Rocco Scotellaro
Gli interventi del Rettore dell’Università di Bari prof. A. Felice Uricchio e del prof. Domenico Mugnolo, direttore del Dipartimento Lettere Lingue Arti, hanno messo a fuoco la figura del giovane Rocco Scotellaro, che a soli ventitré anni divenne sindaco di Tricarico, suo paese natale. Poeta, scrittore, uomo politico, in un momento storico decisivo: la guerra, la liberazione, le lotte per la riforma agraria; una voce ascoltata e portavoce dei contadini lucani, che nell’immediato dopoguerra cercavano un riscatto alla loro atavica povertà.
Mario Trufelli, giornalista, scrittore, amico e compaesano di Rocco Scoltellaro, proiettando un breve filmato in cui intervistava alcuni personaggi di Tricarico dopo la scomparsa del poeta, ha fatto rivivere ai presenti il malessere, la tristezza e il lutto che investì la Tricarico dei diseredati e dei contadini dopo l’elogio funebre tenuto da Carlo Levi su una sedia nella piazza del paese. Da quel giorno le case di Tricarico, e non solo, si arricchirono di una foto del poeta ritratto accanto ad un asino.
Tutti gli interventi hanno ricordato come Rocco Scotellaro, figlio di un calzolaio e di una casalinga, ebbe dai contadini, per il cui riscatto tanto si batté, una piena fiducia che, giovanissimo, lo portò ad essere eletto sindaco socialista. Per la sua dedizione alla causa socialista subì anche un breve periodo di carcere, accusato dalla parte avversaria di concussione e associazione a delinquere, ma subito dopo assolto con formula piena per non aver commesso il fatto.
E’ stato altresì ricordato il suo rapporto con Manlio Rossi Doria, altro studioso e politico impegnato nella difesa della civiltà e della dignità dei contadini meridionali e con Carlo Levi, uno dei primi a cogliere il valore letterario delle opere di Rocco Scotellaro.
Una vita breve (morì a soli trent’anni) ma intensa quella di Scotellaro, dedicata all’attività politica e letteraria convergenti nell’impegno di difendere i diritti e la partecipazione degli svantaggiati contro le pretese dei così detti “galantuomini meridionali”.
Sono state declamate alcune sue poesie fra cui, molto intensa, “La mia bella Patria”:
“Io sono un filo d’erba
Un filo d’erba che trema.
E la mia Patria è dove l’erba trema.
Un alito di vento può trapiantare
Il mio seme lontano”.
Il convegno è terminato con un collegamento video col sottosegretario alla Pubblica Istruzione Marco Rossi Doria, che ha messo in evidenza i suoi legami e quelli della sua famiglia col poeta contadino di Tricarico.
Un convegno utile per offrire al pubblico momenti di riflessione su un autore del Novecento, espressione della cultura propria delle nostre terre, cultura di quell’umanesimo di razza contadina.
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