E così anche questa caldissima estate ha concluso la sua avventura. L’ha conclusa portandosi appresso quanto, d’ordinario, è costume discutere in ogni estate: le mete delle vacanze, le feste e le sagre di paese, il mercato dei calciatori, i costumi delle star e dei vip, il gossip su personaggi pubblici e dello spettacolo ecc… Beninteso, non che siano mancati argomenti di discussione meno ameni: terrorismo, immigrazione, vaccinazioni, jus soli, abusi edilizi, terremoti, siccità, Corea del Nord, vaccini e altro. Tutte materie che hanno costituito il divertissement, la fascinazione dell’estate 2017 e che hanno “importunato” i pensieri e la facondia di tanti e tante.
Stavolta, però, tra queste fascinazioni si è intrufolata un’altra non meno degna: la sinistra. Che cosa è oggi la sinistra, chi è di sinistra, cosa deve fare la sinistra, i programmi della sinistra, le alleanze della sinistra e via dissertando. E sull’argomento molte sono state le voci autorevoli, critici, saggisti, politologi prestigiosi, che si sono pronunciate, e anche con argomenti assai pertinenti e meritevoli di ogni rispetto. Perciò tra un Alfano si e un Alfano no, il tormento sincero sulle radici smarrite, il disorientamento e la trepidazione dei militanti, le settimane estive sono trascorse nelle disamine, talvolta serie talaltra bizzarre, su quotidiani, settimanali, social e TV.
Io avrei gradito che la discussione avesse affrontato – e potrebbe sembrare anacronistico con i tempi e la cultura che viviamo – il tema “essere di sinistra”, cos’è e che vuol dire. Che è pure un sentimento radicato in tanta parte della nostra comunità nazionale, quella, per intenderci, che non si riconosce nella vulgata più propalata. Il sentimento. Quello stato d’animo permanente che, negli anni, si consolida sempre più in tanti esseri umani che permea e condiziona anche l’amicalità, l’affettività, l’amore, la mimica, la fisicità, i comportamenti che, uniti a quelli “standard” della fratellanza, della solidarietà, della comprensione, della tolleranza, specie nel trascorso secolo breve, hanno costituito per milioni di uomini il fondamento esistenziale, quello che, peraltro, ha orientato, con decisione, scelte importanti nel welfare, nell’economia, nella cultura, nella scuola. Ecco, il sentimento. Che è, altresì, quello delle lunghe riunioni e discussioni, quello che spacca il capello in quattro, quello del ritornare a discutere, quello della decisione sofferta ma obbligata, quello del continuo patimento interiore. La sinistra, un sentimento di proprietà individuale che si fa collettivo nella collettività per divenire cultura di vita e azione e coraggio di più soggetti.
Il pragmatismo o – se volete – l’aridità, però, ahimè, prende sempre più il sopravvento e quel sentimento deve cedere il passo o soccombere, ma non si può eludere la sua esistenza e il suo valore indelebili.
Esiste un sentimento di sinistra tra i modugnesi? Certo che sì, sarà anche minoritario ma esiste. Esiste e nemmeno tanto nascosto. Nei luoghi e nelle singole soggettività di talune associazioni, del volontariato, del cattolicesimo, della politica partitica, del sindacato, dell’ambientalismo, della cultura, sebbene sovente misconosciute o strangolate (secondo Costituzione?) mentre mi è difficoltoso riscontrarlo nei posti “deputati”, in quelli per così dire “istituzionali” dove quel crogiolo di stati d’animo, di comportamenti, di linguaggi ma anche di fisicità dovrebbe manifestarsi con sobria autorevolezza e invece… Ecco, la fisicità, il comportamento, la collocazione, il posizionamento, la comunicazione. Per non dire del dibattito e della discussione ridotti a whatsappare e mipiacciare in continuazione per rendere nota o condividere una “posizione politica” (di sinistra?). Addirittura scopro che nel Consiglio Comunale di Modugno la cosiddetta sinistra, l’opposizione, si siede a destra mentre la destra, la maggioranza, si siede a sinistra. Tutt’all’ammers commenterebbero gli esegeti e gli antropologi della nostra politica cittadina. Quindi in “dissenso” con tutto il mondo dove da oltre duecento anni in ogni consesso istituzionale la sinistra si siede a sinistra e la destra si siede a destra.
Certo che non è un bel vedere, un bell’assistere, un bell’ascoltare di questa cosiddetta sinistra assisa a destra e di questi destri che si fanno sinistri. Sicché di fronte a tanto decadimento se Mirabeau e i sanculotti, nella tomba, vengono colti sempre più spesso da tristezza e commiserazione, anche Almirante e Tatarella, sempre nella tomba, non si sentono tanto bene.
Caro Fedele,
credo che tu hai poca conoscenza di Almirante ed in particolare di Tatarella che e’ ricordato da tutti per il suo pragmatismo teso a superare gli schemi di destra-sinistra favorendo la soluzione di problemi comuni.
Anche considerare alcune azioni e attenzioni a problemi come esclusivi della sinistra significa oggi non accorgersi che la differenza non e’piu’fra posizionamenti ideologici,ma fra chi meglio pratica azioni politiche e sociali e chi non fa altro che parlare sospeso nell’aria.
Naaaahhh! Stavamo mangiando fave e cicorie e tu te ne vieni con la torta alla panna e con i babà! Ti perdono.