Disertano il consiglio comunale ma strillano sulla carta stampata
Le dichiarazioni dei consiglieri di minoranza Fabrizio Cramarossa (Pd) e Lella Ruccia (Movimento senza fili) apparse oggi sulla ‘Gazzetta del Mezzogiorno’, a proposito del Consiglio Comunale del 30 aprile scorso, con il quale è stato approvato il bilancio 2013, tracciano una plastica ed esemplare rappresentazione di doppiezza politica. “La relazione del bilancio consuntivo è stata data per letta e votata dalla maggioranza in cinque minuti, impedendo la discussione in Consiglio” e “Siamo al limite della deriva democratica” sono solo alcuni dei numeri da avanspettacolo con cui, da mesi, questi consiglieri si esercitano: esercitazioni tuttavia stantie, noiosa escalation di volgarità assortite. I consiglieri Cramarossa e Ruccia, infatti, non erano in Consiglio Comunale il 30 aprile: il primo aveva giustificato la propria assenza preannunciando che sarebbe mancato anche nella seduta prevista per l’eventuale seconda convocazione (5 maggio), la seconda era invece assente ingiustificata. Curioso, quindi, che a lamentarsi della mancanza di democrazia siano gli stessi disertori del dibattito democratico.
Ne consegue che, nelle loro analisi “per sentito dire” di quanto avvenuto in Consiglio, le sciatterie maligne sovrabbondano. Quello che non dicono è che, al momento della relazione del bilancio consuntivo, in aula c’era solo e soltanto la maggioranza, visto che tutti i consiglieri di minoranza presenti all’appello iniziale (in tutto 4, sui 9 complessivi) avevano abbandonato i banchi nel tentativo, rivelatosi poi maldestro, di far saltare il consiglio. La maggioranza conosceva bene la relazione dell’assessore per averla ampiamente dibattuta nelle sue riunioni preconsiliari: non aveva dunque altro da fare se non approvare il bilancio. Come ha fatto.
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