Ci cablano la città

per connetterci a cosa?

Stiamo riempiendo di cavi le nostre città, le stiamo “cablando”, stiamo portando la rete ovunque perché si ritiene strategico l’essere connessi sempre. Connessi a una rete d’informazione libera ma che non è per nulla attendibile.
Abbiamo reso i consumatori più attenti e “consapevoli” e quindi più accaniti e affamati di informazioni. Informazioni utili per chi? Per chi quei prodotti li vende.
Vendiamo storie, vendiamo emozioni, non vendiamo nulla e alle porte d’Europa bussano i barbari con i loro prodotti OGM o costruiti da manodopera schiavizzata.
Idraulici e muratori sono in via d’estinzione, eppure sono categorie che insieme ai medici ( la nostra popolazione invecchia e s’indebolisce) nei prossimi 50 anni hanno l’opportunità di guadagnare un sacco di soldi.
Ci stiamo rintanando nelle città, in questi abissi d’acciaio e abbiamo perso l’abitudine di guardare in alto, d’immaginare, volare, costruire.
Abbiamo paura della “robotica” in un rigurgito di neo-luddismo perché i robot andrebbero a togliere tesserati ai sindacati e non pensiamo invece che mancano gli idraulici e i muratori e che si può fare business anche in campagna coltivando la terra perché dobbiamo avere i figli laureati alle università dove non t’insegnano nulla e quando esci con la laurea in mano sei solo una vittima di un sistema che ti sfrutta per mantenere i privilegi dei pensionati baby col sistema retributivo.
L’Umanità non si evolve gradatamente ma solo a spinte nervose date dall’estrema necessità. Il regime democratico ha semplicemente parcellizzato il potere sostituendo le parole vassallo, valvassino e valvassore con deputato, governatore e sindaco. Solo che a governare non è più un re ma il POPOLO ovvero NESSUNO.
Ho pensato a questo tornando a casa dall’ufficio. Ora mi vado a mangiare una cosa sperando che l’Umanità non si estingua, immaginando lo spazio, la bellezza, il futuro libero da tutta questa angoscia.

Tratto da una esternazione fesbucchiana di Alessandro Monaco

https://www.facebook.com/alessandro.monaco?fref=ts

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Un commento

  1. Alessandro Ernesto Monaco

    Grazie. Sono contento del risalto che avete deciso di dare al mio pensiero.
    A. Monaco

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