Molto Professionale (2° episodio)

In questo seguito di “Molto professionale (1° episodio)”, Valentino Di Persio narra di queigesti e di quelle parole casualmente mosse dalla volontà che innescano inopinatamente il “Carpe Diem” rievocando quei nascosti e taciuti pensieri che, senza il giusto risalto, si sarebbero persi tra i ricordi di ieri. Così quel viaggio che sembrava essere arrivato a destinazione, non ha fatto altro che aprire agli occhi un nuovo orizzonte e, mentre i piedi restano ben saldi a terra, la mente riprende a volare …verso la notte.

«Alcune strade portano più ad un destino che a una destinazione.» (Jules Verne)

Buona Lettura!
Marica Caramia

 

Verso la notte
di Valentino Di Persio

No, non poteva finire così miseramente al controllo passaporti dell’Aeroporto Henri Coanda di Bucarest. Non poteva finire nel naufragio della sua apparente indifferenza all’incrociarsi dei nostri sguardi. Sarebbe stata come una storia troncata sul più bello, una favola spezzata a metà. Come se il lupo quel giorno non avesse avuto fame. Come se il cacciatore quel giorno se ne fosse andato a pescar trote al laghetto artificiale, anziché brancolare, quatto quatto, nei paraggi della casetta dell’indifesa nonnina di Cappuccetto Rosso, con il colpo in canna, pronto a far fuoco sulla vittima designata ovvero il povero e sempre affamato lupo cattivo.
Certe situazioni non si creano così, senza una ragione. Tutto ciò che ci accade non è mai fine a se stesso ma cela sempre una opportunità che, il più delle volte, finisce nel nulla per negligenza, per sfortuna, per non averne saputo cogliere il segnale o saputo valutarne la portata.
Nel mio caso, invece, credo sia intervenuta la casualità, la fatalità o entrambe. Fatto sta che scendendo dallo Shuttle al Terminal di Pla?a Romana al centro di Bucarest, la mia bella Hostess dagli occhi di pece me la sono ritrovata di fronte appena scesa, anche lei, da un Minibus bianco della compagnia aerea.
Siamo scoppiati a ridere ritrovandoci faccia a faccia.
-Riuscirò mai a liberarmi di lei?- ha esclamato allargando le braccia, sorpresa e divertita nel contempo.
-Ed io riuscirò più a fare a meno di lei?– risata all’unisono.
Intanto, le sue amiche la stavano salutando con la mano, allontanandosi. Lei, impacciata, avrebbe voluto raggiungerle ma la stavo già trattenendo per un braccio. -Beven ceva impreuna!- espressione incerta per dire “Beviamo qualcosa insieme!“. Mi ha guardato sorpresa, forse per la pronuncia storpiata del rumeno o per la gran faccia tosta, fatto sta che s’è fermata.
-Ok, ma solo per un caffè, devo andare via presto.-
-Mi basterebbe solo il tempo d’un battito di ali. Solo il tempo per conoscere il tuo nome e dirti il mio!- rispondo, soddisfatto.
Mi sorride arrossendo mentre con le dita ravvia una ciocca di capelli dietro l’orecchio abbassando lo sguardo. -Diana, mi chiamo Diana.- mi sussurra, allungando la mano. -Francesco!- le farfuglio a mia volta, affrettandomi a serrarle la sua mano tremante nella mia.
Trascinando i nostri rispettivi trolley ci avviamo verso il bar “Espresso Italiano”, di fronte al Terminal. Ci sediamo a un tavolino rotondo in fondo al locale.
L’inserviente, una ragazza ben curata nell’aspetto, con grembiule marrone e bustina in testa con il logo d’una nota marca di caffè, ci consegna subito i coloratissimi dépliant delle vivande. Diana ordina Cappuccino con crostatina di mele, io spremuta di arance.
-Ed eccoci qui!- esclamo guardandola dritta in viso a volerne decifrare le emozioni del momento. Ma nulla, nessuna scintilla vagante nei suoi occhi, niente restava della sua vivacità rimarcata sull’aereo. Sarà, penso, a causa della stanchezza, del rilassamento dopo lo stress da lavoro. Prima d’intavolare qualsiasi discorso, Diana, guardandomi a sua volta fissa negli occhi, mi premette che per lei è inusuale intrattenersi con i viaggiatori e che nel mio caso rientra nell’assoluta eccezionalità. -Non posso che esserne lusingato!- le rispondo compiaciuto.
Passando al tu le chiedo: -Come mai questa volta hai deciso di venire meno ai tuoi principi e derogare alla deontologia professionale?-
-Francamente mi ha incuriosito il tuo atteggiamento sin da quando sei salito sull’aereo. M’intrigava quella tua sicurezza, quel tuo modo di guardarmi e l’approccio spontaneo che c’è stato subito tra noi. Comunque quello che m’incuriosiva di più era l’intensità, la frenesia che mettevi nello scrivere su quella specie di block-notes che ti porti dietro e se ben ricordo non ero la sola ad esserne incuriosita!- alludendo alla ragazza che era seduta vicino all’oblò nella fila accanto.
Alla sua arguta ed inaspettata osservazione, rispondo sorpreso -Ma sai, io scrivo sempre quando posso, figurati se mi sarei lasciato sfuggire un’occasione ghiotta come quella di vedere una bella creatura sgambettare con classe avanti ed indietro lungo il corridoio d’un aereo.-
-E cosa avrai mai potuto scrivere su quella bella creatura, come l’hai chiamata tu, proprio mentre faceva il suo lavoro?-
-Sono rimasto affascinato dall’eleganza, dai modi gentili, dalla sicurezza, dalla professionalità, dalla scia di gradevole profumo che lasciava e anche dal suo bel parlare la mia lingua. Ho avuto l’istinto irrefrenabile di scrivere di te, mi sei sembrata speciale, eletta, pulita, onesta, fiera di svolgere il tuo lavoro. Nel tuo sguardo vedevo, lo vedo ancora, trasparire uno spirito soave come ha scritto il Sommo Poeta. Conosci Dante Alighieri?-
-No. Ma se t’ispiri a lui vuol dire che è un tipo molto romantico.-
-Lo era, cavolo se lo era! E’ stato lui molti secoli or sono ad elevare la donna ad una dimensione angelica come tramite di Dio tra il cielo e la terra.-
-Stupendo!-
esclama, incrociando il suo sguardo col mio.
-Ti piace la musica?- le chiedo improvvisamente notando sulla vetrina la locandina di “The Rock“, una Tribute Band della nota formazione australiana “AC/DC”.
-Si Molto, perché?-
Indicando il poster. -Questa sera suonano all’Hard Rock Cafè. Se non hai altri impegni e ti piace quel genere musicale potremmo andarci insieme.-
Breve riflessione -Beh in effetti, non ho impegni irrinunciabili e, francamente, assistere ad un concerto rock sarebbe un diversivo e mi farebbe ovviare alla rituale e spesso noiosa rimpatriata con le solite amiche.-
Finiamo di consumare parlando dei nostri gusti musicali, simili e compatibili. Nel frattempo aveva tirato delicatamente dalla sua parte il mio ormai famoso block-notes per annotarvi telefono ed indirizzo.
-Sarò pronta per le 20.30, però tu chiamami prima.-

Valentino Di Persio

(Il terzo ed ultimo episodio seguirà la prossima settimana.)

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