L’evento condotto dal giornalista dell’A.S. Bari Fabio Foglianese, è stato patrocinato dalla Provincia di Bari – dal presidente Francesco Schittulli su iniziativa della consigliera di parità Stella Sanseverino; presente anche il consigliere provinciale Claudio De Leonardis – in collaborazione con l’assessore al Welfare Elena Gentile, la rete regionale delle consigliere di Parità, le consigliere nazionale e regionale di parità Alessandra Servidori e E.Molendini, con il sostegno dell’A.S. Bari, rappresentata dal suo direttore generale Claudio Garzelli.
Il connubio tra sport e sociale per rafforzare i principi della Convenzione del consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica – Istanbul 11 maggio 2011 – rende più forte il messaggio, dal momento che viene coinvolto il sesso maschile nel problema e da cui si parte per cogliere un primo segnale positivo che diversi stadi italiani hanno colto, compreso quello di Bari.
Pubblicità in campo per rimarcare il numero verde S.O.S. Donna 1522 e il sito www.antiviolenzadonna.it in favore di chi disperatamente o meno cerca un porto sicuro a cui rivolgere il suo o altrui dramma. Il 1522 risponde immediatamente, è plurilingua, rispetta l’anonimato, funziona h24 e smista le chiamate nei centri più vicini. La violenza: “…sistema che si poggia su uno squilibrio, che sia di sesso, di religione, di ceto sociale; non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini: si pensi a quei padri in caso di separazione difficile” ha detto Stella Sanseverino, mentre ha presentato colei che un anno fa ha subito una violenza silenziosa e sottaciuta.
G.D. un anno fa fu aggredita da un collaboratore scolastico nella mensa di una scuola per l’infanzia nella quale lavorava, in un Comune dell’interland barese.
“…Per due volte in una ventina di minuti quell’uomo mi aggredì; tentai di farlo ragionare, soprattutto a motivo del fatto che i bambini erano nei dintorni e che l’avrei riferito a sua moglie. Desistì per un attimo, ma si avventò di nuovo, riuscii a scappare entrando in un’aula e lo riferii ad un’insegnante senza farmi accorgere dai bimbi. Lei convocò altre insegnanti: lo denunciai e mi ritrovai sua moglie a casa con minacce di morte se non avessi ritirato la denuncia. Non l’ho fatto; lui ha patteggiato ed è agli arresti domiciliari, ma io ho dato le dimissioni al lavoro e non esco più di casa per paura di essere aggredita con parolacce da parte di lei o per altro ancora. I miei genitori non hanno più pace e mio padre ha avuto una paralisi…”
La triste storia di G.D. si esprime in un’opera sculturea raffigurante un soggetto crocifisso, come lei si sente ora, che ha presentato ad un concorso per il superamento degli stereotipi e che ha donato al direttore generale Garzelli come forma di ringraziamento verso la squadra del Bari.
“…Una crocifissione, ma c’è anche una resurrezione…” il messaggio col quale ha concluso la Sanseverino.