Certo il riferimento alla nostra città non poteva essere esplicito visti gli innumerevoli casi di malaffare perpetrati dagli amministratori pubblici in varie regioni e città italiane ma ha colpito e fatto male lo stesso; la dignità dei modugnesi, ferita dagli ultimi amministratori, deve essere ricostruita. Certo la legge elettorale che permette l’elezione diretta del sindaco non aiuta. Obbliga gli elettori a scegliere il candidato proposto dai partiti o da aggregazioni di liste più o meno indipendenti che si schierano secondo il vecchio schema destra contro sinistra, centro centro, centro destra, centro sinistra con il trattino o senza e l’interesse della città che passa in secondo piano. Dall’entrata in vigore di questa legge abbiamo avuto quattro sindaci di cui uno per dieci anni e due agli arresti domiciliari, una cinquantina di assessori e qualche centinaio di consiglieri comunali ma ben poco è cambiato per Modugno.
Le ultime vicissitudini però possono essere il preludio ad un nuovo modo di partecipare alla gestione della cosa pubblica modugnese. Come il momento più scuro della notte è l’inizio del nuovo giorno così lo scioglimento del consiglio comunale può segnare a Modugno l’inizio di una nuova fase politica. Politica che metta al primo e unico posto il benessere della comunità modugnese e come Monti ha dimostrato è possibile farlo se si superano i vecchi schieramenti partitocratici.
Una agenda per Modugno quindi, dopo gli agenti della finanza.