Il Ritz-Carlton, situato a ridosso del Cremlino, è l’Hotel che in assoluto ospita le più importanti personalità del pianeta di passaggio o in visita a Mosca. Barack Obama vi ha soggiornato alcuni mesi orsono. Gli organizzatori del tributo al nostro AlBano Carrisi, non potevano che scegliere questo rinomato albergo per ospitare lui, il suo nutrito seguito ed i numerosi artisti, coinvolti nell’ambizioso evento.
Al nostro arrivo, verso le quattro del mattino, la Hall del Ritz era quasi deserta, nemmeno un italiano cui chiedere com’era andato il concerto inaugurale della sera prima. Alexandra, mia compagna di viaggio, consultando Internet sul suo iPad, mi ha tranquillizzato -Le recensioni delle maggiori testate giornalistiche parlano di un grande successo-. La stampa metteva anche in risalto che gli organizzatori, per soddisfare alle pressanti richieste di biglietti, avevano dovuto scaglionare l’evento in tre serate rispetto alle due previste. Quindi erano stati programmati tre concerti, 17, 18 e 19 ottobre.
Il Crocus City Hall di Mosca, dove si svolgeva l’evento, è un immenso centro espositivo con annessa una sala concerti di 8.000 posti seduti. Siamo arrivati alle cinque pomeridiane, due ore e mezza prima dell’inizio dello spettacolo. Fuori dall’ingresso riservato agli artisti e agli addetti ai lavori, ci siamo imbattuti nel Maestro Alterisio Paoletti intento a scaricare la sua evidente tensione sull’ennesima sigaretta. Alterisio, oltre a Direttore della Grande Orchestra, direzione condivisa, per motivi di opportunità, con un suo collega russo, ha curato anche gli arrangiamenti di tutti i brani, 34, eseguiti sul palco ogni sera da AlBano, come solista e/o insieme agli ospiti, ovvero: Ricchi & Poveri, Matia Bazar, Gianni Morandi, Toto Cutugno, Umberto Tozzi, Riccardo Fogli (solo nell’ultima serata), Pupo, intervenuto in duplice veste di ospite e di brillante presentatore delle tre serate unitamente ad una giovane e bella artista russa, e poi, a seguire, il Coro dell’Armata Rossa, una grandiosa Tamara Gverzitelli, emozionante interprete di una canzone sulla mamma, dedicata alla Signora Jolanda, 91 anni, madre di AlBano, presente in sala, la quale, commossa, s’è lasciata sfuggire anche qualche lacrimuccia. Infine, la Regina della serata, la più attesa, Romina Power.
Sul grande palco era stata allestita una scenografia, a dir poco fantastica, ricca di colori. Nella parte destra campeggiava un immenso ulivo, simbolo della Puglia, inserito nel contesto della riproduzione di “Piazza Felicità” del Villaggio di AlBano a Cellino San Marco. Sullo sfondo un immenso sole stilizzato nel cui tondo centrale venivano fatte scorrere le immagini di AlBano alternate da suggestive visioni di aurore e tramonti della nostra Bella Italia. Insomma, un capolavoro da brividi.
La sala era gremita in ogni ordine e grado di posti. Nell’aria era palpabile l’attesa febbrile. Ogni tanto dal pubblico provenivano applausi spontanei per far rimarcare la crescente impazienza. L’Italia è molto amata in Russia ed è considerata una meta molto ambita nell’immaginario collettivo sin dai tempi del grande oscurantismo dittatoriale. Furono proprio questi nostri artisti che, riuscendo a superare i confini invalicabili dell’isolamento Est-Ovest, simbolizzato dal famigerato muro di Berlino, portavano un anelito di libertà, un soffio di calore mediterraneo con le loro canzoni. Durante il periodo di Guerra Fredda, l’Italia era forse l’unico Paese occidentale in grado di assumere un ruolo di privilegiato e condiviso compromesso verso il blocco sovietico. Forte degli storici scambi culturali il nostro Paese sapeva trasmettere simpatia anche con le sue melodie. Basti ricordare che Jurij Gagarin durante la sua storica missione spaziale, ascoltava canzoni di “Robertino”, un cantante romano del quale, in Italia, s’é ormai perso ogni ricordo.
Questi nostri artisti, AlBano in testa, sono qui considerati portatori di cultura e di stile. Molti russi, anche giovani, parlano la nostra lingua grazie all’ausilio delle loro canzoni. Tutti o quasi sono in grado di accennare almeno gli incipit di Felicità, Ci sarà, Libertà, Sharazan, di AlBano&Romina, l’Italiano di Toto Cutugno, Sarà perchè ti amo dei Ricchi e Poveri, Gloria di Umberto Tozzi, Gelato al cioccolato di Pupo, Vacanze Romane dei Matia Bazar, Storia di tutti i giorni di Riccardo Fogli etc.
Il grande camerino di AlBano, era stato allestito in due grandi stanze comunicanti dietro al backstage. La prima stanza era adibita a salotto e buffet, mentre la seconda, corredata
di scrivania, poltrone, guardaroba e servizi igienici, veniva utilizzata da AlBano per cambiarsi e per i suoi colloqui privati. La Signora Jolanda, comodamente seduta su una poltroncina mi ha accolto, meravigliata, con un sorriso – Ehi, ma pure tu stai qua? –. Jasmine e Bido entravano ed uscivano facendo scorribande nei corridoi. Albano dall’altra stanza, sentita la mia voce esordiva: -Ahi Ahi, é arrivato! Mo’ stiamo a posto!- Ci siamo salutati affettuosamente. Mi sembrava sereno e rilassato. Squilla il telefonino e dal suo tipico modo di rispondere, intuisco che dall’altra parte c’era in linea una donna che da lontano voleva manifestargli la sua vicinanza. Sono uscito dalla stanza, discretamente, piano piano, senza fare rumore socchiudendo dietro di me la porta.
Con AlBano si sono esibiti man mano i vari ospiti. E’ stata molto apprezzata la proiezione di un video per consentire ad AlBano di duettare dapprima con il rimpianto Lucio Dalla con “Caruso” e poi con Adriano Celentano, amatissimo in Russia, con “Azzurro”. Nell’ambiente, comunque, era palpabile l’avida attesa di lei, Romina Power. Il suo apparire sulla scena ha scatenato un oceano di emozioni ed una corale standing ovation in onore della ricostituita coppia più amata in assoluto.
Felicità, Ci sarà, Libertà, Sharazan ed altri brani, sono stati preceduti e seguiti da scroscianti applausi del pubblico gratificato dal ricostituito sodalizio artistico. E’ stato commovente riascoltarli, risentire le loro voci fondersi insieme ancora una volta, seppure abbassate di un tono a richiesta di Romina, ammettendo: -Gli anni che passano comportano qualche variante. Mi meraviglio di come AlBano possa avere una voce ancora più potente di prima-.
Durante l’esibizione non sono mancati, almeno da parte di Romina, segnali di apertura al dialogo che AlBano ha contraccambiato in modo molto professionale, celando fors’anche qualche rimpianto. Negli intervalli tra un brano e l’altro, ci sono stati scambi di battute, che non lasciavano comunque trasparire risentimenti o rancore. Durante una di queste interlocuzioni Romina gli ha detto: –Spero che non aspetterai altri 20 anni prima di invitarmi di nuovo!- AlBano, apparentemente sopreso, é rimasto per un attimo in silenzio per poi esordire: -Guarda che sei stata tu ad andare via!- Fiato sospeso di tutti, silenzio assoluto in attesa di una replica, puntualmente disattesa da Romina. L’osservazione di AlBano non ha avuto una risposta e forse non l’avrà mai perché il responso è insito negli eventi accaduti, nella realtà delle cose, nei loro DNA culturali, un tempo compatibili perchè amalgamati e fusi insieme da quel sentimento forte e profondo chiamato amore. Il tempo cancella le passioni, il tempo consente nuovi voli, nuovi fiori su cui approdare. Cambiano le persone e con loro cambiano anche le situazioni.
AlBano è riuscito a superare con stile e lucidità l’impatto emotivo della presenza sulla scena della donna attorno alla quale la sua vita ha ruotato per trenta anni. La donna con la quale ha condiviso immense soddisfazioni sentimentali ed artistiche e, soprattutto, la convinzione di un “insieme per sempre” che il destino ingrato ha voluto sovvertire con una serie di circostanze ed eventi negativi, destabilizzando una unione ritenuta perfetta, inscindibile, un esempio da imitare.
Nelle due serate cui ho avuto la fortuna di assistere, dalla coppia più amata del mondo non sono trasparsi, specie da parte di AlBano, segnali che andassero oltre il rapporto artistico-professionale. E’ umano credere che i ricordi, belli o brutti che siano, non potranno mai essere in nessun modo rimossi o cancellati dalle loro menti. Mi ha comunque commosso un gesto di onestà professionale di AlBano a fine spettacolo. Sotto al palco si erano radunati centinaia di fans con in mano mazzi di fiori, dischi, fotografie e quant’altro per ottenere autografi. Romina, emozionatissima, aveva già raggiunto il retropalco. AlBano si é guardato intorno e, non vedendola, ha esordito -I fiori sono anche per lei!- Osservazione lodevole di un grande uomo, di un grande artista, un signore, un altruista, sempre e comunque in ogni circostanza.