Un viaggio letterario lungo 216 pagine per scoprire come gli italiani, da Nord a Sud, reagiscono di fronte al berlusconismo, alla sua crisi e alla crisi generale dell’Italia. Presentato al Palazzo della Cultura di Modugno il libro del sociologo barese Leonardo Palmisano: “Dopo di lui – cosa sarà dell’Italia dopo Silvio Berlusconi”.
La serata si è aperta con i saluti di Vito Del Zotti presidente dell’associazione ‘don Tonino Bello’, organizzatore della serata, il quale dopo aver ricordato l’impegno dell’associazione nell’organizzare nel 2009 il ‘Maggio Letterario’, ha promesso un rinnovato sforzo per preparare altre rassegne culturali. Alla serata, oltre all’autore, hanno partecipato Lillino Macina, direttore della rivista ‘Nuovi Orientamenti’ e Domenico De Santis, responsabile Organizzazione Pd Puglia. L’introduzione è stata affidata al professor Macina, che lo ha definito ‘accattivante’. L’opera, frutto di incontri con le persone più disparate in giro per l’Italia, permette di incontrare il pensiero di figure spesso trascurate dalla società e comprendere l’opinione di chi è ignorato dalla ‘cultura ufficiale’. “Il libro – spiega Macina – è capace di suscitare una continua riflessione su quello che è stata l’esperienza reale degli italiani del personaggio Berlusconi. Dall’incontro con le persone descritte nel libro si evincerebbe che con Berlusconi è caduto un capo carismatico che, col suo successo personale, ha inevitabilmente prodotto modelli di comportamento. Grazie al suo carisma e alla sua capacità di interpretare il sentire degli italiani – ha concluso Macina – l’ex presidente del Consiglio ha conquistato anche chi, tradizionalmente, votava a sinistra in cambio del sogno, o meglio, di una speranza a buon mercato della realizzazione della propria vita”.
L’autore ha poi spiegato quale sia stata l’idea ispiratrice del libro: cosa succederà agli italiani quando a Berlusconi mancherà uno dei pilastri (la politica) su cui poggia il suo potere? Andare in giro per l’Italia incontrando tanta gente ha permesso a Palmisano di fare una scoperta e sfatare un’illusione di fondo: quella per cui gli italiani, ormai, non condividerebbero più luoghi di incontro per formare una coscienza politica. “Al contrario – ha chiarito Palmisano – gli italiani tra discutono tra loro e sono ancora capaci di una passione civile. Sono venuti meno i collegamenti tra elettori ed eletti, quei luoghi di sintesi che permettessero ai cittadini di sentirsi determinanti nelle scelte di un Paese. In una parola tutto ciò che prima di Berlusconi era il compito del ‘partito’. Caduto Berlusconi – ha concluso l’autore – ci si è trovati davanti non solo ad una grave crisi economica, ma anche morale che, assieme, hanno prodotto una crisi di coscienza”.
Da parte sua De Santis ha riconosciuto l’errore commesso dal centrosinistra: imitare il modello berlusconiano ed esprimere la necessità di proporre un nuovo esempio politico-culturale. L’errore risiederebbe nell’aver incentivato una politica troppo legata ai leader, tanto da far apparire ‘plasticamente’ i loro nomi nei simboli elettorali. Partendo dalla consapevolezza di quest’errore, che ha finito per generare delega e disimpegno nell’elettorato, i partiti dell’era postberlusconiana dovranno riorganizzarsi. Non è mancato il dibattito fra i presenti che, come i personaggi del libro, hanno portato il loro vissuto di questi anni.