Una nota di Nicola Loiacono

Nicola Loiacono

Alcune considerazioni a margine di un editoriale di Pino Oro.
Non sono mai intervenuto finora nella polemica a mezzo stampa che per un anno ha animato i media modugnesi perché penso che la politica debba essere svolta nei luoghi deputati. Semmai i media possono essere luoghi di riflessione più ampia e partecipata su alcuni argomenti importanti per la città. Ma il livore, il linguaggio scurrile, l’aggressione continua che hanno caratterizzato i comunicati di quest’ultimo anno, sono molto lontani dal considerarsi una utile riflessione.

L’editoriale del direttore è, invece, una buona occasione per provare a ragionare sulla triste vicenda politica modugnese.

Il programma di lotta all’illegalità e di rispetto delle regole del Sindaco Magrone ha vinto le elezioni anche sulla spinta di una protesta contro la classe politica precedente. Per conto mio penso che quella protesta fosse meritata, non per questioni giudiziarie nel cui merito non voglio entrare, ma per un sistema di gestione del potere asfittico e autoreferenziale che ha caratterizzato i dodici anni precedenti. A quel programma anche il cosiddetto “gruppo dei dieci” ha aderito. Leggo oggi che il portavoce di questo gruppo, Massimo Angiulli, desidererebbe una nuova giunta e un nuovo programma. Dunque la questione è più generale, il tema del contendere non è più la vicenda urbanistica! Bene, i contorni si definiscono meglio e il dibattito può svolgersi con più chiarezza.

Angiulli sostiene di non aver mai condiviso il percorso politico del Sindaco, nonostante sia stato eletto proprio nella sua lista principale. Comunicarlo a mezzo stampa dopo un anno forse è tardivo, ma l’importante è che ora è ufficiale. Dunque il percorso politico di questa amministrazione è stato sbagliato fin dall’inizio. E’ lecito chiedere più precisione al gruppo dei dieci? Cosa, in particolare ma anche in generale, è stato sbagliato? E perché ora, a distanza di un anno, quando tutto il quadro appare ormai irrimediabilmente rotto, si fanno queste affermazioni? Perché non prima, quando si era in tempo per eventualmente correggere la rotta?

Ma ormai siamo qui. Nuovo programma, dunque. Sempre se è lecito, qual è questo nuovo programma su cui possiamo avviare una riflessione alla luce del sole? Forse è la famosa questione di metodo? Certo se il metodo consiste nell’impallinare un compagno di strada per il solo fatto di essere stato leale alla causa c’è da fare attenzione.

Mi rendo anche conto che un ragionamento sereno con l’altra parte del Consiglio Comunale è impedito dalle posizioni intransigenti di alcuni. E’ tutto normale, per carità! Non vorrei che la responsabilità dei mali della maggioranza ricada sull’opposizione. E’ evidente però che dalla città giunge un grido disperato contro un altro commissariamento: penso che bisognerebbe tenerne conto senza inutili arroccamenti formali. Che significa “prima dimissioni poi si parla”? Se c’è la necessità di parlare, facciamolo alla luce del sole, in Consiglio ma anche fuori, chiarendo i ruoli di ognuno senza infingimenti o tattiche preelettorali. O si vuole l’umiliazione dell’avversario? Non voglio credere che siano questi i sentimenti che animano quei Consiglieri.

Insomma io non so se tutto è perduto oppure no. La strada è certamente strettissima e io sono pessimista.

Nicola Loiacono

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