‘To be or not to be Chaplin’ è il titolo del monologo presentato al pubblico del teatro G.Fava di Modugno nell’unica serata di sabato 27 febbraio, ma che ha fatto il giro di altre città prima e continuerà ancora.
Un assolo teatrale che ha coinvolto, conquistato; grazie alla lodevole interpretazione di Giuseppe Rascio, attore poliedrico il quale ha saputo trasmettere, in maniera semplice, comunicativa e d’effetto, la crisi esistenziale dell’essere umano. Persona o personaggio? Realtà o fantasma? L’elevazione verticale dell’attore ha determinato un crescendo di interesse e curiosità da parte del pubblico, in una cornice scenica seppur scarna ed essenziale, pertanto, il non potersi appoggiare ad una scenografia arricchita o ad altri personaggi che ne facessero da spalla, egli ha saputo lanciare e quindi lasciare il suo messaggio, intriso di paure umane e di speranze nel contempo, prendendo come punto di riferimento il grande Charlie Chaplin, più conosciuto al mondo come Charlot.
La ricerca che continua anche dopo la vita, è un pensiero che attanaglia chiunque, che sia famoso o no, ma a quest’ultimo forse di più, poiché è apparso al mondo come un personaggio più che una persona e il suo ‘io’ reclama dentro di sé di esserlo, invece. A quel ‘non essere’ di Shakespeare, tanto odiato in molti casi, capace di portare l’essere umano alle crisi interiori più profonde, in tanti casi , anche a togliersi la vita, deve essere alleggerito dalla presa di coscienza della realtà, senza costrutti mentali o cornici astratte, ma con la semplicità dell’accettazione pura e semplice: ciò che Rascio-Chaplin riesce a comunicare con maestria.
Charles Spencer Chaplin ha fatto tutto ciò che la scena gli ha chiesto di fare, ha mostrato un immagine di sé che non è quella di Mr Chaplin, ma di Charlot in particolare. Il rapporto con la madre, con le donne della sua vita, con la giovinezza e la vecchiezza, con la fama, portano Chaplin-l’uomo a prendere coscienza di sé, soprattutto quando le luci dei riflettori si spengono e ognuno fa i conti con se stesso.
Dal testo di Francesco Nikzard, con la regia di Roberto Galano e grazie alla splendida interpretazione di Giuseppe Rascio, la Compagnia ‘Il Teatro dei Limoni e Solisti Dauni’, impegnata nel formare, valorizzare figure artistiche e professionali, produzioni teatrali e cinematografiche, sa regalare circa un’ora di full immersion nel viaggio in se stessi, adottando a tema un personaggio famoso, ma che alla fine non prende il sopravvento sull’‘essential man’, ma rimane solo un un filo conduttore. Grazie alle sue dolci e armoniche movenze l’attore utilizza la mimica e la fisionomica che accompagnano il trasformismo verbale e cioè quando Chaplin imita la voce della fidanzata, della moglie, della madre.
Autore, attore, regista, insegnante di teatro, Giuseppe Rascio ha un curriculum a tutto tondo, che va dalla mimica facciale al movimento del corpo, alle tecniche attoriali e all’uso teatrale della voce, al teatro greco, al canto.
Il problema dell’essere
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