Siamo una generazione che combatte, che lotta per i propri ideali, che si scontra per difendere i propri valori. Siamo una generazione che si fa sentire, quella che scende in piazza con megafoni, bandiere e sbandieratori, siamo la generazione del ventunesimo secolo che si domanda : “ma sono meglio i velini o le veline?” Perché questa novità dei velini ci turba; le veline ok, fanno sempre bella figura, le donne le invidiano gli uomini le adulano, ma i velini proprio no! “Che indecenza, dove andremo a finire..!” Siamo la generazione che prova un odio tanto forte quanto insensato verso luminarie, sagre e feste di piazza, feste patronali e tutto ciò che è circoscritto al proprio piccolo paesino. Ma siamo gli stessi che si lamentano quando nello stesso paesino non c’è mai una festa, mai un divertimento “ uffa.. in questo paese non fanno mai niente! Guarda, guarda.. sono appena le 23.00 e non c’è nessuno in giro, basta! Io prima o poi scappo!” . All’arrivo poi di luminarie, giostre, roulotte, gente che passeggia in giacca e cravatta, bambini che corrono da una parte all’altra con palloncini ad elio tra le mani, ecco che appaiono tempestivi gli stessi che un tempo si lamentavano della monotonia del proprio paese. Pronti questa volta a criticare gli “inutili” festeggiamenti,“ma dove se ne vanno questi in giacca e cravatta, ma tornatevene a casa! Guarda quanta gente, non riesco neanche a muovermi, e passare con la macchina? un impresa impossibile. Ahh maledette feste patronali!”
Siamo la generazione facebook. Siamo sempre meteorologicamente insoddisfatti:“ oggi fa un caldo! Inverno dove seiiiii?” – e ancora – “ brrr che freddo! Estate ti sto aspettandooo” . Siamo i filosofi depressi, i dispensatori di consigli, siamo i critici di film, videogiochi, musica e via discorrendo.. siamo gli alternativi, quelli che non vogliono mischiarsi con quella massa di pensatori comuni che “scrivono tutti le stesse cose”. Siamo quelli dall’italiano perfetto! Basta dimentica una mutina o una – è -senza accento e manderemmo all’ergastolo il primo sprovveduto, “ gente ignorante che non sa coniugare un verbo, ma lo sapete usare il congiuntivo?!” . Siamo la generazione delle relazioni virtuali che iniziano e finiscono sui social network, che inviano un cuore e non conoscono l’odore dei fiori. Siamo la generazione dei “mi piace”. “Mi piace la tua casa, mi piace la tua macchina, mi piace il tuo gattino, mi piace ciò che pensi (anche se il post che hai pubblicato non so chi l’abbia scritto)”.Siamo quelli che con un mi piace dicono tutto e non dicono niente.
Signori miei, le luminarie dopotutto non fanno male a nessuno, e se ti fai un giro sulle giostre magari ti diverti! Per non parlare dei velini, ma cosa importa se sono donne o uomini, noi siamo qui a criticarli ma non possiamo fare a meno di guardarli. Cari i miei professori virtuali ogni tanto chiudete un occhio sulla mutina in meno e la lettera doppia in più, probabilmente è un errore di battitura, capita! Siate meno pesanti e più presenti nella vita, quella vera però!
Una generazione che combatte…?!
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