C’è ancora qualcuno che crede nella incapacità politica del sindaco Gatti? Ma davvero si può pensare, dopo aver assistito alla maratona consigliare del 28 febbraio scorso, che l’attuale amministrazione comunale sia guidata da un principiante? Che molto presto abbandonerà perché “indagato in attesa di giudizio” come ricordato in aula da un esponente della sua stessa maggioranza?
Rispondere no a questi quesiti mette in chiaro l’unico errore strategico commesso da Mimmo Gatti in questi otto mesi. Nel finale de “il buono, il brutto e il cattivo”, famosissimo spaghetti-western di Sergio Leone, il “buono” dopo aver fatto fuori il “cattivo” e aver centrato con un colpo di fucile la corda alla quale aveva appeso per il collo il “brutto” si allontana con il bottino mentre il quasi impiccato gli urla dietro “Biondo sai cosa sei? Sei un grandissimo figlio di … “ finale coperto dalla musica di Ennio Morricone e dai titoli di coda. Ecco questo è l’errore di Mimmo Gatti: aver lasciato intravedere l’altra sera in consiglio comunale di che stoffa è fatto.
Dichiarare, come ha fatto, di aver concordato il proprio disaccordo con il suo gruppo politico di provenienza ha chiarito chi regge davvero il timone politico a Modugno, rassicurando così anche il neo assessore all’ambiente che aveva paura di salire su una nave con la stiva piena di esplosivi pronti ad esplodere. Ha dichiarato apertamente che l’incarico a vicesindaco di Bellomo era una nomina “ad personam” e quindi “motu proprio” non più negoziabile con l’Udc e così facendo ha costretto il partito di maggioranza relativa a passare all’opposizione.
Ha comunicato all’assemblea consigliare che il giudice del tribunale del lavoro gli ha dato ragione in merito alla destituzione del responsabile dell’ufficio del piano di zona Chiarantoni e con questa semplice comunicazione ha relegato al livello di una semplice rivendicazione sindacale le dimissioni del coordinatore comunale di Sinistra Ecologia Libertà. Rispondendo infine ad un interrogativo postogli dall’opposizione ha messo in chiaro di non avere nessuna voglia di subire imposizioni metropolitane anche se queste dovessero provenire dal presidente regionale del Pd e di averlo dimostrato con le nomine degli assessori in sostituzione e ad integrazione della sua giunta di chiara impronta vendoliana.
È dalla sua nomina nell’estate scorsa che il sindaco procede come un rullo compressore verso il suo obiettivo politico; quale sia questo obiettivo non si sa ancora, ma come ci va lo si è capito benissimo.