Ancora oggi, la testimonianza di aggressioni sociali, la violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, gli odi etnici, ci fanno rimeditare sul senso vero di quei diritti pure affermati e propagandati con tanta solennità.[…] E dunque, è necessario che si superino i pregiudizi: amiamo la vita, la speranza, la pace, la fratellanza, il rispetto, la pietà. Io mi sono misurata con questi valori assoluti pagando il prezzo della mia stessa identità. Dopo essere stata costretta a confrontarmi, a ricercarmi, dopo essermi persa e ritrovata, dopo tanto attendere, forse sono riuscita a vedere la mia vita, la mia luce. Ho compreso che la morte stessa non è forse piú importante dei frutti d’amore che essa produce: i frutti della conoscenza, di coscienze avvertite, presenti, impegnate nella costruzione e nella difesa di una società aperta all’amore, alla giustizia, all’uguaglianza” (dalla premessa al libro Codice breve del razzismo fascista, di Nicola Magrone – 2004)
Per un Giorno della memoria non semplicemente rituale, la Fondazione onlus Popoli&Costituzioni promuove a Modugno una riflessione sulle Leggi razziali del fascismo, tutte raccolte in un volume di Nicola Magrone (Codice breve del razzismo fascista): un complesso, pignolo e accanito sistema di norme che nel 1938 porta la difesa della razza praticamente ovunque, in Italia.
Nicola Magrone ne parla a Modugno con i cittadini, il 30 gennaio, ore 19.00, Sala via Alcide De Gasperi n.35 (ex Cantinone, nelle vicinanze della Scuola De Amicis)
“Le ‘leggi razziali’ del fascismo – dice Magrone nella Premessa al libro – hanno goduto di un ‘trattamento’ particolarmente benevolo: quello che si dà a una cosa straordinariamente eccezionale, anomala, imprevedibile, imprevista, e nemmeno voluta. Detto questo, il caso sarebbe chiuso. E dunque, non conterebbe nulla tutto il resto, una mostruosità potendoci toccare in sorte sotto tutti i regimi e ad ogni latitudine; un mostro è un mostro. […] Da questo punto di vista, si spiega perché appaiono sempre più ‘fuori gioco e fuori tempo’ quanti, oggi, si ostinano a dislocare sentinelle a difesa della nostra Carta costituzionale: della quale – sembra di capire – si pensa che non sia uno strumento capace di impedire l’imprevisto se non fatale ripiegarsi della società nel desiderio di comandi semplificati. Tanto vale – sembra di capire che si pensi sempre più diffusamente – esorcizzare il pericoloso ripetersi della storia attrezzandoci a ‘riviverlo’ amichevolmente e a ‘governarlo’ per finirne governati. Joseph Roth ha detto questa preoccupazione, che sta tra le ragioni di questo libro, così:. ‘E’ inimmaginabile quante ingiurie in una volta sola può sopportare un essere umano che è già stato oltraggiato’”.