Modugno protesta

in corteo per il lavoro

Domani, 6 aprile, i commercianti, i tecnici dell’edilizia, gli artigiani sfileranno in corteo per le strade di Modugno. Per la prima volta nella nostra città si vedranno imprenditori e professionisti lasciare il loro luogo di lavoro per ritrovarsi tutti insieme a protestare contro l’immobilismo della amministrazione comunale. Quando nell’ottobre del 1980, a Torino, gli impiegati che dopo aver partecipato ad una assemblea in un teatro cittadino scesero per strada, per protestare non contro la Fiat ma contro chi impediva loro di lavorare tenendoli fuori dai cancelli della fabbrica, erano meno di mille. Durante la marcia a loro si unirono in tanti, fino a giungere a quella cifra che da allora viene usata per indicare quella manifestazione: “la marcia dei 40 mila”. Protestavano contro chi gli impediva di lavorare. Non erano sindacalizzati, non avevano l’appoggio degli operai o degli studenti ma con loro sfilarono mogli e figli, a loro si unirono professori e maestre, impiegati di altre aziende e pensionati. Non gridavano, non correvano, non bruciavano macchine e non assalivano i carabinieri con mazze ed estintori. Alla loro testa non si vedevano gli striscioni dei sindacati e nemmeno dei partiti. Come non si vedranno domani a Modugno, dove i rappresentanti d’area democratica non si sono affatto visti nell’organizzazione della manifestazione. Del resto una manifestazione di “datori di lavoro” difficilmente vede tra gli organizzatori quei sindacati e partiti che hanno fatto la storia guidando le manifestazioni “contro” i datori di lavoro. Ma questa non è una manifestazione che vede contrapposte le due categorie, è una manifestazione contro chi ha scelto di immobilizzare la classe media dei modugnesi per una sorta di vendetta personale, si protesta contro chi chiude al traffico una via cittadina senza una preventiva azione di valorizzazione delle attività commerciali che su quella via operano; si protesta contro un sindaco che, da oltre otto mesi, impedisce ai tecnici dell’edilizia di conoscere quali sono le norme di costruzione da rispettare; che impedisce agli artigiani, (operai con la partita Iva) di lavorare per portare il “pane a casa”, nel vero senso della parola. Domani non saranno in 40 mila ma di sicuro con loro ci sarà l’intera città.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. Ecco, questa volta è veramente OTTIMO E ABBONDANTE!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *