Al loro rispettivo arrivo alla Sala Palatului di Bucarest nel pomerggio del 5 novembre, AlBano & Romina erano attesi da un nutrito gruppo di irriducibili fans “Globe Trotters” entusiasti. Molti di loro, arrivati prevalentemente dall’Italia, continentale e peninsulare, erano riusciti a raggiungere addirittura la zona camerini, superando, con diversi escamotages e con l’aiuto di un complice interno, il rigi
do controllo del servizio di sicurezza.La Band, capeggiata dal Maestro Alterisio Paoletti aveva da tempo completato il ripasso delle partiture strumentali, del coro e dei brani di Yari, diventato ormai una costante all’interno del gruppo. I due tecnici, Francesco Spadaccino e Alessandro Vanara, avevano già messo a punto le apparecchiature con pignoleria professionale. Tutto era quindi pronto per le prove generali. AlBano e Romina sono saliti sul palco verso le 16.30. Nell’aria aleggiava la tipica concitazione che precede i grandi eventi, tensione che man mano è andata dissolvendosi lasciando il posto all’entusiasmo e al sorriso.
Alle 19.00 la zona attorno al Teatro era paralizzata dal traffico. Un migliaio di persone si era già radunato davanti agli ingressi ancora chiusi. Sulle loro teste aleggiavano riflessi cristallini di aloni brumosi multicolori per effetto del contrasto atmosferico dell’aria umida e fredda con il calore umano. Alle 20.30 la grande Sala Palatului (Sala del Palazzo), 6.000 posti a sedere, era gremita anche di spettatori in piedi lungo i corridoi laterali. Suggestivo il brusio delle voci sommerse del pubblico con musica di sottofondo e immagini sullo schermo gigante montato in alto sul grande palco, ancora in penombra.
Frenetico il via vai dietro le quinte mentre nell’oscurità gli artisti prendono silenziosamente il loro posto. Le note dell’ouverture di “Nel Sole” irrompono gradualmente nel mesto silenzio. Il pubblico esplode in un fragoroso applauso al primo acuto di AlBano che attacca direttamente dal ritornello “quando il sole tornerà e nel sole io verrò da te”. Sullo schermo risplendono le tre coriste, elegantissime nei loro colorati abiti lunghi.
A seguire “Mattino”, “E’ la mia vita”, “13 storia d’oggi” prima che AlBano annunci, con una punta di emozione, l’ingresso di Romina sulla scena. La sala s’è rivestita improvvisamente dei fiori sventolati dai fans nel tripudio generale della standing ovation.
“U.S. America”, “Message” e una struggente “Poesia” costituiscono la performance individuale di Romina che a sua volta introduce sul palco il figlio Yari. Insieme eseguono la loro piacevole “Tears are not pearls”.
A Yari Carrisi Power va riconosciuta una notevole maturità artistica rispetto alla prestazione del decorso mese di maggio sullo stesso palco. Ha mostrato una padronanza della scena inaspettata, molto gradita dal pubblico. Bellissima la sua “Dollars”, un raggae trascinante, a seguire “Shine on you crazy diamond” dei Pink Floyd e “Don’t let me down” dei Beatles, per concludere insieme al padre AlBano con “Mieru la la”, del folklore pugliese.
Ed eccola infine, ricostituita artisticamente per l’ennesima volta, la coppia più amata di tutti i tempi, AlBano Carrisi & Romina Power. Eseguono insieme, uno dopo l’altro i loro brani storici “Ci Sarà”, “Sempre Sempre”, “Nostalgia Canaglia” fino a “We’ll Live it All Again”, che per l’immaginario collettivo dei fans, sparsi ovunque nel mondo, rappresenta il loro testamento, la loro promessa d’amore per l’eterno.
La tensione diventa palpabile, quando AlBano arrivato alla strofa Solitudine in due e cent’anni son pochi se vivessi di nuovo… si è interrotto improvvisamente, lasciando il pubblico arrostire sui carboni ardenti, ripentendo più volte “e se vivessi di nuovo?” in forma interrogativa. Suspense mentre dalla platea sale, sempre più forte, l’incalzante incitamento del pubblico. Albano tira un forte respiro prima di dar fondo a tutta la sua potenza vocale in un memorabile “Io te sempre risceglierei”. Il pubblico, applaude, acclama ma non sembra ancora del tutto soddisfatto. Nell’aria aleggia qualcosa di incompiuto, l’attesa di un miracolo, di una dichiarazione, di una confessione congiunta dei loro beniamini. Insomma, l’esecuzione in diretta della promessa testamentaria di “We’ll live it all again – Insieme lo rivivremo”, l’ammissione che nulla era cambiato, che tutto era come prima, che era stato solo un brutto sogno, un incubo ormai svanito, sopraffatto dal sole che continua a splendere ed illuminare il loro cammino. Ahimè! Le speranze dei fautori del ritorno insieme della coppia anche nella vita, sono restate per l’ennesima volta disattese. Niente di nuovo, i sogni continuano a fare il loro dovere, avverandosi molto raramente, mentre i miracoli possono accadere ma solo se si desiderano fortemente e per intercessione divina. “Time will tell” cantava Bob Marley.
Una serata indimenticabile sia sotto il profilo artistico che dal lato emozionale. Memorabile il siparietto voluto da AlBano nel mezzo dello spettacolo. Dopo aver fatto portare sulla scena sedie e tavolini, ha invitato un congruo numero di spettatori a salire sul palco e a sedersi attorno i tavolinetti imbanditi all’italiana maniera. Presenti anche la madre Donna Jolanda e la bellissima Cristel Carrisi. Ha offerto del buon “Don Carmelo” rosso, mentre cantava alcune perle della musica italiana, “Santa Lucia”, “Amara terra mia”, “O sole Mio”. Romina, da parte sua, replicava con “Power to the people” e “All you need is love”. Ad un certo punto le note di un motivo classicheggiante hanno iniziato a diffondersi nell’aria in cescendo. Una melodia da sogno, mai sentita prima, inaspettata. Una sorta di notturno chopiniano. Silenzio assoluto, respiro sospeso, rapimento collettivo finché dal pubblico non si è levata
un’esplosione di gioia improvvisa. Avevano riconosciuto l’Inno Nazionale Rumeno, magistralmente riadattato per l’occasione dal Maestro Alterisio Paoletti. Un ulteriore omaggio al suo pubblico, fortemente voluto da AlBano.
Nel finale, sulle note di “Felicità” Albano e Romina hanno presentato uno ad uno la magica Band, tutti in smagliante forma. Ognuno di loro, all’atto della presentazione, ha eseguito un assolo. Quindi le coriste Alessandra Puglisi, Elisabetta (Betty) Maineri, Luana Giorgia Heredia, per passare poi ad Adriano Martino alla chitarra (elettrica ed acustica), Maurizio dei Lazzaretti alla batteria, Giulio Boniello al Basso ed infine “the one man orchestra”, come ama definirlo AlBano, Alterisio Paoletti alle tastiere, scatenato, in gran forma. Il suo assolo ha lasciato tutti sbalorditi per effetto sonoro e talento esecutivo.
Dalla calca del sottopalco, affluivano incessantemente fiori per la coppia più amata. Ben presto il palco si è trasformato in un prato sfavillente di colori. Segnali tangibili di apprezzamento e d’amore d’un pubblico grato, soddisfatto e felice.