Il comune di Modugno
è diventato proprietario dello stabilimento per favorire la riassunzione di 200 dipendenti
Firmati dal notaio i contratti per il passaggio dello stabilimento da Kion/Om al comune di Modugno e da questi in affitto alla TUA Autoworks, che si occuperà della riconversione.
Le sottoscrizioni a Bari dal notaio F. P. Petrera giunte dopo l’intesa della mattinata con la quale sono state accolte tutte le richieste del Comune di Modugno a garanzia delle riassunzioni.
Il Sindaco Magrone: “Per noi Comune di Modugno era necessario legare tutta l’operazione alla riassunzione dei circa 200 ex dipendenti OM. Quello di oggi dunque è un successo per i lavoratori. Un risultato a cui abbiamo puntato sin dal 2013 e che abbiamo dovuto ottenere anche con una certa dose di fermezza manifestata più volte lungo tutto questo faticoso percorso. Fermezza sul principio che la priorità erano e sono i lavoratori ex Om. Si tratta per di più di un risultato ottenuto perseguendo una via inedita, lo schema di acquisizione al Comune e cessione gratuita al soggetto che avesse voluto rilevare il sito per riavviare un’attività produttiva, schema che avevo proposto sin dal 2013. Un’operazione storica che può fungere da modello nell’economia e nelle politiche industriali di aree come la nostra e rivitalizzare il ruolo degli enti locali. A dimostrazione delle possibilità di riflessione e di proposta che le autonomie locali debbono recuperare in un momento nel quale esse vengono costrette al penoso ruolo di esattori. In questa vicenda infatti il Comune di Modugno è stato protagonista, insieme con tutti gli altri, per la capacità e l’impegno profusi per la soluzione di una grave situazione di crisi”.
In una vertenza durata cinque lunghi anni, si è finalmente perfezionato lo schema che Magrone aveva proposto sin dall’estate 2013 per la soluzione della vertenza Om, in momenti di altissima tensione per gli operai, e che da tre anni egli ha sempre chiesto di introdurre come condizione per la fondamentale e attiva partecipazione del Comune di Modugno all’accordo: il Comune di Modugno acquisisce gratuitamente lo stabilimento di proprietà Kion-Om per metterlo nella disponibilità dell’azienda individuata dal Ministero per lo Sviluppo Economico e dalla Regione Puglia (la società Tua Autoworks) in modo che si possa realizzare la riconversione industriale.
L’appuntamento del 9 settembre nello studio del Notaio Petrera, in via Piccinni 195 è stato infine rispettato dopo il rinvio che era stato chiesto ieri sera dal Comune di Modugno perché nel contratto non figurava il rispetto degli obblighi da parte di Tua Autoworks dell’assunzione di tutti i dipendenti ex Om. Nella mattinata di oggi infatti l’amministrazione Magrone ha ottenuto le garanzie che chiedeva per la riassunzione di tutti i lavoratori. Nel contratto di locazione per il passaggio dello stabilimento dal Comune di Modugno all’investitore Tua Autoworks è stata infatti inserita la clausola – fino a ieri assente – che il Sindaco di Modugno chiedeva per il mantenimento dei livelli occupazionali. “Il rispetto degli obblighi assunzionali da parte di Tua Autoworks – recita la clausola chiesta dal Comune di Modugno e accolta dalle altre parti contraenti – costituirà per il Comune di Modugno condizione indispensabile per poter procedere al trasferimento del compendio immobiliare”. In definitiva, l’amministrazione modugnese ha chiesto e ottenuto che il contratto contenesse impegni specifici e vincolanti per Tua Autoworks a rispettare gli obblighi assunzionali.
Con questa integrazione e alcune altre modifiche richieste dal comune di Modugno e apportate, sono state sanate le incongruenze che la giunta modugnese aveva rilevato nelle bozze di contratto rispetto alle finalità di ricollocazione al lavoro dei 200 dipendenti (OM e Kuehne Nagel), finalità sancite nel Protocollo d’intesa approvato dal Consiglio Comunale di Modugno lo scorso 27 Maggio.
Ha avuto successo dunque la linea difesa a spada tratta da Magrone che occorra in primo luogo tutelare i lavoratori e la possibilità che tornino al loro posto di lavoro. Su proposta di Magrone stesso, si stabilisce che Tua Autoworks otterrà la locazione in modo da poter adempiere alle condizioni poste da Invitalia per gli stanziamenti pubblici. “Noi, Comune di Modugno – sottolinea Magrone – abbiamo difeso con i denti la priorità che ai lavoratori si garantisca il loro posto di lavoro. Noi siamo un ente pubblico, non facciamo trattative nell’interesse di anonimi: per cedere lo stabilimento ex Om dovevamo raggiungere la certezza che il nostro fine pubblico fosse garantito da un impegno assistito da Invitalia affinché si tutelasse il nostro unico interesse che è quello di far riprendere il lavoro ai 200 ex dipendenti di Om. Questo è il nostro unico obiettivo. Speriamo che il progetto complessivo abbia il futuro di successo che lavoratori di eccellenza come quelli dell’ex Om Carrelli Elevatori si meritano”.
Nel pomeriggio di oggi, dal notaio Petrera, a Bari, si è firmato in primo luogo il contratto col quale il Gruppo Kion ha ceduto lo stabilimento ex Om al Comune di Modugno, che ne è diventato proprietario. Immediatamente dopo è stato firmato il contratto di locazione col quale l’amministrazione comunale affitta lo stesso stabilimento, per la riconversione industriale, alla società Tua Autoworks (interamente controllata dalla società statunitense di gestione fondi Lcv Capital Management). La cessione definitiva dello stabilimento da parte del Comune di Modugno avverrà solo e soltanto allorché la Tua Autoworks avrà completato il progetto di riconversione con la ricollocazione al lavoro dei circa 200 ex dipendenti OM.
L’operazione conclusa oggi affonda le sue radici nella proposta che fu fatta in uno degli incontri tenuti alla fine di luglio del 2013, in un periodo di massima tensione tra operai e Gruppo Kion. Magrone, durante una riunione alla Regione Puglia colse al volo l’occasione data da una frase del manager Kion Michele De Vietro e propose: “Se il gruppo tedesco Kion è disponibile a cedere lo stabilimento pugliese di Om Carrelli Elevatori a titolo gratuito, come ha detto oggi il suo manager nella riunione della task force regionale, ceda la fabbrica al Comune di Modugno che favorirebbe subito una cooperazione di lavoratori per far ripartire la produzione e praticare scenari diversi, come già va accadendo altrove, con la buona volontà di tutti e spesso con successo”. La proposta ristabilì una tregua nelle ostilità tra dipendenti e azienda. Tuttavia, per 18 mesi Regione Puglia e ministero dell’economia continuarono a tener dietro alle promesse di Kion sul fatto che avrebbe trovato un’impresa pronta a intervenire nella reindustrializzazione.
Da luglio a dicembre 2013 gli operai continuarono a presidiare lo stabilimento, anche con le loro famiglie. Persino Ferragosto lo trascorsero dinanzi ai cancelli: con mogli e bambini, e con Nicola Magrone che portò loro la propria solidarietà.
Nel giugno 2014, Magrone propose all’assessore regionale al lavoro una ipotesi di reindustrializzazione che aveva messo a punto con la sua giunta, con sopralluoghi e con ripetuti contatti con una azienda pugliese di rilevanza internazionale e lanciatissima sul mercato nonostante i tempi di crisi. Tuttavia, anche in quella circostanza prevalse lo ‘scouting’ di Kion: si scelse un’azienda piemontese, la Metec, satellite Fiat, che promise di riassumere tutti gli operai e di presentare per settembre 2014 un piano industriale. A dicembre 2014 Metec è tra le imprese interessate a rilevare l’ex Fiat di Termini Imerese e scompare dall’orizzonte OM.
Dopo alcune altre riunioni routinarie al ministero dell’Economia, finalmente nel marzo 2015 – per non perdere almeno l’opportunità di acquisire gratuitamente lo stabilimento – viene firmato un Protocollo d’intesa da Regione Puglia, Città Metropolitana, Comune di Bari, Comune di Modugno, consorzio ASI e società Still/Kion Group. Non significa la soluzione per i lavoratori di OM, ma significa che finalmente ha prevalso l’ipotesi di favorire la reindustrializzazione trasferendo la proprietà al Comune di Modugno e successivamente all’azienda che sarebbe stata disposta a reindustrializzare. Con questo atto si compiva, dunque, il primo passo per rendere operativa la proposta lanciata da Magrone 18 mesi prima.
Nella primavera 2015, Invitalia, ministero dell’economia, Regione Puglia valutarono varie proposte di reindustrializzazione. Nel giugno-luglio 2015 il ministero, con la Regione Puglia, scelse come progetto ‘vincente’ per la riconversione industriale il progetto di TUA Autoworks (società costituita dal fondo finanziario statunitense LCV Capital Management), progetto che prevedeva la nascita di un polo per la produzione e commercializzazione di veicoli innovativi a Modugno (stabilimento ex Om) e a Gioia Tauro (stabilimento ex Isotta Fraschini), cominciando col riassorbire i 194 dipendenti ex Om Carrelli a Modugno (oggi in mobilità), e di attingere ai lavoratori in cassa integrazione e mobilità in Calabria, con l’obiettivo, a fine piano, di portare il numero complessivo degli occupati a 1.000 unità tra Puglia e Calabria. Su questo progetto, a luglio 2015, fu firmato un accordo preliminare.
Sullo stesso progetto, il 7 ottobre 2015 al MISE un Protocollo d’intesa venne firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico, da Invitalia e da tutti gli attori locali e nazionali coinvolti nel progetto: Regione Puglia, Regione Calabria, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, il Consorzio Asi di Bari, la Città Metropolitana di Bari, Tua AutoworksSpA e Comune di Modugno. Per quest’ultimo, venne firmato anche il contratto preliminare contenente la ‘triangolazione’ chiesta dall’amministrazione Magrone: il compendio immobiliare da reindustrializzare sarebbe passato gratuitamente da Kion al Comune di Modugno, e da questi a Tua Autoworks Puglia, altrettanto gratuitamente.
Col Protocollo d’intesa del 7 ottobre 2015, il Ministero dello Sviluppo Economico si impegnava a sostenere il finanziamento dei progetti, attraverso lo strumento del Contratto di Sviluppo gestito da Invitalia, per un ammontare di oltre 54 milioni. La Regione Puglia e la Regione Calabria avrebbero contribuito con ulteriori 10 milioni la prima e 5,9 milioni la seconda, anche a sostegno di piani di formazione per la specializzazione della manodopera locale. Scadenza per il termine delle varie operazioni era il 31 dicembre 2015, ma in extremis fu decisa una proroga di tre mesi. Entro il 31 marzo, dunque, l’azienda del gruppo Kion avrebbe dovuto cedere la proprietà dello stabilimento al comune di Modugno. Il Comune, a sua volta, l’avrebbe dovuta cedere – “contestualmente”, alla Tua Autoworks, a condizione che Tua Autoworks – controllata dall’americana Lcv Capital Management – avesse intascato i finanziamenti previsti dagli accordi di Roma, di cui oltre 54 mln di euro erogati dal Mise attraverso l’agenzia Invitalia.
Per questo, in vista della scadenza del 31 marzo 2016, il sindaco Magrone scrisse al ministero, a Invitalia, alle organizzazioni sindacali, al Consorzio Asi, alla Città Metropolitana, alla Regione Puglia per il rispetto degli adempimenti. Ma i protagonisti della vicenda (Invitalia e Tua Autoworks) non sono ancora pronti. In questo contesto, il 31 marzo Kion scrive al sindaco di Modugno: “Decorso inutilmente il termine del 31 marzo, il contratto preliminare di cessione s’intenderà definitivamente risolto”. Una pietra tombale sulla vicenda.
Per la gravità della situazione, Magrone, appena ricevuta la lettera di Kion, tenta una soluzione in extremis sollecitando ancora una volta tutti gli attori della questione ad un intervento immediato: “[…] sollecito gli Enti indirizzo ad una tempestiva conclusione del procedimento medesimo [il passaggio dello stabilimento], ribadendo la più ampia disponibilità di questa amministrazione alla sottoscrizione definitiva dell’impegno […]. Ciò, attesa la scadenza a giugno 2016 del regime di mobilità che interessa i lavoratori ex dipendenti Om Carrelli”. Nessuna risposta a questa sollecitazione.
Il 5 aprile il ministero convoca per il 21 aprile una nuova riunione a Roma sulla vertenza.
Le condizioni dell’accordo sono nuovamente cambiate giacché è cambiato il progetto di Tua Autoworks che non investirà più in Calabria, ma solo in Puglia e giacché sono cambiate le condizioni di Invitalia per erogare fondi pubblici per favorire l’investimento. Cambiano dunque allora anche le condizioni del Comune di Modugno per favorire l’accordo: “Se non c’è un finanziamento finalizzato alla riassunzione dei 200 lavoratori – sottolinea Magrone in quella circostanza – noi lo stabilimento non lo cediamo. Non possiamo cederlo perché siamo un ente pubblico: quando lo cederemo lo faremo per motivi di utilità sociale. Se invece facessimo quel che oggi ci viene chiesto, regaleremmo un immobile di valore a un privato, TUA, affinché questo privato riesca a garantirsi un finanziamento senza che a noi, ente pubblico, resti alcuna certezza sul fatto che il progetto vada in porto. Per noi, ripeto, questa cosa non funziona, perché, con la cessione dell’immobile, Invitalia si garantisce il finanziamento, ma noi, ente pubblico, finisce che regaliamo un immobile a Tua”. Si raggiunge ancora una volta un accordo e un nuovo Protocollo, che viene approvato il 27 maggio dal Consiglio comunale di Modugno.
Il 29 giugno tra Regione Puglia e organizzazioni sindacali si firma l’accordo per l’intervento di sostegno al reddito per gli ex dipendenti OM, per i quali il 30 giugno è cessata la mobilità. La concessione degli ammortizzatori in deroga serve a traghettare i lavoratori attraverso le diverse fasi del progetto di reindustrializzazione del sito ex Om Carrelli, garantendo loro un reddito.
Oggi, venerdì 9 settembre, finalmente la firma dei contratti di acquisizione e di locazione dello stabilimento. L’auspicio è che si avvii ora, rapidamente, una nuova fase che dovrebbe portare a chiudere positivamente una vicenda dolorosa e lunga per circa 200 famiglie.
COMUNICATO SEGRETERIA SINDACO MAGRONE