Tra questi, Domenico Conte (il titolo dell’incontro da lui presieduto era infatti “Città metropolitana? No, grazie!”) la cui posizione è giustificata dal timore della “perdita dell’identità e tradizioni palesi diventando una sorta di sobborgo di Bari”. All’incontro i rappresentanti dei comuni di Bitetto e Grumo hanno dichiarato di protendere maggiormente per il no a causa di “regole del gioco non chiare” (assenza di uno statuto, problema della rappresentatività e della gestione di quest’enorme area metropolitana; il configurarsi di “nuovi poteri”ma anche di probabili “nuove tasse per i cittadini”) ma mostrando l’intenzione di ascoltare il parere dei cittadini in assemblee pubbliche prima di deliberare la decisione in consiglio comunale.
Binetto, pur favorevole all’istituzione dell’area metropolitana di Bari, ha deciso di non esprimersi e così facendo- secondo quanto previsto per legge- dal 1 gennaio 2014 ne entrerebbe automaticamente a far parte. Ben delineata invece la posizione di Bitonto che si è già espressa per il no perché comporterebbe “una perdita della capacità decisiva dei comuni che ne farebbero parte e l’impossibilità di gestire autonomamente i servizi minimi garantiti da un’amministrazione comunale come per es. la scuola”. Presente all’incontro anche il senatore (allo stesso tempo sindaco di Molfetta) Antonio Azzollini, artefice di una vera e propria crociata contro la città metropolitana. Dichiaratamente contrario a Bari metropolitana (pur se molti dei convenuti alla conferenza non si spiegavano come mai stesse dando parere negativo ad un provvedimento votato favorevolmente a Roma – essendo il presidente della Commissione Bilancio del Senato -) ha spiegato varie alternative all’adesione all’area metropolitana. Tra queste, la possibilità di creare quella che ironicamente ha indicato come “Provincia dell’Amore” (nei suoi piani un nome possibile potrebbe essere “Peucezia”) idealmente costituita da un’unione dei comuni facenti parte delle province soppresse ad esclusione, però, di Bari. Oppure, una riorganizzazione dell’attuale provincia in tre vaste aree. Insomma, le proposte (seppur da alcuni ritenute “assurde” perché “ la costituzione di una nuova provincia, va contro la spending review”) non sono mancate.
Ciò che è mancata è stata la presenza della posizione della Città di Modugno, dovuta all’assenza del sindaco o di un suo rappresentante. Abbiamo perciò contattato il sindaco Mimmo Gatti per richiedere un suo parere in merito alla questione. Il sindaco, comunicandoci di non aver ritenuto opportuna la sua presenza in seguito alla visione del titolo dell’evento (che offriva un’esplicita indicazione sulla posizione della maggior parte dei comuni invitati), ha dichiarato che “per Modugno non c’è scelta, ogni posizione contraria all’adesione all’area metropolitana di Bari, non avrebbe alcun senso in quanto la nostra Città confina con Bari. L’unica alternativa, dunque, cioè la possibilità di confluire nelle province che sopravvivranno, non è nemmeno considerabile”. Ha aggiunto di non aver previsto dibattiti pubblici con i cittadini modugnesi o consigli comunali sul tema – almeno per il momento- in quanto “la scelta di aderirvi è obbligata, dato che alternative non ce ne sono. Modugno, così come Triggiano o Valenzano, è un comune dove non sarebbe neanche possibile prendere altre scelte in considerazione. Adesso la fase importante sarà quella della costituzione dello statuto, il vero momento in cui i comuni saranno chiamati a dire la propria”.