Il noto filosofo francese Levì-Strauss sosteneva che il passaggio dalla natura alla cultura equivale al passaggio dal crudo al cotto. Pur non essendo il pensiero del filosofo specificatamente rivolto a temi di tipo gastronomico, il concetto evidenzia la contrapposizione tra crudo e cotto anche nella moderna tradizione culinaria.
Una citazione per introdurre il progetto We4food, presentato oggi presso la Sala Consiliare “Matteo Fantasia” della Provincia di Bari e che vede la Provincia di Bari stessa, capofila di un partenariato composto dalla Provincia di Matera, dall’Università di Basilicata, dall’UPI Puglia, dall’Associazione Phiseon oltre alla LILT (Lega Italiana Lotta Tumori) e lo IAM (Istituto Agronomico Mediterraneo).
Finalità del progetto – finanziato nell’ambito dell’iniziativa Azione Province giovani 2013 dall’UPI e dal Dipartimento della Gioventù – favorire l’integrazione tra giovani italiani e immigrati stranieri di seconda generazione attraverso un percorso di ricerca e scoperta comune incentrato sul cibo, quale veicolo di conoscenza delle differenti identità culturali. Il cibo quindi che assume un ruolo strategico e diviene un elemento fondamentale per l’integrazione culturale dei giovani. Le tradizioni alimentari, infatti, attraverso la loro funzione di veicolo del “sapere”, contribuiscono in maniera efficace al dialogo trai popoli, svolgendo un’azione conciliativa nelle relazioni interculturali.
Queste le parole chiave dunque da abbinare naturalmente alla parola ‘cibo’: integrazione giovanile, solidarietà, rispetto, multi-etnie, multi-culturalità e ancora, rispetto, creatività, appartenenza, nuove tecnologie, social network. Il tutto a formare un mix di grande appeal per le nuove generazioni. Protagonisti dell’iniziativa, infatti, saranno i giovani di diverse etnie iscritti agli ultimi anni degli Istituti alberghieri e agrari di Bari e Matera coinvolti nella costruzione di modelli di dialogo finalizzati all’acquisizione dei valori della tolleranza e del rispetto reciproco, alla promozione della diversità culturale, religiosa, linguistica e di genere come opportunità per la costruzione di una società coesa, pluralistica e dinamica.
Non è mancato inoltre un accenno al ruolo fondamentale della nostra tanto decantata – e a ragione- , dieta mediterranea che vede protagonisti l’olio extra-vergine d’oliva e il vino, prodotti tipici delle nostre terre e che in controtendenza rispetto alle tristi note del resto dell’economia, vede i dati relativi all’export pugliese crescere nell’ultimo anno di un +41% e di un +51%, rispettivamente. Il nostro regine alimentare (ricco anche di pane, cereali, frutta, verdura, erbe aromatiche, carne e pesce) è basato su un paradosso (almeno per il punto di vista del nutrizionismo tradizionale): i popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di grassi ma, nonostante ciò, hanno minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto per esempio alla popolazione statunitense, nella cui alimentazione sono presenti livelli simili di grassi animali. La spiegazione è che la gran quantità di olio d’oliva usata nella cucina mediterranea controbilancia almeno in parte i grassi animali. L’olio di oliva sembra infatti abbassare i livelli di colesterolo nel sangue; si pensa inoltre che il consumo moderato di bevande alcoliche (in particolare vino) durante i pasti, sia un altro fattore protettivo, forse per gli antiossidanti contenuti nelle bevande alcoliche.
Alla presentazione del progetto sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, gli Assessori provinciali alla Cultura, ai Servizi alla persona e alle Politiche giovanili, rispettivamente Nuccio Altieri, Giuseppe Quarto e Fabio Romito, il vice Presidente della Provincia di Matera, Angelo Garbellano, la Dirigente del Servizio Attività produttive e Politiche Comunitarie della Provincia di Bari, Rosa Dimita, il Segretario generale del Ciheam – Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari, Cosimo Lacirignola, Maurizio Martirano dell’Università della Basilicata e Mariapia Locaputo, Commissario della sezione provinciale Lilt di Bari.
“Il cibo, inteso come veicolo di cultura, relazioni, conoscenza è il protagonista di questo progetto che mira a sensibilizzare i nostri giovani ad una sana e corretta alimentazione, un’ educazione che deve partire necessariamente dall’età scolare per vivere meglio e più a lungo – ha affermato Schittulli –. Penso al nostro olio extravergine d’oliva, un alimento che ha straordinarie qualità preventive e protettive per la nostra salute, anche nei confronti di vari tipi di tumore”.
Il progetto prevede azioni di in-formazione, percorsi etno-gastronomici nei quali ciascun gruppo di studenti elaborerà una ricetta fusion (ovvero caratterizzata da contaminazioni alimentari e culturali) che sia in grado di integrare in maniera armoniosa i diversi prodotti tipici di eccellenza, un “Menù dell’Integrazione”, le cui “ricette” verranno raccolte in specifiche schede digitali, un concorso per premiare le migliori ricette fusion da proporre ai ristoratori locali, nonché un Festival Multietnico “Alla scoperta dei sensi”, aperto alla cittadinanza in cui, attraverso il cibo, i sapori, le tradizioni e la cultura delle diverse comunità etniche partecipanti, verranno evidenziati i percorsi di integrazione realizzati.
Per info, consultare il sito: www.we4food.it