Di seguito il Comunicato stampa redatto dal movimento politico giovanile del PDL, Giovane Italia Modugno, a sostegno della difficile situazione dei lavoratori impiegati nello stabilimento OM Carrelli Elevatori di Modugno.
E’ notizia recente la volontà da parte del gruppo KION di chiudere lo stabilimento modugnese della OM Carrelli Elevatori e di trasferire ad Amburgo tutta la produzione.
La storia dell’opificio presente nella zona industriale di Modugno è una di quelle storie che da sempre hanno dato lustro al nostro territorio: 40 anni di impegno e di realizzazione di carrelli elevatori che, esportati in tutta Europa, hanno sempre marchiato di italianità l’intero continente e di pregio la nostra Modugno.
A questo punto non rimane che soffermarsi sulle ripercussioni che si avranno a causa di questa scelta: si parla della possibilità di perdere 320 posti di lavoro, oltre 500 considerando anche l’indotto.
L’effetto sarà immediato, cassaintegrazione da agosto e possibilità di licenziamento a partire da marzo prossimo.
Chi subirà le maggiori conseguenze sarà la fascia di lavoratori giovani ed in particolare la maggior parte di quei 320 dipendenti che in media hanno circa 30 anni d’età, con figli piccoli a carico e mutuo sulle spalle.
Noi di Giovane Italia Modugno siamo vicini alle famiglie che saranno penalizzate da questa decisione unilaterale e riteniamo scellerata la leggerezza con cui si è scelta la chiusura dello stabilimento come unica strada percorribile.
Non è umano decidere così frettolosamente le sorti di 500 famiglie, distruggendo le legittime ambizioni di una generazione a cui ormai è rimasto ben poco da togliere!
Ognuno di questi dipendenti, preparati e qualificati, si troverà domani a dover cercare un nuovo lavoro in quello che è ormai diventato un mercato povero, privo di occasioni e opportunità!
Ci auguriamo che nessuno dei dipendenti si lasci andare o si faccia prendere dallo sconforto e riteniamo indispensabile che tutte le Istituzioni, nazionali e del territorio, si mobilitino per dare garanzie e risposte a tutti quei lavoratori che oggi vivono nell’incertezza.