Spoils System? no, strip tease

Nella sede della ProLoco di Modugno

fervevano i preparativi per la festa di San Giovanni del 24 giugno, il presidente, Michele Ventrella, era indaffarato a trovare finanziatori e volontari per completare il programma della manifestazione. Era impegnato a ottenere le conferme della presenza dei tanti gruppi in costume, dei “duellanti”, degli sbandieratori e delle danzatrici che dovevano sfilare in un corteo, insomma il Presidente, in quel torrido giorno di giugno 2017 mentre stava “inguaiato” da tutta questa serie di faccende ha ricevuto una comunicazione ufficiale dall’amministrazione comunale. In quella missiva, Michele Ventrella, sperava di leggere una buona notizia, erano già passate alcune settimane che aveva chiesto al sindaco Magrone la concessione di un finanziamento per la ProLoco per affrontare con meno affanni il gravoso impegno finanziario che una festa come quella del 24 giugno comporta. Invece, in quella lettera, l’amministrazione comunale chiedeva alla ProLoco la somma di circa 11.000 euro. Altro che patrocinio a favore della ProLoco, e per quale motivo poi? Per l’affitto, un perito incaricato dal comune, ha valutato in quasi 700 euro l’affitto mensile che l’associazione di volontari che tanto si dà da fare per attirare turisti a Modugno deve pagare all’amministrazione.
La stessa notizia è arrivata anche alla associazione “Nastro Azzurro” che conserva, oltre ai cimeli delle due guerre mondiali, la memoria dei tanti caduti per la patria, caduti modugnesi, nonni e padri di tanti modugnesi, morti nell’adempimento del loro dovere.
Negli Stati Uniti d’America, nella prima metà dell’ottocento, si iniziò ad adottare lo spoils system (letteralmente: il sistema del bottino) la pratica secondo cui, dopo l’insediamento, i nuovi amministratori eletti dal popolo cambiano i dirigenti della pubblica amministrazione sostituendoli con altri di loro fiducia e ai quali viene affidato il compito di aiutarli a raggiungere gli obiettivi politici proposti in campagna elettorale. Qui a Modugno, invece, si sta realizzando una versione diversa, estremamente peggiore di quella praticata oltreoceano. Stiamo assistendo allo smembramento, alla cancellazione di associazioni e organismi di partecipazione popolare alla cosa pubblica, all’allontanamento di chi si preoccupa, volontariamente, di fornire, gratuitamente, cultura e spettacoli. Siamo di fronte alla intimidazione attuata con l’arma della ritorsione economica verso chi, in maniera del tutto volontaria, si adopera per il buon nome della città e oggi rischia, a causa di queste “buone notizie”, di dare spettacolo e intrattenimento esibendosi in un obbligatorio strip tease, rimanendo non volontariamente , in mutande.

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2 commenti

  1. Egregio Direttore, ha fatto benissimo ad inserire il presente articolo fra la “Cronaca” e non fra i fatti di “Politica” altrimenti quest’ultima, per l’ennesima volta, ne sarebbe uscita ancora una volta mortificata. Trattasi di un episodio irricevibile -almeno per me- per la sua pochezza politica (pretendere il canone di fitto persino dalla benemerita Associazione del “Nastro Azzurro”, manco si trattasse di quella nota birra che persegue finalità lucrative …), e che ahimè mi rammenta le parole con cui il mai dimenticato Franco Sorrentino concludeva le sue riflessioni televisive con la sua rituale domanda pleonastica “Ma s’ pot fa’ sta vit? Si può. Si può.” Mamma mia ……

  2. Cardine Maria

    Leggo basita l’articolo sulla pro loco di Modugno e intanto mi chiedo come mai nessuno parla delle case dei custodi annesse alle scuole primarie di Modugno, inutilizzate e decadenti,verso le quali non è mai stato effettuato nessun intervento di risanamento. Alcune, occupate per anni con la forza da famiglie sfrattate. Domanda? per le case occupate le famiglie hanno mai pagato un fitto al comune, o comunque versato un contributo spese? Si capisce chiaramente che intento dell’amministrazione è fare cassa. Ma ci sarebbero tante nicchie dove poter attingere, cercare nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato sociale mi sembra il luogo meno idoneo.

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