Sindaco offresi

La vicenda del “paga per costruire” che vede coinvolti gli ultimi due sindaci di Modugno insieme a tecnici comunali, imprenditori e professionisti oltre ad ex consiglieri comunali, prosegue con la fase della messa in libertà degli inquisiti. Ad esclusione di chi non ha ritenuto opportuno rispondere alle domande degli inquirenti (Caggiano e Liberio) e dei due ex sindaci Gatti e Rana, a tutti gli altri indagati sono stati revocati gli arresti domiciliari; per qualcuno è previsto l’obbligo di dimora, per altri l’obbligo di firma e per i tecnici comunali l’interdizione (temporanea) ai pubblici uffici. Se i tempi della giustizia, però, sono giustamente lunghi e ponderati altrettanto non si può dire dei tempi della politica, specialmente quella di casa nostra. Circolano già i nomi di molti pretendenti alla carica di sindaco e se nelle ultime e penultime consultazioni elettorali abbiamo avuto una media di 10 candidati a sindaco e oltre 600 candidati a consigliere – inseriti in due dozzine di liste più o meno note – di questo passo, per la prossima primavera, possiamo essere certi che ci saranno almeno una quindicina di pretendenti alla carica di sindaco con almeno trenta liste in appoggio. Sembra quasi che la vicenda degli arresti per le tangenti non abbia insegnato niente. Del resto in pochi resisteranno alla tentazione di candidarsi o candidare un loro sodale/parente/conoscente per dimostrare al mondo intero di essere diverso da chi lo ha indegnamente preceduto nella carica di primo cittadino. Altri ancora si proporranno come gruppo/movimento/partito-guida degli onesti presentando nel loro curricula l’auto certificazione che nulla hanno avuto a che fare con la precedente amministrazione. Pochi giorni fa c’era già un comunicato che plaudiva “all’operato della giunta Gatti e dell’intero consiglio comunale” ricordando come le ex “maggioranza ed opposizione avessero mantenuto rapporti cordiali di collaborazione e inviato segnali positivi di cambiamento nell’atteggiamento e nelle iniziative politiche dei partiti con l’utilizzo frequente degli strumenti di trasparenza e di partecipazione, nella proficua e fertile gestione di alcuni assessorati (sic!) e della conduzione complessiva del Consiglio Comunale, che ha visto spesso la condivisione di iniziative da parte di un’opposizione critica ma anche collaborante su temi di interesse generale e utile per il bene comune. Anche se questa fase è stata di breve durata ed è stata bruscamente interrotta dall’auto scioglimento del Consiglio (quanto mai opportuno e giustificabile dal punto di vista politico) seguito ai provvedimenti giudiziari, rappresenta un valido punto dal quale ripartire”. Il fine ultimo da ricercare, dunque, è sempre il bene comune e l’etica nei partiti che “sono gli unici strumenti che possano evitare il rischio che salti ogni possibilità di adeguata rappresentanza politica degli interessi collettivi”.

Ancora qualche giorno quindi e molti ci chiederanno di sottoscrivere le loro liste elettorali con magari allegate le varie petizioni per la liberazione degli ingiustamente arrestati ex rappresentanti istituzionali.

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