La Modugno liberata
Passeggiando per le vie della città e conversando con la gente per strada, nei negozi, negli uffici o anche semplicemente osservando le persone che di solito sostano nei giardini pubblici si avverte un’aria diversa, un altro atteggiamento rispetto a qualche settimana fa. Sono rilassati, tranquilli, più solari. Il vociare allegro dei bambini ha un non so che di nuovo, come se fossero usciti da una lunga degenza e finalmente si può gridare, senza timore che qualcuno faccia cenno di abbassare il tono di voce perché nei paraggi c’è qualcuno che non gradisce lo schiamazzo dei pargoli. Sembra sia venuto meno quello strano timore reverenziale verso il cittadino Nicola Magrone che si avvertiva sempre e ovunque si andasse. Negli uffici comunali, fino all’altra settimana, tutti agivano circospetti; mentre prima del suo insediamento, qualche battuta scherzosa potevi pure scambiarla, tranquillamente, con un qualsiasi addetto comunale, durante la “governance” di Nicola Magrone questo non succedeva, assolutamente no. Se per caso incontravi qualcuno fuori dagli orari d’ufficio o piuttosto di domenica, ti salutavano di sfuggita, quasi a volerti evitare, cosa che in precedenza non era mai accaduta. In questi mesi se ne son dette e scritte di tutti i colori sul carattere arcigno e arcinoto del cittadino Nicola Magrone, spesso non a torto, altre volte, per convenienze di vario tipo, esagerando le doti negative del personaggio pubblico e sminuendone le qualità positive. Cosi va il mondo: se sei bello, ti tirano i san pietrini, se sei brutto ti arrivano i macigni. Una volta fatta la premessa si può parlare di un fenomeno che forse ai più è sfuggito ma, vuoi per una “deforma mentis” del lavoro che si fa, tenuti come si è a riportare i fatti cosi come sono e non per sentito dire, ad attenti osservatori del clima cittadino non sfuggono certe dinamiche comportamentali portate all’esasperazione nell’istituzione cittadina senza tener conto che i governati, cioè i cittadini, non sono cose ma persone. Con il governo Magrone, la legge è legge e va rispettata alla lettera, in molti casi non tenendo conto di quella famosa postilla riportata in molte leggi e regolamenti ovvero che bisogna agire come farebbe “un buon padre di famiglia”, nel cui nome si dice tanto ma si fa poco! Oggi la città, si sente liberata, assurdo dirlo e ancora di più scriverlo, ma è la verità. L’essere autorevole si differenzia di molto dall’essere autoritario: il primo condivide, il secondo impone. Senza libertà non c’è nulla. Sarà stato questo timore reverenziale che alleggiava intorno a lui a stancare psicologicamente i suoi stessi amici?
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