PREMESSA
Nel maggio del 2011, i cittadini di Modugno furono chiamati ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale dopo dieci anni di amministrazione guidata dalla stessa persona, Giuseppe Rana.
Italia Giusta secondo la Costituzione, dopo aver svolto il ruolo di osservatore critico dell’esperienza conclusa e nella prospettiva della nuova, partecipò alla competizione. Si trattò, in breve, del tentativo di un Movimento con trent’anni di attività culturale e politica alle spalle di cancellare i dieci anni precedenti, semplicemente deprimenti e insultanti per la comunità modugnese.
Italia Giusta secondo la Costituzione non entrò in consiglio – nonostante un significativo successo del suo candidato sindaco – a causa di una truffa politico-istituzionale messa in opera in suo danno dal Pd e dall’UDC, in breve PDUDC.
Il nuovo sindaco, Gatti, portò con sé in amministrazione e in consiglio il peso della sua posizione di persona sottoposta ad indagini per reati di notevolissima gravità, nonostante il quale Gatti partecipò e vinse alle primarie del suo partito.
La nuova Amministrazione, benché coinvolta (insieme alla precedente) in uno scandalo senza precedente, tirò dritto fino all’arresto del vecchio e del nuovo sindaco (Rana e Gatti), di amministratori, di impiegati comunali, di professionisti, e allo scioglimento del Consiglio comunale.
Hanno scritto i Giudici:
“[…] un più ampio complesso di condotte illecite, nelle quali erano coinvolti sia il Gatti[…] sia un numero davvero elevato di amministratori e pubblici funzionari”[dimostra che] “non si trattava dell’occasionale coinvolgimento di una singola persona in affari illeciti, ma di un autentico ‘sistema’, in cui la strumentalizzazione a fini personali del munus pubblico era diventata la regola. Le condotte illecite […] sono proseguite fino ai primi mesi del 2011, con la vicenda relativa alla (non) approvazione dei progetti urbanistici. […] La capacità dimostrata al Gatti di incidere sulle scelte della Pubblica Amministrazione e sulle determinazioni di soggetti privati che con essa negoziavano rende concreta l’eventualità di reiterazione di condotte illecite, anche in presenza di un mutato quadro istituzionale”. [Ordinanza 27.12.2012 del Tribunale di Bari, pag. 13]
In questo scenario politico, sociale e morale francamente deprimente, si svolgono, a maggio, le elezioni anticipate, nelle quali è ancora una volta presente Italia Giusta secondo la Costituzione con altre significative aggregazioni sociali, culturali e politiche, tutte collegate al candidato sindaco Nicola Magrone.
Tanto premesso, è il caso, per quest’ultimo, di evocare, nella redazione del suo programma di governo locale, le linee programmatiche tracciate in occasione delle elezioni del 2011: identico è lo scenario, identico (anzi aggravato) è lo stato di abbandono del Paese, identica è la questione fondamentale con la quale la comunità deve fare i conti.
Queste, le linee programmatiche tracciate nel 2011:
1.
La premessa dalla quale parte sono partiti unitariamente i soggetti sociali e politici collegati aldr. Magrone quale candidato sindaco di Modugno è non meglio riproponibile che con le stesse parole della Carta Costituzionale italiana del 1948, e nella parte dedicata ai PRINCIPI FONDAMENTALI, nella parte relativa ai DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI e nella parte relativa all’ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA.
Il puntuale riferimento alla Carta Costituzionale da parte dei soggetti politici che propongonoNicola Magrone come sindaco di Modugno intende esprimere il comune convincimento della insuperabile necessità per l’Italia e per Modugno di un adeguamento leale e completo delle comunità locali e dei loro ordinamenti alle regole ed ai principi della Costituzione.
In particolare a Modugno, l’esperienza durata ben dieci anni [oggi ben dodici anni] di sgregolatezza ordinamentale e di imbarbarimento sociale-etico-politico, impone un’autenticarivoluzione nella cultura e nei comportamenti degli amministratori. Essi devono finalmente rendersi conto del dovere di fedeltà ai principi di cui agli artt. 114, 116, 117, 118, 119, 120, 121, 122, 123, 125, 126, 127, 131, 132, 133 della Costituzione i quali, a dispetto delle trasformazioni subite negli ultimi anni per iniziative avventurose del legislatore, restano i punti di riferimento per qualunque attività amministrativa.
Naturalmente, gli amministratori locali devono riscoprire e riaffermare come punto di riferimento della loro attività l’interesse della comunità che amministrano, scrupolosamente rispettosi dei principi fondamentali precisamente definiti dalla Carta Costituzionale; in particolare: la natura repubblicana dello Stato italiano, l’Italia come Repubblica democratica, il popolo come detentore della sovranità (art.1); il rispetto e la tutela operosa dei diritti inviolabili dell’uomo e l’adempimento da parte dei cittadino del suo dovere inderogabile di solidarietà politica, sociale ed economica (art. 2); l’uguaglianza e la pari dignità sociale di tutti i cittadini davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; il compito della Repubblica – dunque delle autonomie locali soprattutto – di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art. 3); il riconoscimento a tutti i cittadini del diritto al lavoro, la promozione delle condizioni che rendano effettivo questo diritto e nello stesso tempo il dovere per ogni cittadino di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società (art.4); la rivendicazione ragionata e prudente dell’autonomia locale nel quadro ordinamentale della Repubblica una e indivisibile ed insieme del piú ampio decentramento amministrativo (art. 5); la tutela con apposite misure delle minoranze linguistiche (art. 6); la libertà di tutte le confessioni religiose (art. 8); la promozione e lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. (art. 9); la promozione del diritto di tutti i cittadini di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale (art. 18); l’agevolazione a professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume (art. 19); il diritto di tutti a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art. 21); la responsabilità diretta dei funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici per gli atti compiuti in violazione di diritti (art. 28); misure di sostegno alla famiglia intesa come società naturale fondata sul matrimonio (art. 29); garanzie di tutela per i bambini con genitori in difficoltà (art. 30); sostegno anche economico finalizzato alla formazione della famiglia e all’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose; protezione della maternità, dell’infanzia e della gioventù (art. 31); tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garanzia di cure gratuite agli indigenti (art. 32); tutela e promozione dell’arte e della scienza e della loro libera
manifestazione e insegnamento (art. 33); garanzia del diritto allo studio e contrasto all’evasione scolastica anche con assegni alle famiglie e con altre provvidenze da riconoscere a seguito di concorso (art. 34); tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Formazione ed elevazione professionale dei lavoratori; libertà di emigrazione; controllo e vigilanza sulle retribuzioni dei lavoratori che in ogni caso debbono assicurare al lavoratore e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Vigilanza sul riposo settimanale dei lavoratori e sul godimento delle ferie; parità tra uomo e donna nel lavoro; misure per garantire l’adempimento della essenziale funzione familiare della donna e di una adeguata protezione della madre e del bambino e per assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione (Art. 35-36); tutela particolare del lavoro dei minori (art. 37); garanzie per l’iniziativa economica privata, indirizzo e controllo della sua finalità sociale (art. 41); garanzia di tutela della proprietà privata (art. 42); garanzia della funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata; misure per lo sviluppo dell’artigianato (art. 45); misure di favore per l’accesso alla proprietà dell’abitazione e alla proprietà coltivatrice (art. 47).
[Su questi principi e su questi impegni si sono trovate completamente d’accordo i soggetti politici collegati, per le elezioni di maggio 2013, al candidato sindaco dr. Nicola Magrone]
Un impegno particolarissimo dovrà essere riservato dalla nuova amministrazione all’esercizio correttamente costituzionale dell’attività del Comune.
Il Comune dovrà [attuare scrupolosamente] il proprio statuto; i suoi poteri e le sue funzioni dovranno essere esercitati secondo i principi fissati dalla Costituzione (art.114); il Comune dovrà attenersi scrupolosamente ai principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza e dovrà favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà (art. 118); il Comune dovrà ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento (art. 119).
La nuova amministrazione di Modugno dovrà assicurare, infine, il rigoroso rispetto dell’art. 97della Costituzione: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione.
Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.
Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge” e dell’art. 98: “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione.”
2.
Il vissuto sociale ed amministrativo del Comune di Modugno, con particolarissimo riferimento all’ultimo decennio [ed oltre, fino al naufragio morale prima che politico dell’Amministrazione Gatti], certifica la sistematica e a volte consapevole violazione dei principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale; giungendo, in molti casi, a livelli di autentico scandalo.
* Il primo, indilazionabile dovere della nuova Amministrazione sarà quello di adeguare alla legislazione attuale lo Statuto comunale. Il ruolo del Consiglio, dei singoli Consiglieri, della Giunta, dei singoli Assessori, è stato negli ultimi dieci anni duramente mortificato. Le Commissioni consiliari esautorate, le Consulte cittadine, promesse a gran voce, rimaste lettera morta [e, se istituite, letteralmente ignorate e vanificate dentro ad un sistema di clientele aggressive]. Ne è derivata una gestione amministrativa quasi clandestina, nemmeno partitocratica quanto addirittura autoritaria e antidemocratica. Nessun cittadino, nessun gruppo di cittadini ha avuto lo strumento e trovato le vie per far sentire la propria voce.
Il caso più clamoroso e violento di disprezzo per gli interessi ed i bisogni della comunità è stata la deportazione dell’ospedale di Modugno al quartiere San Paolo e il disinteresse dell’Amministrazione per l’insediamento nel suo territorio di presidi sanitari compensativi. L’ospedale di Modugno fu tolto grazie ad un vero e proprio colpo di mano, compiuto nella notte, dal Sindaco Vaccarelli e dagli esponenti di tutti i gruppi consiliari, compresi quelli della cosiddetta opposizione. Un caso, insomma, di trasversalismo contro il Paese.
L’oltraggio inferto all’intera comunità di Modugno va, dunque, rimosso. E questo deve essere il primo impegno della nuova Amministrazione comunale.
* Il centro storico di Modugno, devastato e alla fine distrutto dalle vecchie Amministrazioni comunali, è passato per le mani incolte e grossolane delle giunte dell’ultimo decennio [ed oltre] che è arrivata al punto di sradicare le basole su di una strada che porta al Municipio per sostituirle con colate di asfalto sconnesso e inquinante. Uno scempio che grida vendetta e che va immediatamente rimosso.
L’intero centro storico va salvato, per quel che resta. Non si tratta solo di esigenza culturale; si tratta, invece e concretamente, di un’immensa possibilità di lavoro per i nostri lavoratori senza lavoro. Basta guardare anche a molti Paesi limitrofi per rendersi conto della consapevolezza diffusa della necessità di tutelare i centri storici; a Modugno, sembra che il ceto politico sia fermo agli anni dell’avventurismo urbanistico del dopoguerra. Non a caso, un ceto portatore di interessi trasversali minaccia di riaffacciarsi, più ingordo ed incolto di prima, nella scena politico-amministrativa del Paese. La nuova Amministrazione deve fermare questo degrado.
* Bisogna rivedere alla radice l’assetto urbanistico del Paese. Bisogna che si consentano “sopraelevazioni” sostenibili e tollerabili, non arbitrarie e clientelari. Bisogna che gli Assessori all’urbanistica, al territorio, ai lavori pubblici non siano portatori di interessi personali nel compito che verrà loro assegnato. E che si riconoscano ai funzionari tecnici poteri e doveri ben definiti e responsabilità controllabili. Il verde pubblico non deve restare tra gli optionals di un assetto urbano dominato dagli interessi di speculazione. Lo stesso mercato di piazza va armonizzato con l’ambiente cittadino e non necessariamente rimanere deportato in capannoni di perifieria.
La viabilità va studiata e regolamentata senza condizionamenti ad opera di interessi particolaristici o affaristici.
* E’ ormai indilazionabile l’istituzione di una sorta di Difensore Civico (incarico a titolo onorario), figura istituzionale di raccordo e di garanzia tra società e istituzioni. I diritti degli individui e della comunità nel suo insieme non possono essere rimessi, nel loro concreto riconoscimento, alla benevolenza dell’Autorità.
* Bisogna che si istituisca un attrezzato ed efficiente Ufficio legale del Comune per sottrarre al clientelismo l’affidamento di pratiche e di consulenze legali. Nel frattempo, bisogna che si istituisca un albo dei legali disposti ad accettare incarichi dal Comune, da strutturare in modo assolutamente obiettivo, al quale attingere con criterio di rigoroso automatismo il nominativo del professionista. Altrettanto va fatto per gli incarichi di natura tecnica. Gli esempi di incarichi assegnati a legali o tecnici “esterni” avventurosamente e clientelarmente individuati sono infiniti a disarmanti.
* Vanno ripresi i piani di riqualificazione urbana e territoriale, sfuggendo alle pressioni di gruppi di potere.
* Bisogna scongiurare l’ulteriore impoverimento del suolo agricolo a vantaggio della speculazione edilizia. Sopravvivono nel territorio di Modugno ampie aree destinabili ad insediamenti di natura culturale e turistica. L’area della ex cementeria è una di quelle.
* Bisogna rivendicare per Modugno un ruolo trainante nell’area industriale che fa pagare al Paese solo i prezzi sociali e ambientali senza dargli alcun vantaggio. L’
assurdo insediamento della Turbogas sta a testimoniare l’indifferenza delle recenti amministrazioni per questi problemi se non la connivenza con interessi propriamente privati.
* Gli ultimi amministratori, esattamente come tutti quelli che li hanno preceduti, hanno preferito disperdere il non esiguo patrimonio culturale del Paese consentendo la demolizione di un cinema di antica tradizione e l’uso privato di altro contenitore di grande pregio.
* Va portata a compimento l’acquisizione al patrimonio comunale del complesso monumentale di Balsignano. In realtà continua così a disperdersi una grandissima possibilità di rilancio culturale di Modugno e di occupazione di molti giovani.
* Sui quartieri della Città vanno fatte scelte radicali, a cominciare da quello Cecilia: o li si armonizza con l’intero tessuto urbano e sociale o si consente loro di acquisire la necessaria autonomia amministrativa e sociale.
* Bisogna che si istituisca un vero Ufficio comunale per l’occupazione giovanile: che guidi i nostri ragazzi nella ricerca del lavoro e li sottragga alla mortificazione della clientela e della sistematica offesa alla loro dignità.
* I problemi della distribuzione commerciale vanno risolti democraticamente: i tentativi ripetuti di riferendum sull’insediamento di ulteriori ipermercati nel nostro territorio sono falliti; anzi si sono concesse tutte le autorizzazioni. Si promettono, così, posti di lavoro e si costringono alla chiusura un’infinità di piccoli esercizi commerciali e di piccole imprese artigianali. L’intero Consiglio comunale si è da tempo stranamente convertito alle ragioni dell’ipermercato, tradendo programmi e attese dei cittadini.
* [questa parte è integrativa del testo del 2011] A Modugno negli ultimi dodici anni non vi è stata la possibilità di proseguire l’istruttoria legata alle misure regionali (assegno di cura,assegno di prima dote, assegno per l’assistenza indiretta e così via); non sono state realizzate attività legate alle politiche per l’infanzia; della porta unica di accesso, nemmeno l’ombra. Non si è addivenuti nemmeno all’individuazione di una forma transitoria di gestione del trasporto delle persone disabili. Nulla è stato fatto per il contrasto alle dipendenze. Non vi sono state le condizioni per attivare altri obiettivi previsti nel Piano Sociale di Zona 2010-2012 per quanto importanti nel contesto dell’accrescimento della capacità di risposta ai bisogni dei cittadini.
Eppure, sia la legge 328/00 che la legge regionale sul “sistema integrato di interventi e servizi sociali” danno ai comuni un ruolo centrale per realizzare il “sistema locale della rete di servizi sociali“.
Molto, quindi, si può fare per arginare la disperata situazione: si dovrebbe prevedere, in ogniarea di disagio, un gruppo di monitoraggio dove si incontrino periodicamente rappresentanti delle ASL, dei Comuni, del volontariato e referenti tecnici dei progetti… Non sempre le lacune del settore sono state imputabili alla solita mancanza di risorse. Al contrario, è anche accaduto che alcuni progetti non sono stati realizzati perché le risorse sono rimaste inutilizzate!!
Il Comune dovrà coinvolgere e responsabilizzare il settore non-profit. I soggetti del Terzo settore sono inseriti dalla legge tra gli “attori” sia della programmazione che dell’organizzazione del sistema integrato (art. 1 comma 4) sia dell’erogazione dei servizi (art. comma 5). Succede invece, a Modugno, che il Terzo Settore viene chiamato solo in prossimità di scadenze amministrative dettate dalla Regione, insomma quando proprio è ncessario per legge.
Gli obiettivi della nuova amministrazione comunale: Progetti individuali per le persone disabili;Sostegno domiciliare per le persone anziane non autosufficienti; Sostegno delle responsabilità familiari; Assegni di cura e altri interventi a sostegno della maternità e della paternità responsabile; Conciliazione tra il tempo di lavoro e il tempo di cura; Servizi di sollievo per anziani; Sostegno alla genitorialità, anche attraverso la promozione del mutuo aiuto tra le famiglie; Servizi per l’affido familiare; Prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare, anche con benefici di carattere economico; Dipendenze; Immigrazione; Salute Mentale; Nuove Povertà.
Si ripartirà, dunque, dalla Riorganizzazione totale dell’Ufficio di Piano dotandolo di professionalità che vengano dal mondo del III Settore; da un’attenta analisi dei bisogni; dalla possibilità di favorire la creazione di lavoro attraverso l’incentivazione alla creazione di imprese giovanili.
Per l’assistenza, un buon esempio viene da altri Comuni che hanno creato modelli di affidamento dei servizi sociali ( “voucher” attraverso sistemi di accreditamento e carta dei servizi).
* [Ancora a integrazione del programma del 2011:] occorre la realizzazione di una rete gratuita di connettività wireless per la diffusione tra i cittadini del WiFi pubblico, promuovendo la cultura digitale e il diritto di accesso gratuito a internet. Inoltre, data la mancanza di trasparenza adottata sinora a Modugno, non è noto ai comuni cittadini quali software siano utilizzati dalla amministrazione: qualora non sia già utilizzato l’open source, è assolutamente necessario che lo si utilizzi, insieme con azioni per snellire procedure amministrative e favorire l’informazione e la comunicazione ai cittadini delle iniziative, di qualsiasi natura, dell’amministrazione.
Di là dai singoli punti del programma, Modugno ha bisogno di una guida autorevole, politicamente e culturalmente omogenea. Ha bisogno di amministratori che non abbianopersonali interessi da tutelare e che abbiano, anche per questo, la capacità di amministrare per un’intera legislatura. Sinistre vicende degli ultimi due anni (minacce a consiglieri, dimissioni allarmanti di assessori e di consiglieri e così via [sfociati negli arresti del 2012]) dimostrano che la questione morale e criminale, a Modugno, è lontana dall’essere stata risolta. E questa è, su tutte, la “questione modugnese”. Un Paese che non può essere amministrato da pochissimi potentati economici ormai non solo “per interposta persona” ma addirittura direttamente. La “questione modugnese” è questione democratica ma anche e soprattutto questione morale.
Il programma con il quale l’odierno candidato sindaco si presenta è sostanzialmente quello qui evocato; nulla di quanto prospettato e sollecitato nel 2011 è stato se non realizzato anche solo accennato con atti e gesti significativi. La frustrazione della popolazione, vilipesa da amministratori senza scrupoli, è un dato di fatto non più ignorabile e va affrontata con severe condotte moralmente e politicamente ineccepibile dei nuovi amministratori.