Il 25 maggio scorso alle 16,30 nella Scuola Secondaria di I grado Dante Alighieri di Modugno, presieduta dal dirigente Raffaele Fragassi, ha avuto luogo la presentazione del giornalino scolastico realizzato dagli alunni della 2a E, alla quale ha partecipato anche l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Elena Di Ronzo.
Il progetto giornalino ‘Scrivere…che passione’, che rientra all’interno del POF (Piano di Offerta Formativa), è stato condotto dalla professoressa Patrizia Ruccia, insegnante di Italiano dei ragazzi, con la collaborazione dei giornalisti Giuseppe Tedeschi e Tiziana Misceo.
In presenza dei genitori, ogni alunno ha espresso una propria descrizione e un proprio pensiero, riguardo a questa nuova esperienza, maturata all’interno del contesto scolastico, all’insegna dell’elemento innovativo ‘giornalismo’ , che li ha portati ad affacciarsi ad una realtà, fino a quel momento rimasta eterea e lontana, poiché percepita solo attraverso i mass media. Si è cercato di dar loro la possibilità di avere un contatto più ravvicinato con qualcosa che ritenevano irraggiungibile: il passaggio dalla ricerca all’elaborazione e alla trasmissione di una notizia; la sensazione della responsabilità individuale di gestione della notizia e allo stesso tempo della capacità di collaborazione con i colleghi e con l’ambiente circostante, caratteristiche che un giornalista serio dovrebbe avere.
All’inizio sorpresi e spaesati, si sono successivamente incuriositi e stimolati a vicenda, nell’approccio con le diverse redazioni di cui il giornalino è composto: attualità, politica, cultura, giustizia, storia, commercio, spettacolo. Recensioni di esperienze scolastiche, quali la borsa di studio Paolo De Benedictis e la premiazione della Dante Alighieri al Festival Internazionale della Scuola; iniziative commerciali e politiche, presenti nel Comune di Modugno; interviste all’assessore Di Ronzo e a testimoni oculari di tragedie, quali il nazismo; addirittura la simulazione di un processo in classe, guidato dal vice questore di Bari Pietro Battipede.
Tutto all’interno di un contenitore cultural-pedagogico che ha rappresentato in questo caso, l’espressione della 2° E, sintomo della certezza che i ragazzi hanno un proprio estro e una volontà di comunicazione che ha solo bisogno di essere incentivata e promossa dagli adulti.