Comunicato deI Pd modugnese

Sfiduciata la presidente del Consiglio. Dimessa. Sfiduciato il vicesindaco. Dimesso? Il vicepresidente del consiglio comunale si dimette oggi per l’ingovernabilità dell’assise, dopo aver per giorni tentato di convincere il Sindaco a tenere il consiglio comunale che la stragrande maggioranza dei consiglieri ha chiesto nell’ultima seduta del 23 luglio. Per discutere della Città, per chiedere dello spostamento del mercato settimanale, per discutere di raccolta differenziata ed ecotassa, di bilancio e addizionale comunale Irpef schizzata alle stelle.

Ma lui, il Sindaco, fa orecchie da mercante: insiste ad addormentare tutto, insiste a rinviare tutto alla fine di agosto, insiste, insiste. Ma su che cosa insiste? Ha deciso che se ne andrà, a breve, e lo ha deciso in accordo pieno con certa stampa che, come nei regimi, fiancheggia indisturbata.

Ha deciso di lanciare la sua campagna di autunno: il martire della libertà, il santo dell’urbanistica legalitaria, il cane sciolto insofferente ai rituali e ai partiti se ne va contro il malaffare e il partito del mattone!

Forse nel paese dei balocchi a questa storiella ci credono. Nel paese normale, a Modugno, ce ne siamo accorti tutti: Nicola Magrone non ce la fa più, non ce l’ha mai fatta. Fare il Sindaco, per sua stessa ammissione non è il suo mestiere. Tra una gaffe e l’altra, tra una incompetenza e l’altra, con l’inconcludenza per compagna di viaggio e l’ipocrisia per consigliera ha deciso di passare la mano. Ma ha deciso a modo suo, come ha sempre fatto: BISOGNA PRIMA SCATENARE LA GUERRA SANTA, bisogna fare prigionieri, bisogna metterli alla gogna, bisogna scalare la montagnola dell’isolotto e issare la bandiera con l’elmetto in testa. Come gli ultimi giapponesi, Nicola Magrone e il suo clan hanno bisogno di sentirsi in guerra, per sapere che esistono. Troppo doloroso riconoscere che hanno fallito su tutti i fronti. Troppo doloroso o troppo onesto? Chissà, avanti il prossimo.

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