Se la sinistra a Modugno piange la destra certamente non ride. Dopo anni in cui la città è governata da una amministrazione in cui maggioranza ed opposizione sono talmente impastati che non si è mai capito chi fa qualcosa e a favore di chi lo fa, gli elettori faticano a riconoscere ai rappresentanti del PDL un comporta-mento esente da colpe per il disastro compiuto.
Dal ’95 ad oggi gli elettori vedono candidarsi sempre le stesse persone. L’attuale presidente del consiglio comunale è stata candidata per ben due volte, nelle ultime quattro consultazioni elettorali, alla carica di sindaco, risultando sempre sconfitta. È riuscita a raggiungere uno strepitoso risultato elettorale solo quando, candidata alla provincia, raccolse attorno a sé un considerevole numero di “grandi elettori”, stipulando con essi un patto elettorale che, però, non ha rispettato.
Il suo venir meno agli impegni assunti diede origine alle numerose crisi che contraddistinsero l’ultimo periodo della amministrazione Bonasia; unico governo di centro destra a Modugno. Da quando si elegge direttamente il sindaco la maggioranza degli elettori modugnesi vota per il centrodestra. Così è dal ’95 quando Alleanza Nazionale, Forza Italia, il CCD di Bonasia e altre due liste minori raccolsero più del 51% dei voti al primo turno ma non riuscirono a trovare un’intesa e la candidata Sanseverino perse al ballottaggio; nel 2001 stessa storia – molte liste e tanti candidati a sindaco per il centro destra e stesso risultato – maggioranza dei voti al primo turno e sconfitta al ballottaggio.
Nel 2006, addirittura, il centro destra mette in scena un vero e proprio suicidio politico; un candidato dalle chiare origini di sinistra proposto da un gruppo schierato da sempre con il centrodestra, mentre AN e FI insieme non ottengono, per la candidata Sanseverino, nemmeno i voti che Alleanza Nazionale aveva raccolto nel ’95. Altra evidente singolarità è data dal gruppo Vasile che negli anni si è sempre schierato con un proprio candidato sindaco, risultando sempre sconfitto al primo turno, fatta eccezione nel 1997 quando con Bonasia si alleò con AN e FI e vinsero al primo turno.
In aula consiliare però è sempre stato il gruppo Vasile che più si è distinto con iniziative che denotano vitalità politiche non comuni. È un vero peccato che non riescano mai, o quasi mai, ad accordarsi sul nome del candidato da proporre agli elettori. E se facessero tutti un passo indietro? Se nel centrodestra modugnese tutti si convincessero che il loro nome ormai non fa più presa sugli elettori? Mai come oggi, con la stretta finanziaria che provocherà il federalismo fiscale, è necessario un gruppo consigliare compatto e un Sindaco forte, espressione di quella maggioranza di elettori che già una volta li ha premiati.