La lettera e’ stata recapitata l’8 luglio scorso al segretario comunale e, per conoscenza, al collegio dei revisori dei conti. Nella missiva si fa riferimento all’articolo 53 comma 1 bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, “che esplicitamente prevede – dicono da Roma – l’incompatibilità tra incarichi di gestione amministrativa di rango dirigenziale per soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali“. Serafino Bruno, come e’ noto e come riportato nella missiva ministeriale, era candidato sindaco e consigliere comunale dimissionario in data 29/10/2009, successiva alla nomina. Da Roma l’invito quindi a “l’avvio del procedimento disciplinare delle relative responsabilità e l’applicazione delle connesse sanzioni”. Ai revisori dei conti, infine, l’onere delle “valutazioni a riguardo”.
Quello che da modugnesi ci chiediamo e’: l’eventuale “procedimento disciplinare” a carico di chi sarebbe? E le “connesse sanzioni” chi dovrebbe pagarle? Esiste davvero la possibilità, come qualcuno ipotizza, che l’acclarata incompatibilità di Bruno renda retroattivamente nulli alcuni provvedimenti a sua firma? Restiamo in attesa che chi di competenza risponda alle legittime domande della città.
Nomina del city manager: la patata bollente passa ai revisori dei conti
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