha già ipotecato la destinazione del salario accessorio, azzerando le economie da destinare alla produttività e ad altri   compensi.

Da troppi mesi discutono, parlano tanto e incontrano “luminari della scienza”, senza concludere mai niente, intanto passa il tempo ( è la loro strategia ) e veniamo alla nostra proposta.

Lo strappo è stato provocato dalle determinazioni dirigenziali con cui i dirigenti dott. Fulvio Gesmundo e Ing. Emilio Petraroli hanno attribuito le posizioni organizzative scadute il 31 dicembre 2011, senza un formale e necessario provvedimento di Giunta che confermasse la proroga.
Secondo la nostra organizzazione sindacale, che nei giorni scorsi ha tenuto una infuocata delegazione trattante, il finanziamento riservato a questa particolare voce del salario accessorio dei dipendenti risulta nel 2012 inopportuno, alla luce del nuovo organigramma aziendale del personale in atto nel nostro ente, che consentirà tra qualche mese, al Sindaco del nostro comune privo di personale con qualifica dirigenziale di conferire le funzioni dirigenziali ai dipendenti non dirigenti, con proprio provvedimento motivato, ai sensi dell’articolo 109, comma 2. Tali dipendenti sono gli attuali responsabili dei servizi.
Il sindaco del comune privo di dirigenti, pertanto, compie un’operazione equivalente a quella che compirebbe in un ente dotato di qualifiche dirigenziali. Individua, infatti, i responsabili degli uffici e dei servizi e definisce i loro incarichi. Tali incarichi sono qualificabili come dirigenziali, perché il provvedimento di conferimento della funzione di responsabile dei servizi per legge assolve alla funzione di attribuire al funzionario incaricato la competenza, che è dunque derivata, ad esercitare le funzioni dirigenziali.
Le risorse economiche in questo caso, sono a carico del Bilancio, ma attenzione, solamente se dal fondo generale del salario accessorio destinato ai dipendenti per l’anno 2012 si elimina  il finanziamento riservato al Fondo delle posizioni organizzative, altrimenti questo Fondo verrebbe assorbito nel Bilancio.
Tuttavia quest’ultimi dipendenti, non resterebbero “a digiuno”, anzi non perderebbero quasi nulla, in quanto il contratto prevede per il personale della cat. D, che non risulti incaricato di funzioni dell’area  delle posizioni organizzative, un compenso sino ad un massimo di 2.500,00 euro, la possibilità di effettuate 180 ore di straordinario, circa 4.000,00 euro e la produttività.
Il nostro sindacato ha chiesto all’amministrazione la revoca delle posizioni organizzative, ma la parte pubblica unitamente ai rappresentanti territoriali CGIL, CISL e UIL e ai rappresentanti RSU Foggetti, Proscia, Loiacono, Mangialardi e Tedesco  è stata irremovibile.

E tanto è bastato a far dissotterrare l’ascia di guerra.

Se l’Amministrazione non provvede entro 10 giorni, alla copertura delle risorse finanziarie necessarie (circa 110.000,00 euro) da utilizzare anche per gli altri istituti contrattuali previsti dal Contratto Collettivo Nazionale degli Enti Locali, tuttora vigente, la nostra Organizzazione Sindacale, e invito anche le altre sigle sindacali e la RSU, nell’interesse di tutti i dipendenti comunali, non sottoscriverà mai il Fondo salario accessorio del 2011 e del 2012.

Viviamo una fase oggettivamente difficilissima nelle relazioni sindacali, assistiamo ancora una volta ad una amministrazione “ostaggio” di alcuni funzionari.

C’è chi dice che la rottura in seno al sindacato corrisponda ad una guerra strisciante tra i dipendenti del nostro Ente, che vede i funzionari che fanno parte della catego
ria D da un lato, e i dipendenti di categoria C e B dall’altro o addirittura ad una guerra personale del nostro sindacato contro le posizioni organizzative.
In realtà, i contratti sono bloccati da anni, gli stipendi sono quelli che sono, ma proprio per questo è necessario premiare i più bravi e i più efficienti, indipendentemente dalla categoria cui appartengono, ed ottimizzando al meglio l’applicazione del salario accessorio che, allo stato delle cose, è l’unico istituto contrattuale che consenta qualche riflesso positivo sulle buste paga.

Noi oggi chiediamo per tutti i dipendenti,
sia l’uovo che la gallina!!!

Cari colleghi lavoratori non abbiate timore o vergogna a chiedere ciò che Vi spetta,  sono i vostri “amici” funzionari  (questi finanziariamente non rinunciano a niente) che hanno notevolmente bisogno di Voi, non il contrario.  Se non lo fate il Sindaco e gli amministratori diranno, “che tutti  stiamo bene e non abbiamo niente di cui lamentarci”.

N. B. Si allega  istanza con la quale i dipendenti, nella loro rispettiva qualità, potranno rappresentare la propria situazione di grave disagio agli organi decisionali, per il mancato conferimento di istituti economici contrattuali, che ritenete non vi siano stati riconosciuti e di adire i competenti organi giurisdizionali.  E’ indubbiamente  provocatoria, ma in questa circostanza serve,  per far sapere realmente che siamo tanti ad essere delusi e non gratificati.
Modugno, 25 aprile 2012
Il Direttivo Aziendale

La RSU

Il Segretario Aziendale

Giuseppe Debenedictis

 

 

AL SINDACO

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

ALLA GIUNTA COMUNALE

AL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

ALLA DELEGAZIONE TRATTANTE

LORO SEDI

Con la presente lo scrivente, ________________________________________________________,

in servizio presso _________________________________________________________________,

rappresenta alle SS.VV. la situazione di grave disagio, personale e lavorativo, in cui si trova ad operare derivante dal mancato conferimento, da parte della Delegazione Trattante, dei seguenti istituti economici contrattuali:

? Compenso per la produttività per i dipendenti di Cat. A, B, C e D non incaricato di posizione organizzativa (da un minimo di € 600 sino ad un massimo di € 800);
? Compenso per l’esercizio di compiti che comportano specifiche responsabilità per i dipendenti di Cat. B e C (da un minimo di € 1.000 sino ad un massimo di € 2.500).

Essendosi, quindi, maturata una situazione di grave danno, psicologico, lavorativo e patrimoniale che lo scrivente non è in grado di sopportare ulteriormente, si ritiene opportuno informare le SS.VV. della decisione, non revocabile, di adire i competenti organi giurisdizionali, per ottenere il riconoscimento e la tutela dei diritti spettanti.

Poiché la gestione del personale rientra tra le competenze del Consiglio Comunale, ai sensi dell’art. 42 TUEL, si chiede al Presidente del Consiglio Comunale di portare detta missiva a conoscenza dei Consiglieri tutti.

Distinti saluti.

La lunga controversia della Chiesa delle Monacelle

Chiesa delle Monacelle - La Santa Famiglia con Santa Elisabetta e San ZaccariaLa questione Chiesa di San Giuseppe (comunemente nota come Chiesa delle Monacelle), rischia di ingarbugliarsi all’interno di una rete fitta di visioni distorte figlie di pareri, credenze e di quell’uso della forza, che spesso caratterizzò nel corso della storia, la lunga diatriba tra potere spirituale e potere temporale. Cerchiamo dunque di muoverci in questa delicata controversia attraverso l’unica fonte che rende possibile intraprendere tale percorso con oggettività, basandoci sulla presa visione di una documentazione scritta.
Il tutto ebbe inizio nel 2002 quando l’allora presidente dell’Associazione Musicale “Francesco Casavola”, Vito Bello, chiese a nome della stessa, attraverso una domanda avente ad oggetto la gestione continua della di Chiesa di San Giuseppe (all’epoca dei fatti in stato di degrado e abbandono) in via Monacelle, l’utilizzo della sacra struttura per le varie manifestazioni musicali della stessa associazione, per celebrare la festività di Santa Cecilia (protettrice dei musicisti) e per altre eventuali manifestazioni culturali. La domanda aveva come destinatario: l’Amministrazione Diocesana Curia Arcivescovile, nella persona del Rev. Don Gaetano Coviello e il Comune di Modugno, nelle persone del Sindaco e dell’Assessore alla Cultura, all’epoca dei fatti rispettivamente il dott. Pino Rana e il prof. Franco Fragassi (quest’ultima domanda protocollata il 1 luglio 2002). La risposta dalle due parti chiamate in causa non si fece attendere. Mentre la prima demandava la competenza di tale consenso all’utilizzo del bene culturale ai secondi, in quanto la Curia a suo dire non esercitava alcun tipo di giurisdizione sul bene in questione, il comune rispondeva che non appena sarebbero stati ultimati gli aggiusti di restauro che avrebbero interessato il prospetto esterno e il tetto, si sarebbe affrontata la questione ai fini dell’esaudimento della richiesta. Detto fatto, dopo diverse riunioni che videro protagonisti l’amministrazione e le associazioni interessate all’utilizzo dei “beni” dislocati sul territorio comunale, la consegna delle chiavi avvenne effettivamente nel settembre 2007, dopo circa cinque anni dalla domanda protocollata, sancendo da quel momento in poi l’inizio della gestione autorizzata e continua dell’utilizzo della Chiesa di San Giuseppe da parte dell’Associazione Musicale “Francesco Casavola”.

Veniamo ai giorni nostri. Il 26 marzo scorso, il sig. Michele Mangialardi referente principale dell’Associazione Musicale “Francesco Casavola” veniva convocato dal Sindaco del Comune di Modugno, Mimmo Gatti, a seguito di una nota della Direzione Fondo Edifici di Culto, nella persona del dott. Francesco Minervini, con la quale intimava all’Amministrazione Comunale di Modugno la riconsegna delle chiavi della Chiesa di San Giuseppe poiché nei locali dell’immobile sarebbe impedito l’esercizio del culto in primis e per la necessità di salvaguardare e preservare le opere d’arte, i dipinti e gli arredi da ogni circostanza che potesse anche solo potenzialmente determinare un danno agli stessi, indicando nell’Arciprete Don Nicola Colatorti il soggetto destinatario della consegna delle chiavi di accesso. Accuse che venivano rispedite prontamente al mittente con tanto di risposta protocollata il 28 marzo, dove per l’impossibilità dell’esercizio di culto, si sottolineava come nessuno aveva mai impedito l’esercizio del rito, ricordando inoltre che dal 23 febbraio 2012 all’11 marzo 2012, nello stesso Sacro luogo erano state celebrate ogni giorno diverse Sante Messe nell’ambito del programma denominato “Aprite le porte a Cristo”, promosso ed organizzato dalla locale Parrocchia di Sant’Agostino ed autorizzato dalla Curia stessa.

Per il discorso legato alla salvaguardia di dipinti ed opere, invece, l’Associazione Musicale nella nota protocollata precisava come a seguito dei lavori di restauro avvenuti dal 2004 al 2005 (periodo quindi antecedente alla propria gestione), dieci tele originariamente presenti nella Chiesa di San Giuseppe, non fecero più ritorno dopo essere state temporaneamente collocate nella Chiesa Santissima Annunziata (Chiesa Matrice) di Modugno per il tempo strettamente necessario all’esecuzione ed ultimazione dei lavori di recupero, continuando e asserendo come non solo alcuna opera di ristrutturazione, pur programmata fu mai eseguita all’interno della Chiesa di San Giuseppe dal 2007 ad oggi, ma l’unica opera di restauro effettuata nel lasso di tempo vedente coinvolta la gestione dell’associazione in questione, fu il progetto e la realizzazione del restauro del “Crocifisso Ligneo” per un valore di Euro 5.000 (stanziate solo ed esclusivamente dall’Associazione Musicale, nella persona di Michele Mangialardi), il tutto testimoniato dalla corrispondenza epistolare tra l’associazione stessa, la ditta di restauro “Caputi Jambrenghi” di Bari e la Direzione Fondo Edifici di Culto. Presentazione del crocifisso avvenuta al pubblico il 21 novembre 2010 alla vigilia della festività di Santa Cecilia, con tanto di invito alle autorità locali, al presidente della Pro Loco e ai parroci delle parrocchie distribuite sul territorio comunale, nelle persone dell’Arciprete Don Nicola Colatorti, Don Luigi Trentadue, Don Vincenzo Gentile e Don Nicola Laricchia.

Questi sono i fatti utili per una rapida comprensione della questione e sull’oggetto della disputa. Allo stato attuale degli stessi, la sfida a colpi di pulpito da una parte e la raccolte di firme dall’altra, in attesa di prossimi sviluppi, lascia presagire un’estate modugnese davvero rovente.