Comincia così la lunga nota a firma di Filippo Bellomo, dimissionario vicesindaco di Modugno, che a 10 giorni dalla sua decisione di lasciare Palazzo Santa Croce, decide di dare le doverose risposte di chiarimenti che tutta la città, politici e non solo, chiede da tempo. “Innanzitutto mi preme sottolineare – scrive Bellomo – come questa decisione, anche se sofferta, è frutto di una scelta personale fatta dopo diversi giorni di combattute considerazioni.
E’ inutile nascondere che ciò che sta succedendo a Modugno ha creato una situazione molto difficile da gestire da tutti, ma in particolare da noi amministratori che siamo destinati a dare delle risposte sincere e concrete alla cittadinanza. Lavorare con serenità e continuità, come sono abituato a fare, mi risultava particolarmente difficile poiché questa situazione ha procurato un grande immobilismo generale, aggravato anche dalla precarietà del personale e dei dirigenti. Tutto ciò ha provocato un rallentamento della macchina amministrativa che ha suscitato in me un grande malessere, un senso di incapacità di agire che non mi faceva sentire a mio agio. Ecco perché ho deciso di lasciare la carica di vicesindaco e di assessore alle attività produttive. Voglio per altro ribadire che la mia scelta è strettamente personale, smentendo quindi quanti vedono nel mio gesto una mera manovra politica e uno sgarbo al mio partito di appartenenza. Ho riferito in più occasioni della mia decisione sia al segretario provinciale che agli organi locali, ribadendo la ferma volontà a lasciare, ma a voler essere comunque a disposizione del partito che sicuramente farà le scelte politiche che gli competono per questa amministrazione.
Voglio altresì confermare che i rapporti con il sindaco Gatti erano e rimangono ottimali. Grazie a lui ho avuto la possibilità dopo 16 anni di carriera politica da consigliere comunale, di poter svolgere per la prima volta un ruolo istituzionale ritenendo questa esperienza anche se breve, importantissima.
Ringrazio tutti coloro che in questi giorni mi sono stati vicini con diversi attestati di stima”. Qui conclude, sperando forse, Bellomo di mettere fine una volta per tutte alle più o meno “maligne” ipotesi su dimissioni studiate a tavolino per danneggiare questo o quel partito o, peggio, per mandare a casa l’amministrazione. Una scelta personale, dice, dovuta a un malessere da amministratore “impotente”, perché non nelle condizioni (e chi lo e’ oggi?) di dare risposte concrete alle legittime richieste della città.