La verità sull’ex cinema Santa Lucia
“Fra 60 giorni avremo la verità sull’ex cinema teatro Santa Lucia”. E’ cosi che si conclude la lunga chiacchierata avuta con il progettista dei lavori Giovanni Zaccaro che si sta occupando personalmente della ristrutturazione comportante demolizione e ricostruzione dell’ex cinema teatro Santa Lucia a Modugno di proprietà del Cav. Nicola Di Lillo. Testimonianza dell’architettura dei primi del 900’, l’edificio è in stile Liberty. Il problema fondamentale, però, è lo stato di degrado in cui versa. Escrementi di topi, erbacce e rifiuti di ogni genere sono attorno all’immobile puntellato da eventuali crolli. E tutto intorno ci sono case e una strada, Via Santa Lucia. La questione fondamentale è sobbalzata solo in questi giorni. La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici infatti, con la determina dirigenziale n.862/2014 del 15 ottobre scorso, ha comunicato di aver “avviato il procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale del bene in oggetto. Qualsiasi intervento sull’immobile in questione dovrà ottenere la preventiva autorizzazione della Soprintendenza”. Procedimento sospeso, dunque. Ed una vicenda, questa, lunga quasi cinque anni. E che abbiamo tentato di ricostruire parlando con Zaccaro. E’ sconsolato perché “sembra ci si trovi al tavolo del gioco dell’oca nel quale, dopo tutti gli avanzamenti, si incorre nella casella “torna al punto di partenza”. Ed infatti sembra essere ritornata al punto di partenza tutta l’intera istruttoria che parte da un permesso a costruire del 2010. “Il problema del vincolo della Soprintendenza- ci dice Zaccaro- fu abbondantemente superato nel 2004 quando dimostrammo che il cinema non può essere catalogato come bene culturale secondo l’art.10 del “Codice dei Beni Culturali”. Questo perché non si possono apporre vincoli su immobili di privati. Successivamente, dopo numerosi solleciti, il Comune ci inviò un’istanza di diniego nell’ottobre del 2011 a cui ricorremmo al Tar Puglia. E anche in quella sede il Tar ci diede ragione e condannò il Comune di Modugno a risarcirci di 3000 euro di spese legali”. Tutto finito?. Macché. “Il Comune avviò un procedimento penale per presunta “mancanza di messa in sicurezza dell’edificio”. Siamo stati assolti e nella sentenza è emerso “un comportamento omissivo della Pubblica Amministrazione”. E arriviamo, dunque, ai giorni nostri. Amministrazione Magrone. “Devo dire che c’è stata una certa slealtà- ci dice Zaccaro-. Gli avevamo proposto diverse soluzioni tra cui la possibilità di acquisire l’immobile da parte del comune. Gli avevamo proposto anche il rifacimento dell’opera con un cinema da 240 posti. Ma nulla. Si era anche pensato di fare uno scambio alla pari in quanto Di Lillo vanta degli oneri di urbanizzazione di circa 400mila euro al quartiere cecilia. In cambio gli avremmo donato l’ex cinema teatro tal quale che costa all’incirca 450mila euro. Ma lui (Magrone ndr) tramava alle nostre spalle inviando il tutto alla Soprintendenza con un parere già superato.” E ora?. “Noi avevamo un progetto che prevedeva di riprodurre l’intero edificio facendoci delle residenze con “le facciate protette con intonaco in malta di calce. E’ previsto che gli infissi interni, ad esempio, siano di legno massello, della stessa tipologia e dimensione di quelli esistenti”. E a chi gli chiede della ristrutturazione senza l’abbattimento Zaccaro risponde con un secco “Impossibile!. Dalla relazione tecnica da me effettuata è emerso che l’immobile non è recuperabile. C’è il pericolo di gelivazione del tufo. Il tufo è un materiale che se prende acqua si ghiaccia in inverno e diventa come un castello di sabbia. Quell’immobile, ora come ora, può crollare da un momento all’altro. Ma la responsabilità non sarebbe nostra in quanto noi abbiamo fatto di tutto per porvi rimedio. E vi dirò di più. In una sola giornata avverrebbe la demolizione quindi non ci sarebbero problemi per i residenti. E voglio rassicurare tutti: se si dovessero fare delle abitazioni sarebbero con lo stesso stile esterno dell’ex cinema e ci sarebbero 2 soli piani cosi come nel progetto antico dell’immobile. Ora- conclude- aspettiamo il parere della Soprintendenza fra 60 giorni. Nel caso di esito positivo inizieremo i lavori. Altrimenti impugneremo la sentenza”.
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