Della situazione della Medicina Interna se ne è parlato anche lo scorso mese al Policlinico di Bari
con la Società Italiana della Medicina Interna sezione di Puglia e Basilicata e l’Università degli Studi di Bari, precisamente la Clinica Medica Augusto Murri. Sono intervenute le Autorità locali come il direttore dell’Ares (Agenzia Regionale e Sanitaria) F.Bux e della sua parte sanitaria E.Attolini, il pres. della Scuola di Medicina e Chirurgia P. Livrea e il direttore generale del Policlinico di Bari V.Dattoli. Gli ultimi due hanno parlato di ripianificazione . ‘Ritornare alla Medicina della complessità, il cui emblema è la Medicina Interna’ ha detto Livrea, mettendo in evidenza il fatto che non sempre si deve ricorrere alla Specialististica, ma ad una branca che racchiude delle complessità. ‘La nostra è un’azienda adatta per l’assistenza, la didattica e la ricerca. C’è una proposta di legge che tende a ridurre i DRG che da 25, oggi sono passati a 100’ (Dattoli). Ricordiamo che i DRG (Diagnosis Related Groups), ossia in italiano ROD(Raggruppamenti Omogenei di Diagnosi) rappresentano un sistema di classificazione dei pazienti ricoverati o in day-hospital, in base alle risorse impegnate, per cui queste ultime devono poi essere rimborsate all’ente ospedaliero, a patto che esso rimanga nel range. Non sempre la politica del risparmio o della ‘scrematura’ va però di pari passo con la Medicina che vede allargata la propria visione di assistenza. Questo divario si presenta più facilmente nell’ambito di malattie ‘lunghe’ per così dire o stabili nella loro fase patologica, come la malattia diverticolare intestinale, l’epatite B e C di cui si è parlato e, il dolore cronico. ‘La Medicina Interna non è una sottospecialità e il termine non definisce più l’oggetto dello studio, ma l’atteggiamento: nel 1882 si capiva solo ciò che si vedeva e cioè la Chirurgia’ ha detto G.Corazza, pres. Soc.Italiana Med.Int. Policlinico S.Matteo di Pavia. Per cui: uso attento e calibrato dei farmaci contro il dolore acuto o cronico, terapia del dolore con cure palliative da eseguire in equipe (L. 38/10). Particolare attenzione è stata attribuita alla dieta mediterranea, in particolare all’uso di olio e vino e alle loro caratteristiche antiossidanti, se si rimane in dosaggi moderati e ancora, all’attenzione circa l’uso di pirofosfati, come i coloranti E220 ed E250 che alterano la flora intestinale e creano danni renali col tempo.