Dissidenti: 8 domande senza risposte

Pino Oro

Fino ad oggi, 13 Luglio, non si è avuto ancora modo di leggere o ascoltare risposte alle domande che i 10 consiglieri comunali “dissidenti” hanno posto a loro stessi

e che riportiamo qui di seguito:

Cittadini modugnesi
Riteniamo necessario chiarire la nostra posizione in merito alla “cosiddetta questione urbanistica”.
A nostro parere parlare e scrivere di urbanistica è mistificante in quanto si tratta prevalentemente di una “questione amministrativa”.
Con l’atto d’indirizzo che abbiamo presentato e approvato in consiglio comunale, il 20 giugno scorso ci siamo responsabilmente chiesti che cosa accadrebbe se le norme approvate dal “consiglio comunale del primo dicembre 1999” fossero revocate.
Nell’interesse della comunità ci siamo posti le seguenti domande:
1. cosa succederebbe alle imprese e artigiani che hanno cantieri in corso con progetti legittimamente approvati dal comune con le suddette norme ?
2. cosa succederebbe alle famiglie che hanno versato un anticipo per l’acquisto della loro casa regolarmente realizzate con le suddette norme ?
3. le banche continueranno ad erogare mutui per l’acquisto di immobili realizzati con le suddette normative ?
4. cosa succederebbe dal punto di vista amministrativo alle abitazioni già realizzate e regolarmente abitate, se le norme con le quali sono state edificate sono definite illegittime o nulle da qualcuno ?
5. cosa accadrebbe ai progetti approvati e pronti per il ritiro del permesso di costruire ?
6. quali saranno gli effetti sul bilancio comunale dei mancati introiti degli oneri di urbanizzazione ?
7. aumenteranno le tasse comunali ?
8. che fare del piano triennale delle opere pubbliche approvato unilateralmente dal sindaco e dalla giunta comunale, considerato che parte delle opere da realizzare saranno finanziate con gli oneri di urbanizzazione e costo di costruzione ?

L’elaborazione e successiva discussione per la condivisione delle risposte e la loro successiva pubblicazione necessitano, senza ombra di dubbio, di tutto il tempo finora intercorso dalla pubblicazione del comunicato. Quello che non appare chiaro però è perché i 10 consiglieri hanno scelto di non rimettere sul binario della linea Consiglio Comunale di Modugno – Giunta Regionale Pugliese “il treno deragliato” fin dal 1999. Allorquando nelle numerose riunioni di maggioranza sono state poste alla loro attenzione le uniche due alternative indicate dalla Regione per la soluzione del problema varianti/non varianti, quando cioè è stata messa in evidenza la necessità di scegliere fra la revoca di quella delibera e la richiesta del completamento del relativo iter burocratico, i dieci consiglieri hanno scelto di non scegliere. Demandando ad una commissione tecnica di decidere in loro vece hanno ottenuto il risultato di allungare ulteriormente i tempi della possibile soluzione del problema (ad oggi risulta che nessun passo avanti è stato fatto per l’istituzione di tale commissione di esperti). Non è chiaro neanche se non hanno potuto scegliere per ignoranza (visto le domande che si pongono) o se hanno scelto di non scegliere per mettere alle corde il loro avversario sindaco.
Mentre i dieci consiglieri riflettono, elaborano e discutono fra loro, il tempo passa e chi non ha nulla da fare passa il proprio tempo a ricordare i tempi andati e come si suol dire “chi ha tempo non sprechi tempo” per non perdere inutilmente tempo rilegge quello che è stato scritto a quel tempo:

TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI BARI SEZIONE G.I.P.
ORDINANZA APPLICATIVA DEGLI ARRESTl DOMICILIARI
(Artt.292-284 c.p.p.)
E
DECRETO Dl SEQUESTRO PREVENTIVO E PER EQUIVALENTE
(Art.321 c.p.p. 322 ter c.p., 640 quater c.p.)

!l Giudice per le indagini preliminari, dott. Ambrogio Marrone,
letta la richiesta di applicazione di misure cautelari personali e reali ai sensi degli artt.272 e ss
C.p.p. c 91 D L.vo 271/89 depositati in data 3 4 2012 ed assegnata a questo giudice il 5.4 2012;
visti gli atti del procedimento .sopra indicato in epigrafe, nei confronti di:
(seguono le generalità di 27 persone imputate)
INDAGATI
(seguono i nomi di sette persone, tutti amministratori in carica o ex amministratori del comune di Modugno)
Per i seguenti reati:
ASSOCIAZIONE
A)………. per essersi associati tra loro, anche disgiuntamente, allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e il patrimonio, in particolare reati di concussione, corruzione e falso ( meglio specificati nei successivi capi di imputazione) orientando l’esercizio della funzione pubblica del Comune di Modugno al proprio interesse privato, chiedendo per qualsiasi pratica coinvolgesse il Comune, in particolare nel settore dell’edilizia, il pagamento di tangenti da parte degli imprenditori o imponendo la nomina quali direttori dei lavori di ingegneri e architetti facenti parte del sodalizio, e contrastando l’approvazione dei progetti per i quali non avevano ricevuto il pagamento di tangenti dimostrando di controllare altresì le decisioni del consiglio comunale
Con una durevole organizzazione di persone, consistente:
nella suddivisione dei ruoli e degli specifici compiti fra i partecipi;
nella predisposizione di una rete di collaboratori interni ed esterni all’ufficio pubblico, tutti all’uopo utilizzabili al fine di consentire a ciascuno di essi di conseguire gli illeciti profitti
(seguono altre 296 pagine)

La lettura di quelle pagine, anche a distanza di tanto tempo, è sconvolgente. Le responsabilità politiche di quanto avveniva con l’apporto degli amministratori pubblici hanno reso più facile (e per molti indispensabile= l’elezione a sindaco di Nicola Magrone e di molti dei consiglieri oggi dissidenti e molto indecisi.
Alcune considerazioni frutto del tempo perso a non perdere tempo.

Con lo spostamento al 30 settembre del termine ultimo per votare il bilancio preventivo, viene meno il peso “contrattuale” dei dissidenti. Il sindaco ora ha tutto il tempo necessario per scindere le due questioni che la scadenza del 31 luglio poneva, obbligatoriamente, in contemporanea approvazione. Inoltre sfugge ai più che in caso di ulteriore “sconfitta” di Magrone, il sindaco, vista l’impossibilità di addivenire in tempi rapidi alla soluzione del problema edilizia e per salvaguardare proprio gli operatori edili modugnesi, potrebbe chiedere, alla giunta regionale, l’invio di un “commissario ad acta” per risolvere la questione.
Inoltre, se la volontà dei consiglieri dissidenti è quella di mandare a casa Magrone e donare ai modugnesi un altro lungo periodo di tempo da trascorrere insieme ad un commissario prefettizio per poi presentarsi di nuovo agli elettori, possono chiedere ad altri tre consiglieri di minoranza di unirsi a loro e sottoscrivere le loro dimissioni dal consiglio comunale. Metodo più semplice e veloce di questo non c’è.

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